Domenico Rossi: «Il Pd dovrà riconnettersi con i tanti Piemonte esistenti»

Prime dichiarazioni del neo segretario regionale “dem”: «La scadenza elettorale del prossimo anno è importante e senza un partito forte e autorevole in questo Paese non c'é alternativa alle destre». Dove si vota a Novara e provincia domenica 26 per eleggere in successore di Letta

Domenico Rossi non ha perso tempo. Incassata a larghissima maggioranza un’elezione dove era del resto l’unico candidato in corso, il consigliere regionale novarese del Pd sta già lavorando per costruire la sua squadra di collaboratori. Logico chiedergli come prima cosa come intenda strutturare la sua segretaria e, soprattutto, come intenda impostare il lavoro sul territorio in vista proprio per le elezioni del prossimo anno.


«Il Piemonte – ha risposto Rossi – ha di fronte a sé un appuntamento che richiederà tutte le energie a nostra disposizione: si tratta delle elezioni del 2024, con le quali i piemontesi saranno chiamati a rinnovare le amministrazioni di tantissimi Comuni, dell’amministrazione regionale e del Parlamento europeo».

Partendo da quella per Palazzo Lascaris «si tratta di una sfida difficile, complessa, ma possibile. Dipenderà da dinamiche di natura nazionale, ma anche dalla nostra capacità nei prossimi mesi di costruire consenso su una rinnovata classe dirigente e su un progetto di futuro per la nostra regione».


«Dobbiamo farlo parlando chiaramente – ha insistito – dicendo ai piemontesi che la sanità pubblica non si tocca e deve tornare ad essere realmente universale. Che serve il coraggio di mettere mano sì ai tanti problemi, ma soprattutto di elaborare una visione per i prossimi 30 anni del Piemonte insieme ai tanti soggetti che ogni giorno lavorano in quell’ambito. Che nell’era della transizione ecologica e dei miliardi del Pnrr non si può archiviare il trasporto locale su ferro che, al di là di continui annunci, deve tornare a essere una possibilità concreta per tutti e tutte».


Dalla sanità alla tutela del suolo il passo è breve: «Occorre prevenire i disastri idrogeologici. Pertanto il suolo va tutelato e non consumato all’infinito, come stiamo continuando a fare in questi anni. Che lo sviluppo economico in Piemonte non passa solo dalla logistica e dai capannoni, ma anche da un piano serio sull’economia circolare, che nella nostra regione vanta presenze eccellenti, ma può crescere con ancora più decisione. Noi abbiamo il compito di costruire una proposta autorevole e partecipata, per metterla al centro del dibattito della costruzione della coalizione, che deve essere il più ampia possibile. Dobbiamo spostare il confronto dai pregiudizi e i veti incrociati alle proposte concrete: lo dico per le regionali così come per le amministrative».


Per fare tutto questo, secondo Rossi, «servirà una segreteria autorevole, fatta di donne e uomini che siano nella condizione di dedicare tempo ed energia al Pd e al Piemonte. Una segreteria unitaria non solo per le appartenenze, ma nello spirito di fondo, che deve vederci lavorare tutti nella stessa direzione. Ma la segreteria dovrà essere il perno di una rete più ampia, mantenendo un collegamento permanente con gli amministratori eletti, così da poter condividere le informazioni e coordinare le diverse attività su temi condivisi. Su questo è utile immaginare una Conferenza permanente degli amministratori, che dia spazio e sostegno soprattutto a chi oggi, eroicamente, si mette al servizio delle piccole comunità».


Lo stesso dovrà avvenire all’interno del partito, con una Conferenza dei coordinatori di circolo, che dovranno occuparsi del territorio in cui sono radicati e fungere da collegamento tra il livello locale e quello regionale e nazionale. Nei prossimi anni con dovremo fare un lavoro non più rinviabile insieme a loro e per fare tutto questo dovremo formarci. Ecco perché penso anche a una Scuola di politica permanente».


Dopo il biellese Paolo Furia ecco il novarese Domenico Rossi. Insomma, il Piemonte Orientale acquisirà ancora di più “peso” rispetto al cosiddetto “torinocentrismo”? «Il Pd deve riconnettersi con i tanti Piemonte che esistono fuori dalla cintura torinese e dalle città più grandi. La partita, soprattutto quella per le regionali, parte da Torino, ma si gioca soprattutto nei territori più periferici dove la destra in questi anni è cresciuta di più. E’ una sfida centrale per la prossima segreteria e per la direzione che, proprio per questo verranno costruiti anche su criteri di rappresentanza territoriale. Mi auguro che durante la mia segreteria il Piemonte Orientale impari a pensarsi di più come a un territorio che ha caratteristiche comuni e che deve sviluppare progettualità condivise. Siamo il territorio che si trova tra due grandi aree metropolitane e che deve lavorare di più insieme».


Infine gli abbiamo chiesto, a pochi giorni dall’elezione del successo di Enrico Letta, come vede il congresso nazionale e le prospettive per un rilancio del partito nel suo ruolo di di prima forza di opposizione al Governo? Rossi è stato molto chiaro: «Senza un Pd forte e autorevole non c’è alternativa alle destre in questo Paese. Chi in questo ultimo anno ha scommesso sul crollo del Pd, facendo più l’opposizione a noi che alle destre, deve ricredersi. Lo dimostrano i risultati delle ultime elezioni in Lombardia e Lazio, che da un lato ci mettono di fronte al dramma dell’astensionismo sempre in crescita, ma dall’altro ci dicono che siamo il secondo partito in Italia. Sono convinto che dopo il 26 febbraio cresceremo ancora di più e mi auguro che questo aiuti tutte le forze politiche a superare gli schemi che ci hanno portato alla sconfitta dello scorso settembre e a mettere in campo uno spirito nuovo e più costruttivo». Il neo segretario piemontese, si sa, si è schierato con Stefano Bonaccini «perché credo sia la persona più adatta in questo momento a tenere insieme la parte migliore della nostra storia con la necessaria apertura al nuovo, ma anche di parlare a una parte più ampia della società italiana. Il ritorno di Elly Schlein nel partito è senza dubbio un fatto positivo, prima di tutto per le idee che porta con sé, ma anche per l’energia e la freschezza che hanno fatto riavvicinare tantissime persone che in questi anni si erano allontanate.Mi auguro vengano in tanti a votare. Mi appello soprattutto a tutti coloro che sono fuori dal partito, si sono allontanati o sono critici nei confronti del Pd».


Il nuovo segretario nazionale verrà dunque eletto domenica 26 febbraio, dalle 8 alle 20. Alla consultazione potranno partecipare non solo gli iscritti, ma anche gli elettori e i simpatizzanti del Pd, chiamati a scegliere fra i due candidati che hanno ottenuto il maggiore consenso, il governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini e la sua ex vice, Elly Schlein.


«È un importante esercizio di democrazia ed apertura da parte del nostro partito” – ricorda il segretario provinciale Rossano Pirovano – Il Pd non solo è l’unico partito in Italia che celebra i congressi, ma apre anche è anche le proprie porte anche a chi non è iscritto. Per questo vorrei lanciare un appello a tutte le donne e gli uomini che si rivedono nei nostri valori e nelle nostre battaglie di andate a votare».


Potranno partecipare i cittadini italiani maggiorenni, recandosi ad uno dei seggi muniti di documento d’identità e tessera elettorale. Gli stranieri ed i maggiori di sedici anni possono votare, ma è necessario preregistrarsi sul sito primariepd2023.it. Per votare è previsto un contributo di 2 euro. A Novara saranno allestiti tre seggi: corso Risorgimento 77/A, presso la sede del Pd (potranno votare gli elettori registrati nelle sezioni elettorali dalla numero 7 alla 34 e dalla 63 alla 67; in via Sforzesca 99, presso il Circolo operaio agricolo della Bicocca, per le sezioni elettorali dalla 39 alla 43 e dalla 72 alla 87 e i per i Comuni di Garbagna, Sozzago, Vinzaglio, Casalino, Granozzo, Borgolavezzaro, Vespolate, Tornaco, Nibbiola, Terdobbiate, San Nazzaro; in piazza Sacro Cuore, 5, presso l’ex sede del CdQ Sacro Cuore, per le sezioni elettorali dalla 1 alla 6; dalla 35 alla 38; dalla 44 alla 62; dalla 68 alla 71; e poi 88, 89, 90, 91). In provincia si potrà votare a Trecate presso il Centro anziani di via Fratelli Russi, 3; ad Arona in via San Carlo 2 – piazza De Filippi, presso la Saletta consiliare del Municipio, anche per i comuni di Oleggio Castello, Dormelletto, Comignago, Paruzzaro, Invorio, Meina, Lesa, Colazza, Pisano e Massino Visconti, Nebbiuno. A Borgomanero in corso Roma, 136, presso la Soms, anche per i Comuni di Maggiora, Cureggio e Briga. A Carpignano Sesia, in via Minoretti, 5/B, presso l’ex Scuola primaria, anche per i comuni di Casalvolone, Casalbeltrame, San Pietro Mosezzo, Biandrate, Recetto, Vicolungo, Casaleggio, Mandello Vitta, Landiona, Sillavengo, Castellazzo, Briona, Fara e Sizzano. A Cameri, in piazza Dante, 27, presso la Sala polivalente. A Cressa, in piazza Matteotti , 1, presso il Museo del Baco da Seta, anche per i comuni di Fontaneto, Suno, Cavaglio d’Agogna, Cavaglietto, Bogogno, Veruno, Gattico e Agrate Conturbia.

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Prime dichiarazioni del neo segretario regionale “dem”: «La scadenza elettorale del prossimo anno è importante e senza un partito forte e autorevole in questo Paese non c’é alternativa alle destre». Dove si vota a Novara e provincia domenica 26 per eleggere in successore di Letta

Domenico Rossi non ha perso tempo. Incassata a larghissima maggioranza un’elezione dove era del resto l’unico candidato in corso, il consigliere regionale novarese del Pd sta già lavorando per costruire la sua squadra di collaboratori. Logico chiedergli come prima cosa come intenda strutturare la sua segretaria e, soprattutto, come intenda impostare il lavoro sul territorio in vista proprio per le elezioni del prossimo anno.


«Il Piemonte – ha risposto Rossi – ha di fronte a sé un appuntamento che richiederà tutte le energie a nostra disposizione: si tratta delle elezioni del 2024, con le quali i piemontesi saranno chiamati a rinnovare le amministrazioni di tantissimi Comuni, dell’amministrazione regionale e del Parlamento europeo».

Partendo da quella per Palazzo Lascaris «si tratta di una sfida difficile, complessa, ma possibile. Dipenderà da dinamiche di natura nazionale, ma anche dalla nostra capacità nei prossimi mesi di costruire consenso su una rinnovata classe dirigente e su un progetto di futuro per la nostra regione».


«Dobbiamo farlo parlando chiaramente – ha insistito – dicendo ai piemontesi che la sanità pubblica non si tocca e deve tornare ad essere realmente universale. Che serve il coraggio di mettere mano sì ai tanti problemi, ma soprattutto di elaborare una visione per i prossimi 30 anni del Piemonte insieme ai tanti soggetti che ogni giorno lavorano in quell’ambito. Che nell’era della transizione ecologica e dei miliardi del Pnrr non si può archiviare il trasporto locale su ferro che, al di là di continui annunci, deve tornare a essere una possibilità concreta per tutti e tutte».


Dalla sanità alla tutela del suolo il passo è breve: «Occorre prevenire i disastri idrogeologici. Pertanto il suolo va tutelato e non consumato all’infinito, come stiamo continuando a fare in questi anni. Che lo sviluppo economico in Piemonte non passa solo dalla logistica e dai capannoni, ma anche da un piano serio sull’economia circolare, che nella nostra regione vanta presenze eccellenti, ma può crescere con ancora più decisione. Noi abbiamo il compito di costruire una proposta autorevole e partecipata, per metterla al centro del dibattito della costruzione della coalizione, che deve essere il più ampia possibile. Dobbiamo spostare il confronto dai pregiudizi e i veti incrociati alle proposte concrete: lo dico per le regionali così come per le amministrative».


Per fare tutto questo, secondo Rossi, «servirà una segreteria autorevole, fatta di donne e uomini che siano nella condizione di dedicare tempo ed energia al Pd e al Piemonte. Una segreteria unitaria non solo per le appartenenze, ma nello spirito di fondo, che deve vederci lavorare tutti nella stessa direzione. Ma la segreteria dovrà essere il perno di una rete più ampia, mantenendo un collegamento permanente con gli amministratori eletti, così da poter condividere le informazioni e coordinare le diverse attività su temi condivisi. Su questo è utile immaginare una Conferenza permanente degli amministratori, che dia spazio e sostegno soprattutto a chi oggi, eroicamente, si mette al servizio delle piccole comunità».


Lo stesso dovrà avvenire all’interno del partito, con una Conferenza dei coordinatori di circolo, che dovranno occuparsi del territorio in cui sono radicati e fungere da collegamento tra il livello locale e quello regionale e nazionale. Nei prossimi anni con dovremo fare un lavoro non più rinviabile insieme a loro e per fare tutto questo dovremo formarci. Ecco perché penso anche a una Scuola di politica permanente».


Dopo il biellese Paolo Furia ecco il novarese Domenico Rossi. Insomma, il Piemonte Orientale acquisirà ancora di più “peso” rispetto al cosiddetto “torinocentrismo”? «Il Pd deve riconnettersi con i tanti Piemonte che esistono fuori dalla cintura torinese e dalle città più grandi. La partita, soprattutto quella per le regionali, parte da Torino, ma si gioca soprattutto nei territori più periferici dove la destra in questi anni è cresciuta di più. E’ una sfida centrale per la prossima segreteria e per la direzione che, proprio per questo verranno costruiti anche su criteri di rappresentanza territoriale. Mi auguro che durante la mia segreteria il Piemonte Orientale impari a pensarsi di più come a un territorio che ha caratteristiche comuni e che deve sviluppare progettualità condivise. Siamo il territorio che si trova tra due grandi aree metropolitane e che deve lavorare di più insieme».


Infine gli abbiamo chiesto, a pochi giorni dall’elezione del successo di Enrico Letta, come vede il congresso nazionale e le prospettive per un rilancio del partito nel suo ruolo di di prima forza di opposizione al Governo? Rossi è stato molto chiaro: «Senza un Pd forte e autorevole non c’è alternativa alle destre in questo Paese. Chi in questo ultimo anno ha scommesso sul crollo del Pd, facendo più l’opposizione a noi che alle destre, deve ricredersi. Lo dimostrano i risultati delle ultime elezioni in Lombardia e Lazio, che da un lato ci mettono di fronte al dramma dell’astensionismo sempre in crescita, ma dall’altro ci dicono che siamo il secondo partito in Italia. Sono convinto che dopo il 26 febbraio cresceremo ancora di più e mi auguro che questo aiuti tutte le forze politiche a superare gli schemi che ci hanno portato alla sconfitta dello scorso settembre e a mettere in campo uno spirito nuovo e più costruttivo». Il neo segretario piemontese, si sa, si è schierato con Stefano Bonaccini «perché credo sia la persona più adatta in questo momento a tenere insieme la parte migliore della nostra storia con la necessaria apertura al nuovo, ma anche di parlare a una parte più ampia della società italiana. Il ritorno di Elly Schlein nel partito è senza dubbio un fatto positivo, prima di tutto per le idee che porta con sé, ma anche per l’energia e la freschezza che hanno fatto riavvicinare tantissime persone che in questi anni si erano allontanate.Mi auguro vengano in tanti a votare. Mi appello soprattutto a tutti coloro che sono fuori dal partito, si sono allontanati o sono critici nei confronti del Pd».


Il nuovo segretario nazionale verrà dunque eletto domenica 26 febbraio, dalle 8 alle 20. Alla consultazione potranno partecipare non solo gli iscritti, ma anche gli elettori e i simpatizzanti del Pd, chiamati a scegliere fra i due candidati che hanno ottenuto il maggiore consenso, il governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini e la sua ex vice, Elly Schlein.


«È un importante esercizio di democrazia ed apertura da parte del nostro partito” – ricorda il segretario provinciale Rossano Pirovano – Il Pd non solo è l’unico partito in Italia che celebra i congressi, ma apre anche è anche le proprie porte anche a chi non è iscritto. Per questo vorrei lanciare un appello a tutte le donne e gli uomini che si rivedono nei nostri valori e nelle nostre battaglie di andate a votare».


Potranno partecipare i cittadini italiani maggiorenni, recandosi ad uno dei seggi muniti di documento d’identità e tessera elettorale. Gli stranieri ed i maggiori di sedici anni possono votare, ma è necessario preregistrarsi sul sito primariepd2023.it. Per votare è previsto un contributo di 2 euro. A Novara saranno allestiti tre seggi: corso Risorgimento 77/A, presso la sede del Pd (potranno votare gli elettori registrati nelle sezioni elettorali dalla numero 7 alla 34 e dalla 63 alla 67; in via Sforzesca 99, presso il Circolo operaio agricolo della Bicocca, per le sezioni elettorali dalla 39 alla 43 e dalla 72 alla 87 e i per i Comuni di Garbagna, Sozzago, Vinzaglio, Casalino, Granozzo, Borgolavezzaro, Vespolate, Tornaco, Nibbiola, Terdobbiate, San Nazzaro; in piazza Sacro Cuore, 5, presso l’ex sede del CdQ Sacro Cuore, per le sezioni elettorali dalla 1 alla 6; dalla 35 alla 38; dalla 44 alla 62; dalla 68 alla 71; e poi 88, 89, 90, 91). In provincia si potrà votare a Trecate presso il Centro anziani di via Fratelli Russi, 3; ad Arona in via San Carlo 2 – piazza De Filippi, presso la Saletta consiliare del Municipio, anche per i comuni di Oleggio Castello, Dormelletto, Comignago, Paruzzaro, Invorio, Meina, Lesa, Colazza, Pisano e Massino Visconti, Nebbiuno. A Borgomanero in corso Roma, 136, presso la Soms, anche per i Comuni di Maggiora, Cureggio e Briga. A Carpignano Sesia, in via Minoretti, 5/B, presso l’ex Scuola primaria, anche per i comuni di Casalvolone, Casalbeltrame, San Pietro Mosezzo, Biandrate, Recetto, Vicolungo, Casaleggio, Mandello Vitta, Landiona, Sillavengo, Castellazzo, Briona, Fara e Sizzano. A Cameri, in piazza Dante, 27, presso la Sala polivalente. A Cressa, in piazza Matteotti , 1, presso il Museo del Baco da Seta, anche per i comuni di Fontaneto, Suno, Cavaglio d’Agogna, Cavaglietto, Bogogno, Veruno, Gattico e Agrate Conturbia.

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