«A tutta la comunità democratica novarese chiedo di lavorare per un Piemonte migliore insieme ai nostri tre candidati Milù Allegra, Lucia Caruso e Domenico Rossi: è la campagna elettorale di tutta la comunità democratica». Quella del segretario provinciale del Partito Democratico, Rossano Pirovano, che questa mattina ha presentato ufficialmente i tre candidati alle elezioni regionali dell’8 e 9 giugno, è una chiamata alla partecipazione dentro e fuori dal partito.
«Abbiamo ragionato su chi tipo di lista mettere in campo per le prossime regionali e abbiamo voluto coniugare esperienza politica, competenza, conoscenze del territorio, qualità dei candidati – ha proseguito -. La sfida è di correre in un territorio in cui il centrodestra è sempre stato molto forte, ma confido in questi candidati e in questa campagna elettorale: il Pd deve essere un punto di riferimento per il territorio, lo deve essere per i Comuni ma anche per la Regione. C’è però bisogno del contributo di tutti coloro che si riconoscono nei nostri programmi e valori. Per questo accanto al segretario regionale Domenico Rossi, che con la sua esperienza in questa legislatura ha contrastato con forza le politiche della destra e si è speso per la nostra provincia, abbiamo scelto due donne, la collega la consigliera comunale Milù Allegra e la new entry Lucia Caruso, che ben rappresentano il nostro territorio, l’impegno nell’amministrazione e nella società civile».
« Ci sono partite che vale la pena di giocare senza risparmiarsi, questa campagna elettorale è una di quelle. Mi metto a disposizione del partito – ha detto Allegra – ben sapendo che ogni sforzo deve essere focalizzato su un buon risultato complessivo del Pd e sulla riconferma in consiglio regionale del nostro segretario regionale: per il territorio novarese è un valore aggiunto fondamentale. Se la mia persona può essere positiva per la sua riconferma, per il lavoro che ha fatto con estrema generosità e competenza, io ci sono per il partito. Mi auguro che Mimmo venga non eletto ma stra-eletto».
La novità è rappresentata da Lucia Caruso, insegnante ad Armeno, residente sul lago Maggiore, responsabile Anpi Arona e vice provinciale con esperienza nel sindacato. «È la prima volta che mi assumo un impegno politico – ha affermato -. Ho accettato di intraprendere questa esperienza perché c’è una condivisione di valori di base che spero di poterli portare anche nelle istituzioni, quali antifascismo, giustizia sociale, lotta alle discriminazioni, gender gap: per questo motivo sono candidata anche con Ubertini ad Arona -. La mia attenzione va in particolare al mondo dell’istruzione e della formazione, pilastro della società e del futuro. Credo sia un naturale proseguimento del mio percorso nel sindacato prima e in Anpi poi, un passo avanti nel tentativo di dare concretezza a tanti progetti e all’impegno di questi anni in diversi ambiti».
«È importante esserci nelle istituzioni – ha affermato Rossi -. Avere due donne di questo calibro mi mette a “disagio”: abbiamo assessore in Regione che non si fanno chiamare assessore, che pensano sia una questione di sinistra. Corriamo il rischio che con la destra l’azionista di maggioranza sia Fratelli d’Italia con l’assessore Marrone che in Piemonte è l’alfiere della parte più retrograda».
Rossi ha poi parlato del nuovo ospedale di Novara: «Non sono come faccia Cirio a scaricare la colpa sulle amministrazioni precedenti quando i suoi stati cinque anni di mal governo» e ha aggiunto: «La partita è difficile e non dobbiamo nasconderlo: proprio per questo servono passione, coraggio, intelligenza, generosità e un progetto chiaro di Piemonte per rivolgerci anche a chi in questi anni ha deciso di astenersi. Più di tutto serve la forza straordinaria della nostra comunità, dei nostri militanti, dei nostri elettori: dobbiamo convincere i nostri cittadini e che il nostro parlamento europeo non si sposti verso i sovranismi. Dobbiamo far capire che siamo testimoni di un progetto elettorale che riguarda il benessere di tutti: non siamo in campo non soli per vincere, ma anche perché crediamo in quello che facciamo».
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