Non si è fatta attendere la presa di posizione del maggiore partito di minoranza a Palazzo Cabrino dopo la nomina, nella giornata di oggi da parte del sindaco Alessandro Canelli, del nuovo assessore all’Urbanistica nella persona di Marzia Vicenzi, che prende il posto dello scomparso Valter Mattiuz. Lo ha fatto attraverso un corposo comunicato da parte del suo capogruppo Nicola Fonzo.
Il ragionamento politico di Fonzo è fin troppo evidente. La Lega, sonoramente sconfitta dal voto regionale dello scorso giugno, è riuscita nell’impresa di capovolgere la situazione a proprio favore, riuscendo a “piazzare” uno alla volta tutti i tre candidati che poco meno di tre mesi fa erano stati in corsa per un seggio a Palazzo Lascaris, non riuscendo a centrare nessuno l’obiettivo.
Ma andiamo con ordine. Usciti di scena per diversi motivi Riccardo Lanzo, Federico Perugini e Letizia Nicotra, il “Carroccio” novarese aveva puntato tutte le sue carte nel listino provinciale sull’assessore regionale uscente Matteo Marnati, affiancandolo a due donne: la consigliera comunale Maria Cristina Stangalini, “fedelissima” di Canelli, e proprio Marzia Vicenzi, presentatasi come “indipendente”.
Fallito l’obiettivo di conquistare un posto, Marnati è riuscito ugualmente a trovare posto nella Giunta-bis di Alberto Cirio. Mentre poche settimane fa Stangalini è stata promossa nell’amministrazione cittadina al posto del giubilato Raffaele Lanzo (fratello di Riccardo) e ora Vicenzi ne ha seguito le orme.
Per Fonzo «alle elettrici e agli elettori che non ne volevano sapere della Lega, è stato risposto con uno sberleffo. Nessuna autocritica sulle cause della debacle e un posto – non proprio di consolazione – a ciascuno degli sconfitti». Inoltre, per l’esponente dei “dem”, la Lega oggi porta a casa un assessore in più («Ormai Forza Novara è una succursale leghista», potrebbe infischiarsene – visti i numeri – se il consigliere Umberto Piscitelli dovesse essere messo alla porta dalla maggioranza, rialzando in qualche modo la testa nei confronti degli alleati di Fratelli d’Italia, che dovranno accettare questa situazione «non senza qualche mal di pancia. Ma gli appetiti di un partito vengono prima della volontà degli elettori».