Sembrano davvero lontani anni luce i tempi in cui Forza Italia anche all’ombra della Cupola in occasione degli appuntamenti con le urne riusciva a raccogliere il consenso di oltre un elettore su tre. Una forza politica importante, che tuttavia, al momento della designazione del candidato sindaco, ha quasi sempre dovuto chinare il capo e piegarsi al volere di un alleato “pesante” come la Lega (una volta “Nord”, ora non più…) che, in un modo o nell’altro, ha sempre avuto modo di esercitare una sorta di “diritto di prelazione” su chi dovesse guidare l’amministrazione cittadina nell’ambito di una coalizione di centro-destra.
Seguendo una certa logica di “spartizione”, a un Palazzo Cabrino a guida “verde Carroccio” poteva esserci un dirimpettaio Palazzo Natta con al vertice un “azzurro”: è accaduto con Maurizio Pagani negli anni a cavallo del cambio di millennio e poi ancora con Diego Sozzani. Ora non più. Il nuovo “asse” (per fortuna non Roma-Berlino) ha fatto sì che l’interlocutore principale del partito ora rappresentato a livello nazionale da Matteo Salvini finisse per diventare Fratelli d’Italia, che a livello locale ha da tempo come elemento di spicco il senatore Gaetano Nastri, quello che non pochi reputano sia il vero “primo cittadino ombra” del capoluogo… Un partito che esprime (e punta a farlo ancora per tempo) il presidente della Provincia (Federico Binatti), un vicesindaco a Novara (Franco Caressa), un congruo numero di assessori e un gruppo consiliare coeso, risultato di un mix fra l’esperienza di Angelo Tredanari, l’esuberanza (qualche volta eccessiva) di Ivan De Grandis e la moderatezza di Michele Contartese (guarda caso un fuoriuscito di FI); un gruppo che punta a crescere ancora di più con un successo elettorale.
E Forza Italia? Con il trascorrere del tempo ha finito, sulla falsariga di quanto accaduto a livello nazionale, per ridimensionarsi, pagando anche, cinque anni fa, una scelta “suicida” di dividersi fra quelli che scelsero di sostenere Canelli e quanti – seguendo la linea ufficiale – appoggiarono Daniele Andretta, oggi anche lui divenuto un “supporter esterno” del partito di Giorgia Meloni. Un’anomalia, nella Forza Italia novarese, che all’epoca portò alla nascita della lista civica “Forza Novara”; una frattura poi ricomposta almeno sulla carta, ma che ha lasciato pesanti strascichi in un partito che nell’ultimo anno e mezzo ha finito per perdere molti pezzi per strada, che non ha saputo affrontare quel naturale ricambio generazionale fra i suoi dirigenti, che non ha provveduto a misurarsi con la celebrazione di un congresso richiesto a gran voce dalla sua piazza. Un partito che dalla fine del 2020 è guidato a livello provinciale dall’ex sindaco di Oleggio (ed ex vicepresidente della Provincia) Massimo Marcassa, “designato” per volere del coordinatore regionale Zangrillo, impegnato a fare non si sa cosa e con chi. Eppure le possibilità per risalire la china potevano essere facilmente individuate. A fronte di una radicalizzazione del centro-destra, FI poteva, seppur retrocessa da guida a “terza gamba” della coalizione, raccogliere non poco pescando in un elettorato moderato-liberal-conservatore che non si riconosce né in Salvini né in Meloni. Poteva prima che qualcuno pensasse di trasformare “Forza Novara” in una sorta di “partitino di Canelli” in grado di pescare voti nello stesso bacino e dove dovrebbe correre il consigliere provinciale Andrea Crivelli.
Tante difficoltà che il partito starebbe affrontando, nonostante in suo soccorso sia giunto negli ultimi tempi un personaggio come l’ex presidente regionale della Lega Roberto Cota, anche nella semplice compilazione di una lista di candidati per il consiglio comunale. Al fianco dei consiglieri uscenti Gerardo Murante e Pietro Gagliardi, potrebbe infatti finalmente trovare spazio Francesca Riga (a lungo “eterna promessa giovanile”) e qualche altro, visto che i “no, grazie” non sarebbero pochi, sia femminili (Anna Maria Mellone?) che maschili. Ma con la data delle elezioni non ancora fissata, ci sarebbe tempo per rimediare. Forse…