A dispetto di tutti i sondaggi sfavorevoli il Pd nel Piemonte 2 (il maxi collegio che comprende le quattro province del “Quadrante” e in questo caso anche l’Alessandrino) è pronto a dare battaglia sino all’ultimo voto. Questo l’intento che i candidati “dem” (inseriti nella lista di centrosinistra “Italia democratica e progressista”) hanno lasciato intendere questa mattina, lunedì 29 agosto, a Verbania nel corso nella prima tappa del “tour” itinerante di incontri con la stampa locale nei capoluoghi delle province interessate.
A fare gl onori di casa, nella sede provinciale del Vco, il parlamentare uscente Enrico Borghi, in corsa come capolista nel plurinominale per il Senato: «L’aspetto politico principale – ha esordito – è quello che gli elettori sappiano che presentiamo candidature nelle condizioni di arrivare direttamente in Parlamento senza contributi alchemici da parte di altre zone del Paese. Quella del Piemonte 2 è una realtà molto complessa, al centro di quattro polarità rappresentate dalla Svizzera a nord, da Genova al sud, Torino a ovest e Milano a est che risucchiano tante risorse umane».
Dal 1994, ha ricordato, «questi territori hanno sempre premiato la destra, che ha però giocato sulla contrapposizione con le vicine metropoli. Noi vogliamo invece metterli in relazione, contro il rischio di ritrovarsi con un guscio vuoto che si avviti su se stesso. E’ arrivato il momento di cambiare». Anche per questo «il Pd si è impegnato in uno sforzo di allargamento, per la costruzione di un centrosinistra di Governo, alternativo alla destra sovranista».
Il dialogo avviato con altre forze politiche “vicine” ha portato alla formazione di liste che comprendono esponenti come Federico Fornaro, capogruppo uscente a Montecitorio di LeU, capolista alla Camera nel plurinominale: «Ci troviamo di fronte per la prima volta a un avversario di destra-centro – così l’esponente alessandrino – Noi vogliamo dare un’alternativa a quella cultura del sovranismo e dei “muri”, per un’Italia che sappia affrontare sfide epocali. I cittadini e le imprese ci chiedono protezione, occorre dare una risposta, ma da sinistra. E poi credere in un ruolo dell’Europa, non pensare di risolvere i problemi da soli, passando per i diritti civili e sociali. La nostra è un’altra idea di Italia, contro alcuni messaggi semplificatori della destra». E ancora una considerazione sulla sua candidatura quasi “blindata” che aveva sollevato qualche mugugno nelle ultime settimane: «Non mi considero un “paracadutato”. Il Piemonte 2 rappresenta un insieme di territori che conosco molto bene. Per me è un onore e un privilegio essere capolista. E’ stata una decisione che fa parte di un accordo di coalizione impegnata a unire e allargarsi, contro una destra che appare unita solo al momento del voto».
Assente per motivi di lavoro il segretario provinciale Rossano Pirovano (candidato al Senato) la parola è poi andata all’altra novarese Emanuela Allegra, che segue Fornaro nel “listino” plurinominale alla Camera, oltre ad essere stata confermata nell’uninominale dopo la “vicenda Castelli”: «Penso – ha affermato la segretaria cittadina novarese del Pd – che la mia candidatura possa portare qualche voto in più; anche per questo ho voluto assumermi questa responsabilità, ma anche questa opportunità che mi ha dato il partito. Al centro del mio programma colloco scuola e cultura, perché la deriva di questi settori si trova davvero dietro l’angolo e necessitano di più risorse. Il rischio è quello di un ritorno al Medioevo». Poi «lo sport, ma senza togliere nulla alla sanità come vorrebbe qualcuno (riferimento a quanto dichiarato nei giorni scorsi dall’ex pallavolista Mastrangelo, in corsa per la Lega, ndr), i diritti e le pari opportunità, contro un’idea che si sta facendo la destra circa il futuro ruolo delle donne».
Ecco allora, oltre ad Allegra, altre due donne in corsa. Rita Rossa, ex sindaca di Alessandria, corre alle spalle di Borghi nel plurinominale per Palazzo Madama: «Dobbiamo rimettere in campo la passione politica in una fase come questa in cui la fretta e la velocità fa propendere più sull’omologazione. Invece occorre dare più voce alla democrazia in una società che davvero concretizzi le pari opportunità, contro una destra che ha come proposta far pagare la stessa percentuale di tasse a chi possiede redditi diversi».
Infine Mariella Moccia, segretaria provinciale del Pd vercellese, già assessore nella giunta di Maura Forte, candidata nell’uninominale Vercelli – Biella e nel plurinominale Piemonte 2: «La situazione non è assolutamente semplice – ha detto – ma sono convinta che più dell’arrivo conti il percorso che verrà fatto. Davanti a noi abbiamo una destra che sta facendo una campagna elettorale a colpi di slogan. Invece bisogna dare agli elettori risposte che non si possano risolvere in due parole, ma più concretezza».
Nell’insieme il messaggio che i candidati della coalizione di centrosinistra vogliono trasmettere è in ogni caso quello che la partita non sia affatto chiusa: «Chiediamo ai cittadini un voto per non fare tornare indietro l’Italia, ora che grazie a Draghi il nostro Paese era tornato a contare. Un’Italia rivolta all’Europa e che non imbocchi un’autostrada in direzione Budapest e Mosca… In uno scenario dove il rischio è quello che un elettore su due diserti il seggio è sugli indecisi che si dovrà lavorare».