Fine della storia (triste). I mesi di trattative spinose – in foto uno degli incontri – tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle nel tentativo di trovare un accordo per un campo largo alle prossime elezioni regionali di giugno insegnano che i matrimoni di convenienza non fanno mai una bella fine. Specie se, come in questo caso, vengono consumati prima ancora che sugli inviti vengano scritti i nomi degli sposi.
Il paragone potrebbe sembrare un po’ forzato, ma è quanto è successo in Piemonte da novembre a stamattina, quando il Partito Democratico, durante il congresso regionale, ha annunciato la candidatura di Gianna Pentenero alla presidenza della Regione. Dopo meno di due ore dall’annuncio, i 5 Stelle hanno dichiarato che sarebbero andati per la loro strada.
Dopo quasi mezz’ora di discorso, è stato il segretario regionale del Pd, Domenico Rossi, ad annunciare la candidatura di Pentenero, sottolineando che si è trattato di una scelta unitaria che ha certamente evitato la conta dei voti e una possibile spaccatura all’interno del partito, ma non la reazione indispettita dei pentastellati.
Una nota a firma non solo dai consiglieri regionali Sarah Disabato, che è anche la capogruppo e coordinatrice regionale, Sean Sacco e Ivano Martinetti, ma della senatrice Elisa Pirro e dei deputati Antonino Iaria e Chiara Appendino, quest’ultima vice presidente nazionale, i 5 Stelle hanno fatto sapere: «Apprendiamo la decisione maturata dal Partito Democratico di ufficializzare la candidatura di Gianna Pentenero. Registriamo questo cambio di passo e di metodo, una decisione che cozza con il dialogo che – seppur tra difficoltà e differenze – era stato intavolato in trasparenza e franchezza in questi mesi per definire gli aspetti programmatici di una proposta politica condivisa e unitaria. Alla luce di tutto questo, nei prossimi giorni il Movimento 5 Stelle illustrerà il proprio programma elettorale e avvierà il percorso per la scelta del proprio candidato Presidente – convinto che il nodo per far voltare pagina al Piemonte sia quello di un’agenda programmatica all’altezza della volontà di cambiamento richiesta dai cittadini».
Qualcuno dice meglio adesso che dopo, qualcun altro che invece non è ancora finita.
Una risposta
Un suicidio,nemmeno assistito!!