Primi rumors precongressuali in casa del Partito Democratico. Dopo un preliminare incontro tenutosi all’indomani del voto politico dello scorso 25 settembre, sarebbero già iniziate le grandi manovre in vista dell’appuntamento dal quale dovrebbe uscire il nome del successore di Enrico Letta. Al momento non si conoscono ancora scadenze certe e qualcuno ha persino ipotizzato che (nella peggiore delle ipotesi) possa trascorrere quasi un anno prima che si possa celebrare il congresso. Cosa che a questo punto significherebbe abbinare l’assise nazionale a quello di una serie di realtà locali, incluso regionale e il provinciale di Novara.
Bisognerà vedere come e in che modo potrebbero reagire gli attuali dirigenti di fronte di quanto emerso, solo per fare un esempio, nello scorso weekend a Roma in occasione dell’incontro “Coraggio Pd”. Partita dal Parlamento europeo, l’iniziativa si è poi estesa a macchia d’olio sui territori sino alla capitale, dove nell’auditorium di viale Manzoni sono ritrovate qualcosa come cinquecento persone, gran parte under 40, molti amministratori e non tutti iscritti al partito.
A guidare la delegazione novarese il consigliere regionale Domenico Rossi, che definisce l’evento «un ottimo trampolino di lancio per riflettere sull’avio di una fase realmente costituente all’interno del Pd. Tanti sono stati quelli che hanno insistito sulla necessità di un rinnovamento della proposta politica e della classe dirigente». Per Rossi, al di là dell’insuccesso elettorale, «esiste un Pd ricco di energie, di idee e di giovani amministratori capaci, che faticano a trovare rappresentanza nel partito e nell’opinione pubblica. Un patrimonio che nessuno può permettersi di sprecare».
«A Roma abbiamo partecipato insieme a tanti giovani provenienti da tutta Italia – gli ha fatto eco il consigliere comunale Mattia Colli Vignarelli – perché vogliamo fare la nostra parte; perché nei prossimi mesi non si perda tempo a cambiare tutto perché nulla cambi».
Ancora Rossi: «Credo sia fondamentale che non si tratti solo di essere più o meno di sinistra, ma chiedersi come fare in modo che alcune idee e alcuni valori tornino a essere maggioritari e condivisi in una società che si sposta sempre di più a destra».
Il primo test o banco di prova – seppure limitato alla nostra realtà locale, ma di sicuro ce ne saranno altre in tutta Italia – potrebbe già essere l’incontro di sabato. Occorrerà valutare che impatto potrebbe avere sull’apparato le richieste degli Under, già non visti molto bene da qualcuno e ridimensionato a una semplice “nuova corrente”.