Italia Viva scende in piazza venerdì 10 giugno ad Arona e a Novara per invitare gli elettori, in un ultimo appello, a votare “sì” ai cinque quesiti del referendum abrogativo sulla giustizia in programma domenica prossima.
«In un silenzio anomalo che avvolge l’appuntamento referendario, a livello nazionale e locale, da parte dei giornali e delle televisioni – hanno dichiarato i coordinatori provinciali di Italia Viva, Lella Nava (in foto) e Giuseppe Genoni – ad Arona, dalle ore 9,30 alle ore 12,30, in Corso Repubblica, e a Novara, dalle ore 16 alle ore 19, in Piazza Duomo, Italia Viva illustrerà le ragioni dei cinque Sì per una giustizia giusta. Il primo SÌ (scheda rossa) vuole riformare la legge Severino, abolendo la norma che prevede l’incandidabilità e la cessazione automatica dall’incarico di eletti condannati nei primi gradi di giudizio, spesso utilizzata come un’arma politica. Il secondo SÌ (scheda arancione) ha come obiettivo quello di limitare la carcerazione preventiva, abrogando la norma che prevede la valutazione soggettiva se un imputato va messo in carcere perché potrebbe reiterare il reato quando magari alla fine del processo è assolto.
«SÌ anche sulla scheda gialla (terzo quesito) per approvare la separazione delle carriere tra magistratura – hanno proseguito i coordinatori – giudicante e pubblici ministeri, così da dare maggiore terzietà nelle funzioni a garanzia dei cittadini. Il quarto SÌ (scheda grigia) è per far sì che le valutazioni dei magistrati siano effettuate non solo da magistrati (con i giochi di corrente) nei consigli giudiziari ma da rappresentanti dell’avvocatura e del mondo accademico. Infine, il quinto SÌ (scheda verde) ha l’obiettivo di ridurre il peso delle correnti nella magistratura eliminando la norma che prevede che per candidarsi al Consiglio superiore della magistratura i magistrati debbano raccogliere firme tra i colleghi ordinari. Italia Viva è schierata per una battaglia che crei maggiori garanzie per i cittadini e per superare il populismo giustizialista che il Parlamento non è in grado di riformare».