Se una legislatura parlamentare fosse un campionato (di qualsiasi disciplina) il cambiamento di squadra di un giocatore di una certa importanza rappresenta una notizia di rilievo. Così è anche nella politica, dove a tenere banco è il salto del senatore ossolano Enrico Borghi dal Pd a Italia Viva. E se anche qui la squadra che si vede privata di un suo elemento mastica amaro, quella invece che da questo momento lo ha in forza non può che esprimere la propria soddisfazione.
Il primo a definirla una notizia positiva – «Per due ragioni» – è stato il coordinatore provinciale di Novara di Italia Viva, Giuseppe Genoni (in foto): «Borghi è una persona seria e preparata; ha grande competenza della politica nazionale e nello stesso tempo conosce bene i nostri territori». Il perché è presto spiegato: «E’ stato parlamentare due volte eletto nel “quadrante” e ora senatore di tutte le province del Piemonte, esclusa Torino. Rappresenta la nostra comunità, la provincia, e si aggiunge con il suo passaggio ad Italia Viva all’attività svolta dagli altri parlamentari, da Ivan Scalfarotto a Luigi Marattin. Si tratta di una squadra molto forte e competente che pochi gli altri partiti non possono forse vantare».
Poi Genoni ha spostato l’attenzione sul suo partito: «Nonostante i tentativi dei mass media per attribuire a Italia Viva un’immagine negativa o per sminuirla con discredito per il 2%, il partito di Matteo Renzi rappresenta invece l’unica alternativa oggi possibile in Italia e viene infatti scelto per le forte idee che rappresenta». Quindi un affondo alla maggioranza: «La destra della Meloni fa finta di credere nella liberaldemocrazia e nel libero mercato ma nello stesso tempo difende solo i balneari e gli ambulanti. Eppure, in questo scenario, c’è il rischio che gli elettori liberali del nostro Paese, che sono molto più numerosi di quanto sembri, possano essere attratti dal partito della premier e questo anche grazie alle scelte del Pd sotto la guida di Elly Schlein».
Per Genoni i “dem” di oggi vogliono rappresentare «un partito della sinistra massimalista, che strizza l’occhio al populismo del Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte e fa fatica a prendere posizioni chiare sulla libertà e l’indipendenza dell’Ucraina o sui termovalorizzatori. Mi chiedo come chi, ieri, era riformista, garantista, aveva a cuore la crescita economica del Paese e l’importanza dei valori quali il merito, la competenza e l’impegno, possa, oggi, riconoscersi in quello che è diventato il Pd. Ieri erano quasi tutti renziani e riformisti, oggi tutti entusiasti del pauperismo, del giustizialismo e del debito pubblico: com’è possibile? L’antipatia per Renzi ha fatto dimenticare i valori della liberaldemocrazia e del riformismo, delle imprese e delle competenze?».
Infine, l’ingresso di Enrico Borghi in Iv «contribuirà ancora di più ad allontanare le polemiche di questi giorni all’interno del cosiddetto Terzo Polo. Nonostante le dure parole di Calenda, poi in parte rettificate, gli iscritti e i dirigenti locali di Italia Viva e Azione hanno scelto di continuare a lavorare insieme nei territori, perché convinti della validità del progetto riformista. Con l’arrivo di Enrico Borghi il progetto riformista cresce e crescerà anche nella nostra Regione».