La guerra fratricida della sinistra si consuma sullo stipendio del sindaco. È successo che la scorsa settimana il coordinatore di Azione Novara (Terzo Polo), Sergio De Stasio, abbia espresso in un comunicato poi ripreso dalla stampa novarese, la sua contrarietà nei confronti del sindaco Alessandro Canelli e della sua giunta, colpevoli di aver «colto al volo l’opportunità offerta dal legislatore di aumentarsi esponenzialmente le relative indennità, portandole a livelli stipendiali da fare invidia alle più importanti figure apicali della pubblica amministrazione e del settore privato». Aumenti che, lo ricordiamo, sono stati approvati un anno fa con la legge di bilancio 2022 su proposta del governo Draghi.
È poi successo che nei giorni successivi alle dichiarazioni di De Stasio, il Corriere di Novara abbia interpellato sull’argomento sia il sindaco – che ha dichiarato di aver applicato una norma nazionale, specificando che gli aumenti sono finanziati dallo Stato e non impattano sul bilancio comunale – sia il consigliere e segretario provinciale del Partito Democratico, Rossano Pirovano, il quale non solo ha difeso la posizione del primo cittadino, ma non ha nemmeno risparmiato pesanti critiche nei confronti dell’antagonista De Stasio specificando che forse non si era ancora ripreso dalla batosta elettorale.
Una stilettata andata a segno tanto che l’esponente del partito di Calenda, ancora una volta attraverso una nota, ha impiegato meno di ventiquattro ore per attaccare l’ex compagno di partito Pirovano. Non bisogna dimenticare, infatti, che De Stasio, prima di approdare in Azione ed essere nominato coordinatore, è stato segretario provinciale del Pd.
Dopo una lunga premessa sulla legittimità dell’adeguamento legislativo e sull’opportunità di esercitarne il diritto/dovere, De Stasio ha dichiarato: «È probabile che Pirovano abbia problemi di comprensione del testo scritto e/o della lingua italiana. Dobbiamo prendere atto, proprio sulla scorta dello “scomposto” intervento del consigliere, di come la difesa dei privilegi in questo caso sia del tutto trasversale, con buona pace di una politica che è valoriale unicamente a parole ma spesso non vede tradotti gli ideali tanto sbandierati nel quotidiano. Forse il consigliere Pirovano farebbe meglio ad occuparsi principalmente del Partito Democratico, che di batoste elettorali ultimamente se ne intende, producendosi, ove occorra, in una sana autocritica».
Insomma, un rimpallo divenuto presto una vera e propria guerra fratricida nella quale il “nemico” non è più il sindaco leghista e la sua giunta di centro destra, quanto piuttosto l’ex fuoco amico del Partito Democratico da una parte e di Azione dell’altra.
Si sa che in politica le dinamiche locali sono lo specchio di quelle nazionali e questo stato di salute più che mai precario delle opposizioni sconta la continuazione del contesto elettorale: il clima è sempre più teso e non si vede all’orizzonte la possibilità di un fronte unico. Anzi, forse le sorprese non sono finite perchè se è quasi certo che l’unità non rappresenta più la forza del centro sinistra, è altrettanto ammissibile che i probabili cambi di rotta di alcuni esponenti rimasti a lungo nel silenzio potrebbero determinare se non addirittura destabilizzare i futuri equilibri politici della città.