«Lavoro per andare al ballottaggio. Voglio cambiare la mia Novara»

Mario Iacopino, candidato sindaco per il Movimento 5 Stelle, si racconta: «Quartieri vivibili e spazi verdi, bisogna partire da qui»

«Lavoriamo per andare al ballottaggio e qualcuno mi dice che sono pazzo. Io non sono pazzo, sono determinato e quando mi metto qualcosa in testa nessuno può farmi cambiare idea». Mario Iacopino, 38 anni, novarese di adozione, dopo essere stato consigliere comunale per tre anni e poi nominato capogruppo negli ultimi due, ora è il candidato sindaco per il Movimento 5 Stelle. «C’è chi continua a ripetere: Canelli ha già vinto al primo turno. Ma che noia, bisogna spostare la prospettiva».

È per questo che ha deciso di candidarsi?

L’ho deciso perchè la città è ferma e non cresce, stiamo perdendo abitanti e attrattività sul decoro e la qualità della vita e i quartieri sono dei dormitori. Chi ha amministrato finora, ha sempre e solo pensato al centro. Il Covid, invece, ci ha fatto ripensare all’importanza degli spazi anche all’aperto a disposizione che non vengono utilizzati, che possono offrire maggiore aggregazione, sempre più importanti per il futuro che ci aspetta.

Quali sono secondo lei?

Quelli che noi chiamiamo “La periferia a 500 metri”: creare nei quartieri grandi aree pedonali per ritrovarsi con negozi di vicinato e aree attrezzate per lo sport: le persone devono trovarsi bene nei loro quartieri: se esci di casa, o vai in centro oppure non sai dove andare; Novara non offre alternative. Ogni zon, invece, dovrà avere un parco da valorizzare: negli ultimi tempi l’amministrazione ha provveduto a fare pulizia, manutenzione, controlli nei polmoni verdi così come non era mai avvenuto prima. Vorrei che fossimo sempre a tre mesi dalle elezioni.

A proposito, se ripensa a cinque anni fa quando ha cominciato, avrebbe immaginato di diventare capolista?

È stato un percorso: oggi mi sento pronto e consapevole: ho studiato e lavorato, non ho dormito la notte e ogni promessa fatta e non mantenuta me la ricordo a memoria. Lavoro ad Arona, c’è stato un momento in cui ho pensato di andarmene, ma poi ho cominciato a credere che ci fosse bisogno di migliorare e che con il mio gruppo avrei potuto farlo. Finora ho visto tanti fondi e poche idee, voglio dare una svolta. Purtroppo tanti giovani preferiscono andare a vivere dei comuni limitrofi perché trovano molti più servizi per le famiglie rispetto a quelli che Novara può offrire.

Quali sono le questioni più urgenti?

Quelle che passano dalla programmazione urbanistica. In questi cinque anni ho visto troppe fratture: abbiamo la grande possibilità del Recovery e ci sono già molte risorse ma questa amministrazione non è stata in grado di utilizzarle nel modo giusto. Ha avanzato 3 milioni di euro dal bilancio, non ha dovuto sostenere spese durante la pandemia, non ha partecipato a bandi, non ha idee, aspetta che arrivi il privato per fare una proposta. Di sicuro per cominciare è necessario scrivere un nuovo piano regolatore e rafforzare i servizi per gli universitari. E poi vorrei modificare alcuni regolamenti per creare momenti di confronto concreto con i cittadini mettendo a disposizione i bilanci.

Riassuma in tre punti il suo programma.

Politiche attive per i giovani, opera di rigenerazione urbana, impegno per rendere la città attrattiva con una sua identità. Ho sempre sentito parlare di Novara come hinterland di Milano, io non sono d’accordo. Noi siamo un’altra cosa e dobbiamo essere un punto di riferimento per tutto il Piemonte.

Cosa si aspetta da queste elezioni?

Non voglio parlare di numeri e percentuali, voglio dare il massimo e, come già detto, l’obiettivo è andare al ballottaggio: sarebbe un grande risultato.

Prima della candidatura ha pensato a eventuali alleanze con altre forze politiche?

Abbiamo provato a dialogare con il Partito Democratico ma non abbiamo trovato terreno fertile, per questo motivo abbiamo deciso di correre da soli e di rivolgerci a tutte quelle persone che sono state deluse dalle amministrazioni degli ultimi trent’anni.

Dunque la lista è fatta?

Possiamo definirla completata, sia con volti nuovi che con altri già impegnati in questi anni. Stiamo anche lavorando per creare una civica che ci possa affiancare. Ci sono tante persone giovani che ci stanno dando una mano e che credono nel cambiamento.

Definisca i suoi avversari in una parola.

Canelli è un influencer, Fonzo molto preparato, De Stasio purtroppo non lo conosco e infine Esposito che guardo con curiosità.

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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«Lavoro per andare al ballottaggio. Voglio cambiare la mia Novara»

Mario Iacopino, candidato sindaco per il Movimento 5 Stelle, si racconta: «Quartieri vivibili e spazi verdi, bisogna partire da qui»

«Lavoriamo per andare al ballottaggio e qualcuno mi dice che sono pazzo. Io non sono pazzo, sono determinato e quando mi metto qualcosa in testa nessuno può farmi cambiare idea». Mario Iacopino, 38 anni, novarese di adozione, dopo essere stato consigliere comunale per tre anni e poi nominato capogruppo negli ultimi due, ora è il candidato sindaco per il Movimento 5 Stelle. «C’è chi continua a ripetere: Canelli ha già vinto al primo turno. Ma che noia, bisogna spostare la prospettiva».

È per questo che ha deciso di candidarsi?

L’ho deciso perchè la città è ferma e non cresce, stiamo perdendo abitanti e attrattività sul decoro e la qualità della vita e i quartieri sono dei dormitori. Chi ha amministrato finora, ha sempre e solo pensato al centro. Il Covid, invece, ci ha fatto ripensare all’importanza degli spazi anche all’aperto a disposizione che non vengono utilizzati, che possono offrire maggiore aggregazione, sempre più importanti per il futuro che ci aspetta.

Quali sono secondo lei?

Quelli che noi chiamiamo “La periferia a 500 metri”: creare nei quartieri grandi aree pedonali per ritrovarsi con negozi di vicinato e aree attrezzate per lo sport: le persone devono trovarsi bene nei loro quartieri: se esci di casa, o vai in centro oppure non sai dove andare; Novara non offre alternative. Ogni zon, invece, dovrà avere un parco da valorizzare: negli ultimi tempi l’amministrazione ha provveduto a fare pulizia, manutenzione, controlli nei polmoni verdi così come non era mai avvenuto prima. Vorrei che fossimo sempre a tre mesi dalle elezioni.

A proposito, se ripensa a cinque anni fa quando ha cominciato, avrebbe immaginato di diventare capolista?

È stato un percorso: oggi mi sento pronto e consapevole: ho studiato e lavorato, non ho dormito la notte e ogni promessa fatta e non mantenuta me la ricordo a memoria. Lavoro ad Arona, c’è stato un momento in cui ho pensato di andarmene, ma poi ho cominciato a credere che ci fosse bisogno di migliorare e che con il mio gruppo avrei potuto farlo. Finora ho visto tanti fondi e poche idee, voglio dare una svolta. Purtroppo tanti giovani preferiscono andare a vivere dei comuni limitrofi perché trovano molti più servizi per le famiglie rispetto a quelli che Novara può offrire.

Quali sono le questioni più urgenti?

Quelle che passano dalla programmazione urbanistica. In questi cinque anni ho visto troppe fratture: abbiamo la grande possibilità del Recovery e ci sono già molte risorse ma questa amministrazione non è stata in grado di utilizzarle nel modo giusto. Ha avanzato 3 milioni di euro dal bilancio, non ha dovuto sostenere spese durante la pandemia, non ha partecipato a bandi, non ha idee, aspetta che arrivi il privato per fare una proposta. Di sicuro per cominciare è necessario scrivere un nuovo piano regolatore e rafforzare i servizi per gli universitari. E poi vorrei modificare alcuni regolamenti per creare momenti di confronto concreto con i cittadini mettendo a disposizione i bilanci.

Riassuma in tre punti il suo programma.

Politiche attive per i giovani, opera di rigenerazione urbana, impegno per rendere la città attrattiva con una sua identità. Ho sempre sentito parlare di Novara come hinterland di Milano, io non sono d’accordo. Noi siamo un’altra cosa e dobbiamo essere un punto di riferimento per tutto il Piemonte.

Cosa si aspetta da queste elezioni?

Non voglio parlare di numeri e percentuali, voglio dare il massimo e, come già detto, l’obiettivo è andare al ballottaggio: sarebbe un grande risultato.

Prima della candidatura ha pensato a eventuali alleanze con altre forze politiche?

Abbiamo provato a dialogare con il Partito Democratico ma non abbiamo trovato terreno fertile, per questo motivo abbiamo deciso di correre da soli e di rivolgerci a tutte quelle persone che sono state deluse dalle amministrazioni degli ultimi trent’anni.

Dunque la lista è fatta?

Possiamo definirla completata, sia con volti nuovi che con altri già impegnati in questi anni. Stiamo anche lavorando per creare una civica che ci possa affiancare. Ci sono tante persone giovani che ci stanno dando una mano e che credono nel cambiamento.

Definisca i suoi avversari in una parola.

Canelli è un influencer, Fonzo molto preparato, De Stasio purtroppo non lo conosco e infine Esposito che guardo con curiosità.

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Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore