M5S a Pernate contro la logistica. La candidata Disabato parla di politica: «Il Pd ha rotto il campo largo»

L'esponente grillina in corsa per la presidenza della Regione ha spiegato la mancata intesa con il Pd in occasione dell'appuntamento elettorale

Non una passerella ufficiale. Quella ci sarà a breve, quando saranno svelati anche i nomi dei candidati penstastellati novaresi che correranno nel collegio provinciale per un seggio a Palazzo Lascaris e – forse – qualcuno inserito nel suo listino. Ma Sarah Disabato, due mandati alle spalle come consigliera regionale e ora candidata grillina alla presidenza della Regione Piemonte, ha scelto Pernate come sua prima uscita sul nostro territorio da quando è iniziata la sua corsa elettorale. Così domenica mattina, insieme all’europarlamentare Maria Angela Danzì (conosciuta per aver ricoperto l’incarico di segretario generale del Comune di Novara durante l’amministrazione Ballaré), al rappresentante del gruppo territoriale di Novara e provincia del M5S Marco Costantino, al consigliere regionale Sean Sacco, al capogruppo a Palazzo Cabrino Mario Iacopino e al suo predecessore Luca Zacchero.

Sarah Disabato e tutto il Movimento 5 Stelle hanno scelto Pernate, appoggiando in toto la battaglia che nella frazione novarese sta conducendo il Comitato contro la realizzazione dell’insediamento logistico. Una battaglia, quella contro il consumo di suolo, condotta a livello locale proprio insieme al Partito Democratico. E se è stato sottolineato in diverse circostanze l’intesa raggiunta con il principale partito del centrosinistra in occasione delle elezioni amministrative (iniziando nella vicina Galliate), ci si è chiesti come mai il cosiddetto “campo largo” non sia stato riproposto nella competizione più importante, quella per impedire un secondo mandato al governatore uscente Alberto Cirio.

Da questo punto di vista Disabato è stata chiara nell’esporre il punto vista suo e dei “grillini”: «Non siamo stati noi a rompere il dialogo, ma piuttosto il Pd, quando ha deciso di designare una sua candidata alla presidenza della Regione». Ma a scavare in qualche modo il solco ci sarebbero anche diverse posizioni programmatiche: «Se su temi come l’ambiente e il consumo di suolo condividiamo molte cose con il Pd, non altrettanto sulla sanità, dove siamo contrari alla realizzazione del nuovo ospedale utilizzando lo strumento del partenariato pubblico – privato», visto come un vero e proprio fumo negli occhi: «Per una nuova struttura meglio utilizzare tutti i fondi pubblici eventualmente disponibili».

Tanta curiosità anche per sentire Maria Angela Danzì, che più di altri ha avuto modo di vedere da vicino, nel suo ruolo “tecnico”, l’operato dell’amministrazione di centrosinistra. Partendo da quell’esperienza non ha mancato di ricordare tanto gli errori quanto le cose positive. Da lei è arrivato addirittura quasi un manifesto elettorale per chi chi dovrà succedere ad Alessandro Canelli. In primo piano sempre l’azzeramento del consumo di suolo in vista del nuovo Piano regolatore, ma anche il progetto interrotto nel recupero delle caserme e delle aree degradate. Anche lei ha bocciato il partenariato pubblico – privato.

«Novara ha già dato», ha detto, ricordando le conseguenze di «scelte scellerate come lo Sporting che hanno rischiato di mandare in dissesto il Comune». Per quanto riguarda l’insediamento di Pernate, dal suo osservatorio di Bruxelles ha consigliato al Comitato «di presentare al Parlamento europeo una petizione per bloccare il progetto, come fatto in occasione dell’ampiamento di Malpensa». Dal canto loro Sacco, Iacopino e la stessa Disabato hanno stigmatizzato la cosiddetta “pubblica utilità” dell’insediamento logistico: «Ma quale pubblica utilità? Stiamo parlando di un capannone, non di un ospedale. E’ un vero scempio».

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M5S a Pernate contro la logistica. La candidata Disabato parla di politica: «Il Pd ha rotto il campo largo»

L’esponente grillina in corsa per la presidenza della Regione ha spiegato la mancata intesa con il Pd in occasione dell’appuntamento elettorale

Non una passerella ufficiale. Quella ci sarà a breve, quando saranno svelati anche i nomi dei candidati penstastellati novaresi che correranno nel collegio provinciale per un seggio a Palazzo Lascaris e – forse – qualcuno inserito nel suo listino. Ma Sarah Disabato, due mandati alle spalle come consigliera regionale e ora candidata grillina alla presidenza della Regione Piemonte, ha scelto Pernate come sua prima uscita sul nostro territorio da quando è iniziata la sua corsa elettorale. Così domenica mattina, insieme all’europarlamentare Maria Angela Danzì (conosciuta per aver ricoperto l’incarico di segretario generale del Comune di Novara durante l’amministrazione Ballaré), al rappresentante del gruppo territoriale di Novara e provincia del M5S Marco Costantino, al consigliere regionale Sean Sacco, al capogruppo a Palazzo Cabrino Mario Iacopino e al suo predecessore Luca Zacchero.

Sarah Disabato e tutto il Movimento 5 Stelle hanno scelto Pernate, appoggiando in toto la battaglia che nella frazione novarese sta conducendo il Comitato contro la realizzazione dell’insediamento logistico. Una battaglia, quella contro il consumo di suolo, condotta a livello locale proprio insieme al Partito Democratico. E se è stato sottolineato in diverse circostanze l’intesa raggiunta con il principale partito del centrosinistra in occasione delle elezioni amministrative (iniziando nella vicina Galliate), ci si è chiesti come mai il cosiddetto “campo largo” non sia stato riproposto nella competizione più importante, quella per impedire un secondo mandato al governatore uscente Alberto Cirio.

Da questo punto di vista Disabato è stata chiara nell’esporre il punto vista suo e dei “grillini”: «Non siamo stati noi a rompere il dialogo, ma piuttosto il Pd, quando ha deciso di designare una sua candidata alla presidenza della Regione». Ma a scavare in qualche modo il solco ci sarebbero anche diverse posizioni programmatiche: «Se su temi come l’ambiente e il consumo di suolo condividiamo molte cose con il Pd, non altrettanto sulla sanità, dove siamo contrari alla realizzazione del nuovo ospedale utilizzando lo strumento del partenariato pubblico – privato», visto come un vero e proprio fumo negli occhi: «Per una nuova struttura meglio utilizzare tutti i fondi pubblici eventualmente disponibili».

Tanta curiosità anche per sentire Maria Angela Danzì, che più di altri ha avuto modo di vedere da vicino, nel suo ruolo “tecnico”, l’operato dell’amministrazione di centrosinistra. Partendo da quell’esperienza non ha mancato di ricordare tanto gli errori quanto le cose positive. Da lei è arrivato addirittura quasi un manifesto elettorale per chi chi dovrà succedere ad Alessandro Canelli. In primo piano sempre l’azzeramento del consumo di suolo in vista del nuovo Piano regolatore, ma anche il progetto interrotto nel recupero delle caserme e delle aree degradate. Anche lei ha bocciato il partenariato pubblico – privato.

«Novara ha già dato», ha detto, ricordando le conseguenze di «scelte scellerate come lo Sporting che hanno rischiato di mandare in dissesto il Comune». Per quanto riguarda l’insediamento di Pernate, dal suo osservatorio di Bruxelles ha consigliato al Comitato «di presentare al Parlamento europeo una petizione per bloccare il progetto, come fatto in occasione dell’ampiamento di Malpensa». Dal canto loro Sacco, Iacopino e la stessa Disabato hanno stigmatizzato la cosiddetta “pubblica utilità” dell’insediamento logistico: «Ma quale pubblica utilità? Stiamo parlando di un capannone, non di un ospedale. E’ un vero scempio».

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