No pass vestiti da deportati: condanna unanime del Consiglio comunale, ma Fdi fa togliere “Resistenza” dalla mozione

L'assemblea ha approvato il testo proposto dal Pd, ma solo dopo che Fdi ha chiesto e ottenuto la sostituzione della parola “Resistenza” con “frutto dell'impegno di donne e uomini”. Fonzo: «L'importante era dare un segnale forte»

Un segnale di condanna dall’intero consiglio comunale nei confronti della manifestazione dei No green pass di sabato 30 ottobre, quando i partecipanti al corteo avevano sfilato mascherati da prigionieri dei lager nazisti. Nella seduta di ieri, 11 novembre, l’assemblea ha, infatti, approvato all’unanimità una mozione di censura proposta dal Pd. Al sì condiviso si è però giunti al termine di un percorso un po’ tortuoso, frutto di una mediazione telefonica, con un emendamento proposto dalla maggioranza di centrodestra che lo schieramento di minoranza ha finito per accogliere unicamente per dare «un segnale forte», seppur con qualche mugugno. Nel testo originario del documento si poteva leggere un riferimento alla Resistenza, parola che evidentemente ancora fa sobbalzare qualche esponente della maggioranza: l’emendamento, infatti, voluto dalla maggioranza ed esposto dal capogruppo di Fratelli d’Italia, Michele Ragno, ha di fatto sostituito “Resistenza” con “frutto dell’impegno di donne e uomini” allo scopo di «rafforzare questa mozione e renderla ancora più inclusiva».

Nella sua replica il capogruppo del Pd Nicola Fonzo (nell’immagine) ha detto di accettare l’emendamento «perché l’obiettivo prioritario è quello che tutto il consiglio comunale esprima la propria ferma condanna nei confronti di un’offesa di cui la città è stata vittima». Più deciso è stato il collega Mattia Colli Vignarelli: «Se pensare che togliere la parola “Resistenza” renda la mozione più inclusiva mi chiedo chi possa sentirsi escluso. E’ una cosa molto grave che dobbiamo sottolineare, perché riteniamo che la Resistenza e l’antifascismo costituiscano dei pilastri importanti nella storia della nostra costituzione e del nostro Paese. Il valore principale è approvare questa mozione: lo facciamo, va bene, ma il peso delle parole a volte va tenuto in considerazione».

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L’assemblea ha approvato il testo proposto dal Pd, ma solo dopo che Fdi ha chiesto e ottenuto la sostituzione della parola “Resistenza” con “frutto dell’impegno di donne e uomini”. Fonzo: «L’importante era dare un segnale forte»

Un segnale di condanna dall’intero consiglio comunale nei confronti della manifestazione dei No green pass di sabato 30 ottobre, quando i partecipanti al corteo avevano sfilato mascherati da prigionieri dei lager nazisti. Nella seduta di ieri, 11 novembre, l’assemblea ha, infatti, approvato all’unanimità una mozione di censura proposta dal Pd. Al sì condiviso si è però giunti al termine di un percorso un po’ tortuoso, frutto di una mediazione telefonica, con un emendamento proposto dalla maggioranza di centrodestra che lo schieramento di minoranza ha finito per accogliere unicamente per dare «un segnale forte», seppur con qualche mugugno. Nel testo originario del documento si poteva leggere un riferimento alla Resistenza, parola che evidentemente ancora fa sobbalzare qualche esponente della maggioranza: l’emendamento, infatti, voluto dalla maggioranza ed esposto dal capogruppo di Fratelli d’Italia, Michele Ragno, ha di fatto sostituito “Resistenza” con “frutto dell’impegno di donne e uomini” allo scopo di «rafforzare questa mozione e renderla ancora più inclusiva».

Nella sua replica il capogruppo del Pd Nicola Fonzo (nell’immagine) ha detto di accettare l’emendamento «perché l’obiettivo prioritario è quello che tutto il consiglio comunale esprima la propria ferma condanna nei confronti di un’offesa di cui la città è stata vittima». Più deciso è stato il collega Mattia Colli Vignarelli: «Se pensare che togliere la parola “Resistenza” renda la mozione più inclusiva mi chiedo chi possa sentirsi escluso. E’ una cosa molto grave che dobbiamo sottolineare, perché riteniamo che la Resistenza e l’antifascismo costituiscano dei pilastri importanti nella storia della nostra costituzione e del nostro Paese. Il valore principale è approvare questa mozione: lo facciamo, va bene, ma il peso delle parole a volte va tenuto in considerazione».

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