Non entrerà in Parlamento – come non entrerà in Senato il collega Rossano Pirovano – ma nella sola città di Novara è stata votata da 13.759 persone (pari al 29,27% degli elettori) ottenendo 771 voti “personali”, cioè croci sul suo nome senza indicare un simbolo tra i partiti collegati. Novara è la sua città, ma la performance è stata ripetuta anche a livello provinciale (almeno guardando al totale dei voti dei 14 comuni oltre 5mila abitanti) dove ha superato i 30mila consensi (27,47%) ottenendone 1.469 “personali”.
Milù Allegra è abituata ai “grandi numeri”: è stata la più votata alle amministrative del 2016 e del 2021, quando si era presentata per il Partito Democratico di cui è da poco meno di un anno segretaria cittadina. Ieri figurava all’uninominale per il centrosinistra e al proporzionale per il Pd, ma anche qui senza speranze.
Anche nel novarese, come nel resto d’Italia, il centrosinistra non è riuscito a contenere l’onda impetuosa della coalizione di centrodestra, ma è un dato di fatto che il Pd abbia ottenuto una percentuale più elevata di voti rispetto alla Lega. In particolare in città – da vent’anni roccaforte del partito di Salvini – il distacco è netto: al Senato Pd 21,46%, Lega 11,77%; alla Camera Pd 21,89%, Lega 12,01%.
«È il segno che i candidati del territorio sono stati riconosciuti – afferma Allegra -. La situazione non cambia, ma questo significa che, almeno su Novara, il partito sta procedendo finalmente compatto nella direzione giusta: il lavoro è appena iniziato, ma il clima è positivo. Se in una città di destra in cui governa la Lega, il Pd porta a casa il 21%, vuol dire che la strada intrapresa è buona».
E se è vero che il segretario nazionale Enrico Letta traghetterà il partito verso un nuovo congresso avendo già espresso la volontà di lasciare dopo l’insuccesso elettorale, «mi auguro che l’esito possa essere di rinascita identificando in modo chiaro che cosa è il Pd. Però bisogna aprirsi perché non possiamo pensare di vincere da soli: chi ha fatto le coalizioni ha vinto, chi non le ha fatte, pur per motivi politici veri, ha perso» aggiunge Allegra pensando ora ai Cinquestelle, tutt’altro che spacciati, e un po’ dimenticando che il centrosinistra ha raggranellato alleati da Bonino e Di Maio fino a Fratoianni e forse, anche questo, ha influito.
E dunque conclude: «Non critico le scelte compiute a livello nazionale per queste elezioni: non c’erano né i tempi né i modi per larghe alleanze, ma per il futuro bisogna imparare a dialogare con le altre forze politiche perché presentarsi separati porta il governo, qualunque, anche a livello locale, a destra. Dobbiamo imparare a fare accordi sui contenuti e non solo sui numeri, confrontandoci su temi per i quali ci troviamo d’accordo: a Novara, ad esempio, con i 5 Stelle abbiamo condiviso diverse battaglie sull’ambiente e spesso abbiamo votato nella stessa direzione».
[In foto Allegra con Pirovano]