Il Canelli-bis punta alla continuità. Ma la minoranza accusa: «È un programma da primo mandato». Nella seconda seduta di consiglio di ieri, 11 novembre, il sindaco Alessandro Canelli ha annunciato le linee programmatiche dell’amministrazione «consapevoli del fatto – ha detto – che saranno cinque anni di fondamentale importanza dell’intero sistema Paese, alla luce della responsabilità che il comparto dei Comuni avrà nel gestire un’opportunità unica all’Italia con i fondi del Pnrr, ma anche di tutta quella massa di risorse che sono già a disposizione su determinate linee di azione. Una partita che dovrà essere gestita in maniera veloce, perché entro il 2026 le spese dovranno essere rendicontate».
Per Canelli sono tre i punti cardine: «La transizione ecologica con attenzione ai cambiamenti climatici, l’innovazione sociale e la formazione, ovvero dell’irrobustimento delle capacità formative all’interno dei territori, collegandole con le esigenze del mondo della produzione». Terzo punto è invece quello «di dare continuità all’attività di riqualificazione urbanistica e manutenzione che abbiamo iniziato nello scorso mandato». Per fare questo «abbiamo bisogno di avere bilanci sani, consapevoli del fatto che serviranno ulteriori risorse per la gestione». E ancora: «Occorre pensare a un cambiamento culturale delle persone. Il Pums (Piano urbano della mobilità sostenibile, ndr) sta per essere presentato e verterà su quattro pilastri come la creazione di altre undici rotonde, la soluzione al problema delle auto nella zona della stazione, la razionalizzazione del trasporto pubblico locale e il completamento delle piste ciclabili con l’allargamento della pedonalizzazione del centro storico».
Un’illustrazione condivisa dagli esponenti del centro destra, ma che non ha convinto le minoranze. Rossano Pirovano (Pd), pur apprezzandone la prima parte, non ha mancato di definirlo «il programma di chi si insedia per la prima volta, dimenticandosi che ha governato da cinque anni. Personalmente non sono contrario alla logistica, ma non vorrei che Novara diventasse la città dei capannoni e dei supermercati… di prossimità».
Altri temi sono sono stati affrontati da Piergiacomo Baroni (Insieme x Novara) il quale ha voluto porre l’accento sull’integrazione scolastica; Emanuela Allegra (Pd) ha chiesto pià spazio per le donne mentre Mario Iacopino (Movimento 5 Stelle) ha dichiarato: «Non si parla delle possibili infiltrazioni mafiose alla luce dell’arrivo di tante risorse. Dobbiamo stare attenti e tenere sempre le antenne dritte. Da parte nostra ci sarà un’opposizione severa ma propositiva».
E se per la dem Sara Paladini «la vostra continuità è data dal fatto di non aver fatto nulla», per il suo capogruppo Nicola Fonzo «le linee programmatiche sono un atto dovuto ma la sostanza la vedremo attraverso il Dup. L’intervento del sindaco è diverso, abbandona alcuni temi della campagna elettorale. Si parla di invertire il trend demografico, ma alcune proposte sembrano essere un rimedio peggiore del male. Non servono nuovi asili nido se non ci sono bambini. Il sindaco parla di nuovo Piano regolatore ma nel documento lo riduce in due parole. Dobbiamo qualificare le strutture e il personale che già abbiamo. La nostra opposizione non sarà pregiudiziale, anche se il nostro voto sarà convintamente contrario nell’interesse della città».
Nella replica pomeridiana Canelli, pur apprezzando alcuni interventi della minoranza ne ha rispediti altri al mittente: «Stiamo presentando linee programmatiche e indirizzi generali, non si tratta del Dup. La vera continuità è rappresentata dai discorsi della minoranza, che ascolto da cinque anni come un disco rotto. Gli argomenti dell’opposizione sono impalpabili». Poi il voto, 20 sì e 7 no.
In apertura, invece, il consiglio ha votato la presa d’atto con cui il capogruppo di Fratelli d’Italia Michele Ragno ha rassegnato le dimissioni dalla carica di presidente di Fondazione Novara Sviluppo risolvendo l’incompatibilità dal ruolo di consigliere (leggi qui per saperne di più).