«Siamo molto delusi dal comportamento di Carlo Calenda». Sono state queste le prime parole del segretario provinciale del Pd Rossano Pirovano nel commentare l’uscita di Azione dalla colazione di centrosinistra, a soli tre giorni da un primo accordo sottoscritto con il leader “dem” Enrico Letta.
«Purtroppo quelli di Azione – ha rincarato – hanno dimostrato di avere la memoria corta. Registriamo ancora una volta il fatto che tanti partitini personali, destinati a vedere la luce e a sperire nel breve, pensino quasi esclusivamente al loro orticello e a fare i capi anziché al bene del Paese e dei cittadini. Calenda ha dimostrato di avere la memoria corta. Che prosegua pure nella sua scelta, anche se al momento il suo unico possibile alleato è lui stesso. Il Pd proseguirà sulla sua strada».
Il partito sta nel frattempo lavorando per la definizione delle liste. In attesa del via libera a livello nazionale (che dovrà dare l’ultima parola per le candidature nei collegi uninominali), appare – nel “gigantesco” collegio plurinominale creato dalla riforma che ha dimezzato i parlamentari – decisamente “blindata” la corsa del deputato uscente ossolano Enrico Borghi, che dalla Camera si sposterà per essere capolista per il Senato, mentre in prima posizione verso Montecitorio ci sarà il segretario regionale Paolo Furia.
«Abbiamo chiesto la possibilità di giocarci un eventuale secondo posto – ha spiegato Pirovano – e da questo punto di vista, anche per l’alternanza di genere, forse riusciremo a collocare la nostra Emanuela Allegra come vicecapolista, mentre Matteo Besozzi potre occupare la terza posizione per la Camera o per il Senato». Qualche possibilità per l’attuale coordinatrice cittadina novarese ci potrebbe essere, ma sarà vincolata a un positivo risultato del Pd. Difficile ma non impossibile.