Parlare di “scintille” sarebbe eccessivo (visto qualche precedente), ma mercoledì 30 settembre in occasione dell’ultimo Consiglio provinciale un botta e risposta un po’ piccato fra la consigliera di minoranza Emanuela Allegra e il collega di maggioranza Andrea Crivelli si è registrato.
Oggetto della discussione il consiglio di amministrazione della Fondazione Novara Sviluppo, o meglio la sua durata. In apertura di lavori, fra le comunicazioni della presidenza, Federico Binatti ha annunciato ufficialmente all’aula la composizione del nuovo consiglio dell’ente, che prevede Michele Ragno come presidente e poi Rossella Marzi, Antonio Piciaccia, Giovanni Rizzo e Roberto Franzo, questi ultimi due già componenti del cda “uscente” e, a norma di Statuto, riconfermati per dare un principio di continuità e una certa funzionalità alla Fondazione.
Proprio sullo Statuto si è focalizzata la prima di una serie di interrogazioni presentate da Allegra: «La durata in carica del cda stabilita in sette anni, tanto quanto quanto il mandato del presidente della Repubblica – ha detto l’esponente del gruppo “La Provincia in Comune” – rappresenta una sorta di anomalia unica. Vorremmo sapere se da parte vostra ci sia l’intenzione di apportare modifiche e fissare una durata di questo organismo, che addirittura “scavalca” un mandato dell’Amministrazione provinciale, riportandolo in un alveo di normalità»
«Negli scorsi mesi – questa la risposta di Crivelli – abbiamo concertato l’opportunità di revisionare lo Statuto, cosa che era da tempo all’attenzione di questa amministrazione». Dopo aver ricordato che la procedura per la sua modifica è piuttosto complessa (ogni emendamento deve infatti essere approvata con il medesimo testo tanto dallo stesso cda quanto dal “socio fondatore”, cioè la Provincia), ha annunciato un progetto prevede la conferma del numero di componenti del cda in cinque persone, «una delle quali espressione della minoranza consiliare. Importante è la durata del mandato, che sarà di quattro anni, con possibilità di una sola conferma, così come la facoltà di apportare future modifiche sarà esclusivamente posta in capo alla Provincia». Poi la chiosa rivolta alla minoranza: «Almeno due di voi (Allegra e l’ex presidente Besozzi, ndr) avete fatto parte della precedente amministrazione. Avete avuto un intero quadriennio per modificare lo Statuto se lo ritenevate necessario. Non lo avete fatto».
«Mi ritengo soddisfatta della risposta – questa la replica di Allegra – Avremmo voluto avere tempo per modificare noi lo Statuto, ma eravamo in una situazione disperata. Le priorità erano altre e non banali».