Quirinale, sarà finalmente la volta buona? Se la febbrile notte di trattative abbia portato consiglio oppure no lo si potrà intuire nella tarda mattinata di oggi, quando a Montecitorio è in programma il quinto scrutinio, secondo con il quorum “abbassato” dopo quello di ieri.
Il risultato dell’ultimo voto ha al tempo stesso confermato e in parte sorpreso quelle che erano le previsioni della vigilia, con il centrodestra che si è astenuto, mentre dalla parte opposta, nel cosiddetto “fronte progressista” che comprenderebbe Pd, M5S e LeU, l’indicazione ufficiale era quella della scheda bianca, ma al momento della conta sono balzati fuori qualcosa come 166 voti per Sergio Mattarella.
Che il capo dello Stato uscente possa raccogliere consensi di “simpatia” è stato più volte dimostrato nella storia delle elezioni presidenziali. E’ successo da De Nicola, sino a Pertini e Scalfaro. Appariva scontato che capitasse anche con l’attuale inquilino del Quirinale, che allo scrutinio inaugurale ha raccolto poco più di una quindicina di voti. Il fatto però che questi consensi finissero per aumentare di volta in volta deve fare riflettere. Si tratta di un segnale importante, ossia che una parte non indifferente dei grandi elettori non sta più seguendo quelle che dovrebbero essere le indicazioni dal vertice. Ma sull’ipotesi di un Mattarella-bis qualcuno sta da tempo lavorando: «Per noi il nome del presidente uscente è uno di quelli in campo – ha detto il capogruppo dei “grillini”, il deputato oleggese Davide Crippa – Smentiamo invece una soluzione Draghi, altra fra le opzioni giudicate di riserva. Il presdiente del Consiglio deve rimanere al suo posto».
E se a guidare il mini fronte dei sostenitori comunque del “facciamo in fretta” sembrerebbe aver compreso nelle ultime ore il presidente del Piemonte Alberto Cirio e qualche suo collega, qualora la situazione di stallo dovesse prolungarsi, bisognerà fare inoltre i conti con un altro aspetto. Fra meno di una settimana il mandato di Mattarella finirà per scadere e proseguire nelle votazioni con la presidente del Senato Casellati nelle vesti di capo dello Stato “supplente” è un’eventualità alla quale pochi vogliono arrivare.