Riutilizzo sociale beni confiscati, Rossi: «Serve piano strategico per superare criticità del Piemonte»

Il commento del Presidente della commissione legalità in consiglio regionale. In provincia di Novara ci sono 26 immobili

«Sul riutilizzo sociale dei beni confiscati, nonostante l’impegno della regione su questo tema, ci sono ampi margini di miglioramento, perché solo il 20% circa dei beni presenti è attualmente riutilizzato contro il 50% della Regione Lombardia. Il Piemonte è la settima regione in Italia per numero di beni confiscati, ma soltanto terzultima per il riutilizzo sociale dei beni confiscati, ben al di sotto della media nazionale. Per questo la commissione, in uno spirito di massima collaborazione, ha messo in piedi un ciclo di audizioni e confronti» afferma il presidente della commissione Legalità del consiglio regionale, Domenico Rossi (Pd), al termine delle audizioni con l’Autorità Nazionale Beni Sequestrati e Confiscati e con Libera Piemonte.

Secondo Rossi quello con l’Agenzia «è stato un confronto costruttivo e interessante che merita ulteriori approfondimenti per entrare nel merito delle situazioni sui singoli territori e potenziare i percorsi di riutilizzo» e anche con Libera «è stata l’occasione anche per individuare delle piste concrete di lavoro».

«Da un lato – spiega Rossi – c’è la necessità di stanziare maggiori risorse, perché anche se in questi anni ci sono già stati dei passi avanti serve fare uno sforzo ulteriore. Dall’altro, è necessario superare lo scoglio del co-finanziamento del 50% che, soprattutto per i piccoli comuni, è uno sbarramento che spesso preclude alla partecipazione» spiega Rossi che rilancia con la proposta di «distinguere tra grandi e piccoli comuni, come fa la Lombardia, e creare una linea di finanziamento per i soggetti del terzo settore che direttamente gestiscono i beni confiscati».

«Tutto sarà oggetto di un confronto costruttivo con il Presidente e l’assessore competente anche per arrivare ad avere un piano strategico di legislatura sul tema dei beni confiscati» dichiara Rossi che spiega come «il numero e le posizioni di beni confiscati sono parte del racconto della presenza mafiosa sul nostro territorio, ma anche dell’attività dell’antimafia istituzionale e sociale. Aumentare le performance sul riutilizzo è un segnale di presenza dello Stato nei confronti degli interessi criminali e della cittadinanza tutta» conclude Rossi.

Per la Provincia di Novara parliamo di 26 immobili in gestione per iter giudiziario e 11 aziende in amministrazione di cui soltanto 18 immobili sono destinati per il riutilizzo sociale previsto dalla Legge. Tutti i dati sono disponibili al sito dell’ANBSC e sul portale dedicato di Libera Piemonte.

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Riutilizzo sociale beni confiscati, Rossi: «Serve piano strategico per superare criticità del Piemonte»

Il commento del Presidente della commissione legalità in consiglio regionale. In provincia di Novara ci sono 26 immobili

«Sul riutilizzo sociale dei beni confiscati, nonostante l’impegno della regione su questo tema, ci sono ampi margini di miglioramento, perché solo il 20% circa dei beni presenti è attualmente riutilizzato contro il 50% della Regione Lombardia. Il Piemonte è la settima regione in Italia per numero di beni confiscati, ma soltanto terzultima per il riutilizzo sociale dei beni confiscati, ben al di sotto della media nazionale. Per questo la commissione, in uno spirito di massima collaborazione, ha messo in piedi un ciclo di audizioni e confronti» afferma il presidente della commissione Legalità del consiglio regionale, Domenico Rossi (Pd), al termine delle audizioni con l’Autorità Nazionale Beni Sequestrati e Confiscati e con Libera Piemonte.

Secondo Rossi quello con l’Agenzia «è stato un confronto costruttivo e interessante che merita ulteriori approfondimenti per entrare nel merito delle situazioni sui singoli territori e potenziare i percorsi di riutilizzo» e anche con Libera «è stata l’occasione anche per individuare delle piste concrete di lavoro».

«Da un lato – spiega Rossi – c’è la necessità di stanziare maggiori risorse, perché anche se in questi anni ci sono già stati dei passi avanti serve fare uno sforzo ulteriore. Dall’altro, è necessario superare lo scoglio del co-finanziamento del 50% che, soprattutto per i piccoli comuni, è uno sbarramento che spesso preclude alla partecipazione» spiega Rossi che rilancia con la proposta di «distinguere tra grandi e piccoli comuni, come fa la Lombardia, e creare una linea di finanziamento per i soggetti del terzo settore che direttamente gestiscono i beni confiscati».

«Tutto sarà oggetto di un confronto costruttivo con il Presidente e l’assessore competente anche per arrivare ad avere un piano strategico di legislatura sul tema dei beni confiscati» dichiara Rossi che spiega come «il numero e le posizioni di beni confiscati sono parte del racconto della presenza mafiosa sul nostro territorio, ma anche dell’attività dell’antimafia istituzionale e sociale. Aumentare le performance sul riutilizzo è un segnale di presenza dello Stato nei confronti degli interessi criminali e della cittadinanza tutta» conclude Rossi.

Per la Provincia di Novara parliamo di 26 immobili in gestione per iter giudiziario e 11 aziende in amministrazione di cui soltanto 18 immobili sono destinati per il riutilizzo sociale previsto dalla Legge. Tutti i dati sono disponibili al sito dell’ANBSC e sul portale dedicato di Libera Piemonte.

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