Centro cottura di Veveri ma anche la possibilità di ridisegnare la mappa dei plessi scolastici cittadini. Si è parlato soprattutto di questo nel pomeriggio di lunedì in occasione della I Commissione conciliare nel corso della quale sono stati illustrati i progetti collegati al Dup. Della struttura che dovrebbe trovare la sua collocazione a Veveri se ne parla da tempo e di tratta di una soluzione, come ha spiegato l’assessore all’Istruzione Gulia Negri, «che potrà rivelarsi un volano per la città». Ancora una volta, però, i tempi non si annunciano rapidissimi: «Sarà un progetto misto – ha proseguito – Come amministrazione dovremo valutare l’interesse pubblico, poi si potrà partire, ma ci vorrà almeno un anno, un anno e mezzo per riuscire a realizzarlo».
Ma quello del centro cottura rappresenta un solo tassello «nel settore della scuola e dei servizi educativi. La scuola – sempre per Negri – rappresenta un luogo di crescita, formazione ed educazione. In questi due ultimi anni ci sono stati gravi problemi, soprattutto per le fasce più fragili della popolazione scolastica e la Dad ha contribuito ad acuire le diversità sociali», e in questo frangente, «dove il Comune, oltre a favorire l’inclusione, dovrà esercitare il suo ruolo di incastro fra tutte le pedine», anche la ristorazione scolastica «dovrà essere rivista in termini migliorativi e innovativi, seguendo politiche green e di filiera corta».
Sollecitata dai commissari Emanuela Allegra e Nicola Fonzo, l’assessore Negri ha confermato la possibilità di una riorganizzazione degli istituti comprensivi cittadini: se aumentarli o diminuirli appare al momento prematuro, perché «occorrerà fare i conti con l’andamento demografico della popolazione scolastica, che stiamo monitorando. Sant’Agabio esige almeno una struttura in più come nido e scuola dell’infanzia, altri quartieri potrebbero ritrovarsi con spazi sovradimensionati».
In questo contesto la discussione si è poi spostata sulle problematiche legate alla presenza di istituti dove ormai i bambini di origine straniera rappresentano la quasi totalità della popolazione scolastica. Pier Giacomo Baroni, arrivando a denunciare episodi anche discriminatori nei confronti di immigrati, ha proposto «il ritorno al vecchio “stradario”, cioè alla possibilità di iscrivere i bambini alla scuola del quartiere di residenza. In ogni caso occorre una specifica governance anche in questo settore». Tanti temi decisamente delicati, ha ribadito Negri, che saranno esaminati in una commissione “ad hoc”, così come sarà valutata la possibilità di realizzare una nuova struttura solo una volta conosciuti numeri certi, «anche perché le cifre dei piccoli in lista di attesa sono sempre fluttuanti».