Sono arrivati a quota 1.861 i sindaci dei comuni italiani che hanno sottoscritto l’appello affichè il presidente del Consiglio dimissionario Mario Draghi rimanga in carica in nome della stabilità nazionale. Dall’elenco aggiornato in mattinata e pubblicato da Ansa, però, non risulta la firma di alcun sindaco del territorio novarese, a cominciare dal capoluogo.
Il primo cittadino di Novara, Alessandro Canelli, ha preferito non dare spiegazioni, mentre altri suoi colleghi della provincia hanno motivato la propria decisione: «Ho seguito l’input del mio partito, ma anche la mia sensibilità – dichiara il sindaco di Trecate, Federico Binatti, esponente di Fratelli d’Italia -. D’altronde siamo all’opposizione in Parlamento e la nostra leader Giorgia Meloni continua a ribadirlo. Credo che il governo debba ascoltare di più i sindaci e i territori che rappresentano, ma anche che i cittadni possano esprimere il loro parere. Auspico, comunque, che si possa andare al voto nei tempi previsti e che queto governo possa continuare a lavorare per dare aiuti economici ai privati, imprese ed enti locali strozzati dai rincari. Questa sera qui a Trecate si svolgerà il consiglio comunale durante il quale dovremo discutere di 400 mila euro in più di maggiori costi: lo Stato ce ne ha stanziati 53, gli altri 347 mila ce li deve mettere il Comune. Per fortuna abbiamo un avanzo di bilancio che ce lo consente, ma questa cifra avremmo voluto usarla per altro. E questi sono problemi che riguardano tutti i Comuni».
«Ieri sera intorno alle 22 ho inviato la mia firma a sostegno di Draghi, forse non è ancora stata registrata – afferma invece il sindaco di Bellinzago, Fabio Sponghini -. Sono convinto delle capacità del presidente che ci consentono di dare credibilità al nostro Paese anche di fronte all’Unione Europea, soprattutto in una situazione sanitaria non ancora chiarita. In questo momento non possiamo permetterci una crisi con la delicata situazione legata ai fondi del Pnrr: si rischia di disperdere il lavoro fatto in questi due anni. Penso, quindi, che ci sia la necessità da parte di tutti i partiti di andare nella stessa direzione per il bene comune».
«Ogni volta che c’è una crisi di governo si dice che non sia il momento storico – dice il sindaco di Galliate, Claudiano Di Caprio, esponente della Lega -. Questo è il quarto rimpasto, non capisco i meccanismi che hanno portato a questa situazione, ma lascio ai palazzi romani le decisioni e anche i commenti senza che qualcuno venga a chiedere il parere ai noi sindaci. Noi, nel nostro ruolo, siamo occupati su faccende molto più pratiche: siamo solo esecutori e il Covid ci ha insegnato che, al di là di quello che viene deciso, la responsabilità è tutta sulle nostre spalle e ogni giorno dobbiamo fare miracoli».
Intanto a Roma la discussione è in corso fino alle 19 dopodichè seguirà il voto con chiama uninominale.