Dopo il “no” della minoranza in Consiglio comunale, nei confronti del Pums arriva ora un secco pollice verso anche dai leader locali di Azione e Italia Viva (Terzo Polo), che al momento non hanno rappresentanti a Palazzo Cabrino. In un documento sottoscritto a quattro mani da Sergio De Stasio e Gabriele Cerfeda per il partito di Carlo Calenda; e da Giuseppe Genoni e Lella Nava per quello di Matteo Renzi, il progetto presentato dalla Giunta Canelli viene considerata come «la montagna che ha prodotto un topolino». Perché? «Quanto approvato – hanno detto – stando alle parole della stessa assessore Armienti non contiene i dettagli degli interventi, che sono demandati ai piani di settore e alla pianificazione urbanistica».
Per De Stasio, Cerfeda, Genoni e Nava qui sorgerebbe la prima domanda: «Quanto tempo occorrerà per la redazione di questi “piani operativi”, visto che quello che è stato votato è solo il documento “cornice”? Inoltre, è possibile avere un’indicazione concreta e reale sui costi del piano e del crono programma dei lavori? E’ un topolino perché non è incisivo, perché non dà soluzioni per consentire una reale riduzione della mobilità delle auto, non offre facilitazioni per la mobilità pedonale e ciclabile, né adotta provvedimenti per migliorare la qualità ambientale né dal lato dell’inquinamento acustico né da quello relativo alle polveri sottili».
Inoltre, per gli esponenti del Terzo Polo, «il Pums non affronta il tema degli interventi infrastrutturali dei sottopassi, dei cavalcavia e delle barriere ferroviarie. Nessuna indicazione sul miglioramento del piano della sosta, se non un generico riferimento alla ridurre gli stalli. Nessun impatto sulle criticità del traffico cittadino, specialmente sulle strade di collegamento principali nelle ore di punta, che risultano sempre intasate».
«La verità – hanno concluso – è che Novara, con l’adozione di questo piano, se è quando verrà implementato, sarà una città disordinata e insostenibile, priva di una visione strategica complessiva, poco attenta ai reali bisogni dei cittadini e senza un reale beneficio ambientale ed economico».