Ha tutti i contorni di una benedizione politica quella che il senatore ed ex presidente della Provincia, Sergio Vedovato, ha inviato al sindaco di Castelletto Ticino, Massimo Stilo, in corsa per il secondo mandato – con una lista civica ma sostenuto dal Partito Democratico – alle prossime amministrative di giugno.
Una lettera, quella di Vedovato, che non sopraggiunge a caso, a quasi un mese dalla cacciata dal Pd, da parte del segretario provinciale Rossano Pirovano, dell’ex primo cittadino Matteo Besozzi – di cui Stilo era stato vice – che ora è nuovamente candidato in contrasto con la decisione del partito stesso di appoggiare la candidatura del sindaco uscente.
Una rottura interna anche all’amministrazione comunale che ha portato alle dimissioni di due assessore, Marta Moalli e Sonia Fanchini, che ora supportano Besozzi.
E così, dopo anni di silenzio dalla scena politica, Vedovato, originario di Castelletto e legato a doppio filo alla storia della città – il suocero era il partigiano Albino Calletti noto come “Capitano Bruno” – ha preso carta e penna e, con lo stile da galantuomo che l’ha sempre contraddistinto, ha scritto «al candidato sindaco di Castelletto Ticino Massimo Stilo» definendosi «contento di sapere che non ti sei tirato indietro in questa tornata elettorale perché vedo in te l’erede di questa tradizione unitaria».
Vedovato ha, infatti, ricordato il passato in cui «in tanti partecipavano con le idee con il lavoro per costruire una società più giusta» sottolineando il fatto che «certo non mancavano nemmeno allora le ambizioni ma si sapeva che solo cercando la massima unità possibile, l’impegno politico avrebbe dato i suoi frutti» con chiaro riferimento alla presa di posizione di Besozzi.
«Quando la mai candidatura è stata resa pubblica, Vedovato mi ha subito mandato un messaggio dicendomi di non mollare, ora questa lettera di incoraggiamento che per me è un regalo – ha commentato Stilo -. Parole che esprimono lealtà: amo il mio paese e sapere che un uomo di Stato come lui riconosca il lavoro fatto finora, mi dà la carica per andare avanti».