Nessuna sorpresa alla prima giornata di voto a Montecitorio per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica. Com’era nelle previsioni una marea di schede bianche (ben 672) ha caratterizzato il voto inaugurale di ieri, lunedì 24 gennaio. Tanta disciplina all’interno dell’aula, un po’ meno, come ha rilevato il deputato novarese della Lega Marzio Liuni, «nel Transatlantico, tra il continuo via vai…». Emozione per chi è chiamato ad affrontare per la prima volta un appuntamento come questo? «Direi di sì, un po’ per tutti. Dopo tutto si tratta di un passo importante nella carriera politica di ciascuno di noi».
Come componente dell’ufficio di presidenza della Camera, al quale è stato delegato il compito della gestione tecnico-operativa del voto, Liuni è stato distaccato al cosiddetto “drive in”, la zona del cortile di Montecitorio dove votano i grandi elettori positivi al Covid: «Tutto si è svolto nella massima tranquillità. Alle 17 aveva già svolto il suo compito una decina di parlamentari».
Qualche episodio di colore? «L’unico degno di nota è stato quello riguardante la mia collega Sara Cunial del gruppo misto. No vax dichiarata e sprovvista di green pass e di tampone, ha preteso inutilmente di entrare in aula ma è stata respinta dai commessi». La parlamentare, che aveva iniziato la legislatura nel Movimento 5 Stelle per poi essere espulsa proprio per le sue posizioni antiscientifiche sui vaccini, ha poi sfogato la sua rabbia con uno show improvvisato nella piazza del Parlamento, minacciando un ricorso per invalidare l’intera elezione presidenziale.
Oggi pomeriggio la prima replica…