Trecate, la cava Italvest arriva in Regione: «Così non si tutela il territorio»

Ampliamento cava Italvest, la storia continua. E continua anche fra i tavoli della Regione con l’interrogazione del consigliere regionale Domenico Rossi che era stata presentata poco prima del lockdown. “Ampliamento e recupero finale di tipo naturalistico della cava di inerti in località Cascina Invernizzi del Comune di Trecate”, questo il nome legato al progetto della cava, che si trova nella frazione di San Martino.

 

 

«Ritengo che il caso che coinvolge il Comune di Trecate abbia risvolti di carattere generale rispetto al delicato rapporto tra destinazione urbanistica ed esecuzione dell’attività estrattiva e l’interpretazione da parte della Regione: pare si dia per scontato che l’identificazione di un polo estrattivo implichi l’automatico e incondizionato diritto a sfruttare tutto il giacimento anche raggiungendo la falda, – spiega Rossi– Un concetto pericoloso, che ci preoccupa ed è molto distante dalla tutela delle risorse idriche che, peraltro, è prevista chiaramente nella legge regionale sulle attività estrattive di cui sono stato primo firmatario. Si tratta di un elemento di tutela ambientale e della salute dei cittadini che va ribadito, se necessario anche con un nuovo intervento normativo che vada a rafforzare la legislazione vigente in attesa che, ci auguriamo nel minor tempo possibile, venga approvato il Piano regionale per le attività estrattive».

Italvest infatti, che aveva ottenuto una concessione con un accordo preso dall’amministrazione 2009, concessione decennale scaduta in estate, chiede di poter scavare altri 2,4 milioni di metri cubi di sabbia e ghiaia, molto al di sotto della falda acquifera con l’idea di “donare” alla città un laghetto. In questo caso la concessione sarebbe di 15 anni con una estrazione da diversi milioni di euro. La proposta era arrivata in consiglio comunale e date le tante perplessità della commissione era stato tutto rinviato a un passo dall’approvazione. Un rinvio che si sta ancora protraendo.

Rossi nella sua interrogazione ha raccolto anche il parere favorevole di Pd e Nel cuore di Trecate: «E’ insensato che un privato possa trarre il maggiore beneficio a danno del territorio, per un interesse che è appunto privato. Ci sono accordi e oltre una certa profondità non si può andare, – dice il consigliere comunale e provinciale Marco Uboldi – il parere del Comune deve avere peso, non può essere dimenticato. E non siamo di fronte nemmeno a un’opera pubblica. Tuteliamo il nostro territorio».

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Trecate, la cava Italvest arriva in Regione: «Così non si tutela il territorio»

Ampliamento cava Italvest, la storia continua. E continua anche fra i tavoli della Regione con l’interrogazione del consigliere regionale Domenico Rossi che era stata presentata poco prima del lockdown. “Ampliamento e recupero finale di tipo naturalistico della cava di inerti in località Cascina Invernizzi del Comune di Trecate”, questo il nome legato al progetto della cava, che si trova nella frazione di San Martino.

 

 

«Ritengo che il caso che coinvolge il Comune di Trecate abbia risvolti di carattere generale rispetto al delicato rapporto tra destinazione urbanistica ed esecuzione dell’attività estrattiva e l’interpretazione da parte della Regione: pare si dia per scontato che l’identificazione di un polo estrattivo implichi l’automatico e incondizionato diritto a sfruttare tutto il giacimento anche raggiungendo la falda, – spiega Rossi– Un concetto pericoloso, che ci preoccupa ed è molto distante dalla tutela delle risorse idriche che, peraltro, è prevista chiaramente nella legge regionale sulle attività estrattive di cui sono stato primo firmatario. Si tratta di un elemento di tutela ambientale e della salute dei cittadini che va ribadito, se necessario anche con un nuovo intervento normativo che vada a rafforzare la legislazione vigente in attesa che, ci auguriamo nel minor tempo possibile, venga approvato il Piano regionale per le attività estrattive».

Italvest infatti, che aveva ottenuto una concessione con un accordo preso dall’amministrazione 2009, concessione decennale scaduta in estate, chiede di poter scavare altri 2,4 milioni di metri cubi di sabbia e ghiaia, molto al di sotto della falda acquifera con l’idea di “donare” alla città un laghetto. In questo caso la concessione sarebbe di 15 anni con una estrazione da diversi milioni di euro. La proposta era arrivata in consiglio comunale e date le tante perplessità della commissione era stato tutto rinviato a un passo dall’approvazione. Un rinvio che si sta ancora protraendo.

Rossi nella sua interrogazione ha raccolto anche il parere favorevole di Pd e Nel cuore di Trecate: «E’ insensato che un privato possa trarre il maggiore beneficio a danno del territorio, per un interesse che è appunto privato. Ci sono accordi e oltre una certa profondità non si può andare, – dice il consigliere comunale e provinciale Marco Uboldi – il parere del Comune deve avere peso, non può essere dimenticato. E non siamo di fronte nemmeno a un’opera pubblica. Tuteliamo il nostro territorio».

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