In viaggio per consegnare a Conte i 600 euro: il sindaco di Divignano è quasi a Roma

E’ quasi arrivato a destinazione e non vede l’ora di posare la sua bicicletta una volta per tutte: «Pratico pallanuoto, ma la bici non mi ha mai entusiasmato, non la uso da quando ho 14 anni quando mi è stato regalato il motorino e credo che mai più ci salirò» dice sorridendo. E’ in viaggio dal primo maggio Gianluca Bacchetta, per tutti il Gilu, il sindaco di Divignano. La destinazione è Roma, per restituire i 600 euro che lo stato ha pensato per aiutare chi si trova in difficoltà. «Sono una elemosina, li restituisco» dice il sindaco, che prima di tutto è proprio esercente, con un pub a Pombia, sei persone assunte e quattro a chiamata. Una scelta repentina, così come repentina è stata la partenza: «Ho deciso di fare il viaggio il 30 aprile, mi sono svegliato alle 3.31, me lo ricordo bene, mia moglie mi ha chiesto cosa stessi facendo e ho detto che stavo scrivendo una lettera importante. Venerdì mattina sono partito».

Nell’idea del sindaco c’era una lunga marcia a piedi, poi a Boffalora il proprietario di un negozio di bici gliene ha donata una e pochi giorni fa a Villafranca in Lunigiana ne ha ricevuta un’altra con pedalata assistita: «E’ comunque faticoso, soprattutto per me che non amo la bicicletta e dopo questi giorni non ho cambiato parere», dice sorridendo.

 

 

Nello zaino di Bacchetta c’è una birra, che deve consegnare a un cliente di Roma, il motivo per cui ha potuto munirsi di autocertificazione: consegna a domicilio. Il suo viaggio ha subito fatto rumore, tanti gli amministratori che hanno mostrato solidarietà, tante le persone che lo hanno accolto per un piatto di pasta e un letto. E il sindaco ha sempre continuato da solo, perché la sua vuole comunque rimanere una marcia silenziosa: «Tutti i colleghi amministratori si sentono abbandonati dal governo, quelli di Comuni più colpiti e quelli meno. Le persone non sono aiutate. Soprattutto nei comuni dove c’è il mare, e quindi il turismo, c’è la disperazione più assoluta, – spiega – i campeggi di solito aprono a maggio, ora non si sa nulla dell’estate 2020. Ho raccolto tante testimonianze». Così tante da esserne diventato un portavoce: «Devo dire che ora un po’ di ansia c’è! Sento un po’ di tensione, ma anche il pensiero che sto per coronare il mio progetto».

Bacchetta è arrivato a Tarquinia ieri, venerdì 8 maggio, ha dormito a Viterbo e gli mancano ormai pochi dei totali oltre 600 chilometri. «Se il presidente del consiglio mi riceverà? Non so, non ancora avuto aggiornamenti, io ho inviato la mia lettera di auto invito, spero di poterlo incontrare. Per ora sono felice di essere quasi arrivato, devo ringraziare tutti e in modo particolare il mio assessore Filippo Pianta e Andrea ed Enrica, hanno gestito i miei pernottamenti e la comunicazione».

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In viaggio per consegnare a Conte i 600 euro: il sindaco di Divignano è quasi a Roma

E’ quasi arrivato a destinazione e non vede l’ora di posare la sua bicicletta una volta per tutte: «Pratico pallanuoto, ma la bici non mi ha mai entusiasmato, non la uso da quando ho 14 anni quando mi è stato regalato il motorino e credo che mai più ci salirò» dice sorridendo. E’ in viaggio dal primo maggio Gianluca Bacchetta, per tutti il Gilu, il sindaco di Divignano. La destinazione è Roma, per restituire i 600 euro che lo stato ha pensato per aiutare chi si trova in difficoltà. «Sono una elemosina, li restituisco» dice il sindaco, che prima di tutto è proprio esercente, con un pub a Pombia, sei persone assunte e quattro a chiamata. Una scelta repentina, così come repentina è stata la partenza: «Ho deciso di fare il viaggio il 30 aprile, mi sono svegliato alle 3.31, me lo ricordo bene, mia moglie mi ha chiesto cosa stessi facendo e ho detto che stavo scrivendo una lettera importante. Venerdì mattina sono partito».

Nell’idea del sindaco c’era una lunga marcia a piedi, poi a Boffalora il proprietario di un negozio di bici gliene ha donata una e pochi giorni fa a Villafranca in Lunigiana ne ha ricevuta un’altra con pedalata assistita: «E’ comunque faticoso, soprattutto per me che non amo la bicicletta e dopo questi giorni non ho cambiato parere», dice sorridendo.

 

 

Nello zaino di Bacchetta c’è una birra, che deve consegnare a un cliente di Roma, il motivo per cui ha potuto munirsi di autocertificazione: consegna a domicilio. Il suo viaggio ha subito fatto rumore, tanti gli amministratori che hanno mostrato solidarietà, tante le persone che lo hanno accolto per un piatto di pasta e un letto. E il sindaco ha sempre continuato da solo, perché la sua vuole comunque rimanere una marcia silenziosa: «Tutti i colleghi amministratori si sentono abbandonati dal governo, quelli di Comuni più colpiti e quelli meno. Le persone non sono aiutate. Soprattutto nei comuni dove c’è il mare, e quindi il turismo, c’è la disperazione più assoluta, – spiega – i campeggi di solito aprono a maggio, ora non si sa nulla dell’estate 2020. Ho raccolto tante testimonianze». Così tante da esserne diventato un portavoce: «Devo dire che ora un po’ di ansia c’è! Sento un po’ di tensione, ma anche il pensiero che sto per coronare il mio progetto».

Bacchetta è arrivato a Tarquinia ieri, venerdì 8 maggio, ha dormito a Viterbo e gli mancano ormai pochi dei totali oltre 600 chilometri. «Se il presidente del consiglio mi riceverà? Non so, non ancora avuto aggiornamenti, io ho inviato la mia lettera di auto invito, spero di poterlo incontrare. Per ora sono felice di essere quasi arrivato, devo ringraziare tutti e in modo particolare il mio assessore Filippo Pianta e Andrea ed Enrica, hanno gestito i miei pernottamenti e la comunicazione».

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