De Stasio: «Azione non cambia il suo orientamento. No ad alleanze con il Movimento 5 Stelle»

L’occasione un incontro sul territorio per saggiare l’umore dei militanti. Ma anche per dare il benvenuto ufficiale nel partito a Roberto Faggiano, il consigliere comunale di minoranza a Borgomanero (in passato “dem”) che ha lasciato nelle scorse settimane Italia Viva per approdare ad “Azione”. Un fitto lavoro che Sergio De Stasio, coordinatore provinciale del partito di Carlo Calenda, sta conducendo in vista delle prossime scadenze elettorali. Come si sa da tempo “Azione” ha annunciato la sua scelta di correre da sola in occasione delle amministrative autunnali, almeno dove sarà presente con il proprio simbolo, al momento unicamente nel capoluogo. Pertanto rimane sempre chiusa la porta nei confronti del Pd (e soprattutto a Nicola Fonzo, candidato che continua ad essere considerato «elemento non di rottura con un certo tipo di passato») e soprattutto men che meno la partecipazione a una possibile coalizione di centro-sinistra “allargata” al Movimento 5 Stelle, nei confronti del quale continua a sussistere una sorta di “conventio ad excludendum” che ricorda, seppur lontanamente vissuta dal Pci negli anni ’70 del secolo scorso.

«Sul nome di Fonzo – ricorda De Stasio – ribadiamo la nostra scelta coerente, così come rimane il “no” a ogni collaborazione con i “pentastellati”. Neppure ora che alla guida del movimento è approdato Conte? Non credo proprio che una svolta possa arrivare dall’ex premier, almeno nell’immediato». In realtà “Azione” non sembrerebbe interessata ad aderire a un centro-sinistra perché il suo obiettivo, decisamente ambizioso per un partito ai quali i sondaggi attribuiscono in queste settimane un possibile consenso attorno al 3,5%, è quello «di giungere alla creazione di un polo alternativo autenticamente riformista».

Neppure – abbiamo insistito noi – se dovessero giungere “ordini di scuderia” dall’alto? «Ogni realtà locale ha un vissuto autonomo, senza vincoli obbligati. Se si allude a un possibile accordo in vista delle elezioni di Roma, solo per fare un esempio, bisognerà vedere. Resto dell’idea – conclude De Stasio – che per questo appuntamento elettorale, che riguarda pur sempre realtà locali, non ci siano i margini. Quando sarà il momento delle politiche, fra uno o due anni, magari gli scenari saranno cambiati e allora forse…».

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De Stasio: «Azione non cambia il suo orientamento. No ad alleanze con il Movimento 5 Stelle»

L’occasione un incontro sul territorio per saggiare l’umore dei militanti. Ma anche per dare il benvenuto ufficiale nel partito a Roberto Faggiano, il consigliere comunale di minoranza a Borgomanero (in passato “dem”) che ha lasciato nelle scorse settimane Italia Viva per approdare ad “Azione”. Un fitto lavoro che Sergio De Stasio, coordinatore provinciale del partito di Carlo Calenda, sta conducendo in vista delle prossime scadenze elettorali. Come si sa da tempo “Azione” ha annunciato la sua scelta di correre da sola in occasione delle amministrative autunnali, almeno dove sarà presente con il proprio simbolo, al momento unicamente nel capoluogo. Pertanto rimane sempre chiusa la porta nei confronti del Pd (e soprattutto a Nicola Fonzo, candidato che continua ad essere considerato «elemento non di rottura con un certo tipo di passato») e soprattutto men che meno la partecipazione a una possibile coalizione di centro-sinistra “allargata” al Movimento 5 Stelle, nei confronti del quale continua a sussistere una sorta di “conventio ad excludendum” che ricorda, seppur lontanamente vissuta dal Pci negli anni ’70 del secolo scorso.

«Sul nome di Fonzo – ricorda De Stasio – ribadiamo la nostra scelta coerente, così come rimane il “no” a ogni collaborazione con i “pentastellati”. Neppure ora che alla guida del movimento è approdato Conte? Non credo proprio che una svolta possa arrivare dall’ex premier, almeno nell’immediato». In realtà “Azione” non sembrerebbe interessata ad aderire a un centro-sinistra perché il suo obiettivo, decisamente ambizioso per un partito ai quali i sondaggi attribuiscono in queste settimane un possibile consenso attorno al 3,5%, è quello «di giungere alla creazione di un polo alternativo autenticamente riformista».

Neppure – abbiamo insistito noi – se dovessero giungere “ordini di scuderia” dall’alto? «Ogni realtà locale ha un vissuto autonomo, senza vincoli obbligati. Se si allude a un possibile accordo in vista delle elezioni di Roma, solo per fare un esempio, bisognerà vedere. Resto dell’idea – conclude De Stasio – che per questo appuntamento elettorale, che riguarda pur sempre realtà locali, non ci siano i margini. Quando sarà il momento delle politiche, fra uno o due anni, magari gli scenari saranno cambiati e allora forse…».

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