Distribuite le mascherine a Trecate, il sindaco: «Sono certificate»

«Abbiamo chiesto diversi preventivi e abbiamo valutato diversi aspetti per poter scegliere, da quello economico, alle tempistiche di invio, al fatto di scegliere un materiale lavabili e riutilizzabile. Ma soprattutto abbiamo scelto anche per avere un prodotto certificato. Le mascherine che abbiamo distribuito hanno il marchio Ce», il marchio di conformità europea. Risponde così il primo cittadino Federico Binatti a qualche accusa mossa da alcuni consiglieri e anche a qualche sottolineatura che invece è arrivata da una discussione social fra i cittadini.

 

 

A occuparsi prevalentemente della questione i consiglieri Antonio Vilardo e Lorenzo Volontè di Cambiamo Trecate e Forza Italia, che hanno presentato un’interrogazione: «Abbiamo ricevuto lamentele di cittadini che non hanno ricevuto la mascherina, che criticano la qualità della stessa perché non supera la “prova dell’accendino”. Noi avremmo distribuito almeno due mascherine a famiglia, detto questo» hanno detto i due.

Tante domande ben precise nell’interrogazione: «Quali sono le specifiche tecniche del prodotto e che certificazioni ha? Inoltre, sono state distribuite da una azienda. Perché? In tutti gli altri Comuni spesso tale attività è stata svolta da associazioni e volontari. Perché a Trecate no? Sono state contattate delle associazioni o non è stato fatto?Considerato inoltre le manchevolezze segnalate sulla distribuzione, verrà comunque pagato l’intero importo all’azienda o no? Considerato che le mascherine sono state pagate utilizzando il fondo di Fondazione Comunità del Novarese, se è corretto dire “il Comune ti protegge”, come riportato nel tagliando della mascherina, o se invece il merito andrebbe più correttamente ascritto ai cittadini e alle attività produttive che generosamente hanno effettuato delle donazioni». E hanno chiuso: «Ma conosciamo la spregiudicatezza politica di Binatti: dopo settimane di annunci, le mascherine non potevano che essere “marchiate”. È già in campagna elettorale, non ha ritegno neppure di fronte a una pandemia».

Binatti ha risposto ai quesiti: «Abbiamo svelto una società che conosce molto bene Trecate, vie e numeri civici, perché abitualmente si occupa di distribuire un giornale locale e lavora con le grande catene di supermercati, – spiega il primo cittadino – è vero, abbiamo ricevuto segnalazione sia dirette, sia tramite canali ufficiali, di cittadini che non hanno ricevuto la mascherina, ma proprio pensando a qualche imprevisto abbiamo ordinato 9 mila dispositivi su 8.700 capi famiglia e così i consiglieri Varone, Cigolini, Ingold e l’assessore Minera, hanno preparato le mascherine e le hanno distribuite personalmente. Secondo Anci non si possono usare fondi pubblici per le mascherine, la raccolta fondi era l’unica alternativa possibile, utilissima».

E sulla funzionalità della mascherina: «La prima regola è il distanziamento sociale, la mascherina serve per evitare che gocce di saliva possano essere dannose, nella stessa ordinanza si precisava che andava bene anche l’uso di un foulard o una sciarpa. Io capisco che il lavoro della minoranza sia questo, l’ho fatto anche io, ma se oltre alle lamentele ci fossero suggerimenti concreti io sarei ben felice, per me stesso e per la comunità. Se un’idea fosse utile la attuerei in un istante, il problema qui è a monte, non arrivano idee giuste o sbagliate, non ne arrivano proprio».

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Distribuite le mascherine a Trecate, il sindaco: «Sono certificate»

«Abbiamo chiesto diversi preventivi e abbiamo valutato diversi aspetti per poter scegliere, da quello economico, alle tempistiche di invio, al fatto di scegliere un materiale lavabili e riutilizzabile. Ma soprattutto abbiamo scelto anche per avere un prodotto certificato. Le mascherine che abbiamo distribuito hanno il marchio Ce», il marchio di conformità europea. Risponde così il primo cittadino Federico Binatti a qualche accusa mossa da alcuni consiglieri e anche a qualche sottolineatura che invece è arrivata da una discussione social fra i cittadini.     A occuparsi prevalentemente della questione i consiglieri Antonio Vilardo e Lorenzo Volontè di Cambiamo Trecate e Forza Italia, che hanno presentato un’interrogazione: «Abbiamo ricevuto lamentele di cittadini che non hanno ricevuto la mascherina, che criticano la qualità della stessa perché non supera la “prova dell’accendino”. Noi avremmo distribuito almeno due mascherine a famiglia, detto questo» hanno detto i due. Tante domande ben precise nell’interrogazione: «Quali sono le specifiche tecniche del prodotto e che certificazioni ha? Inoltre, sono state distribuite da una azienda. Perché? In tutti gli altri Comuni spesso tale attività è stata svolta da associazioni e volontari. Perché a Trecate no? Sono state contattate delle associazioni o non è stato fatto?Considerato inoltre le manchevolezze segnalate sulla distribuzione, verrà comunque pagato l’intero importo all’azienda o no? Considerato che le mascherine sono state pagate utilizzando il fondo di Fondazione Comunità del Novarese, se è corretto dire “il Comune ti protegge”, come riportato nel tagliando della mascherina, o se invece il merito andrebbe più correttamente ascritto ai cittadini e alle attività produttive che generosamente hanno effettuato delle donazioni». E hanno chiuso: «Ma conosciamo la spregiudicatezza politica di Binatti: dopo settimane di annunci, le mascherine non potevano che essere “marchiate”. È già in campagna elettorale, non ha ritegno neppure di fronte a una pandemia». Binatti ha risposto ai quesiti: «Abbiamo svelto una società che conosce molto bene Trecate, vie e numeri civici, perché abitualmente si occupa di distribuire un giornale locale e lavora con le grande catene di supermercati, - spiega il primo cittadino – è vero, abbiamo ricevuto segnalazione sia dirette, sia tramite canali ufficiali, di cittadini che non hanno ricevuto la mascherina, ma proprio pensando a qualche imprevisto abbiamo ordinato 9 mila dispositivi su 8.700 capi famiglia e così i consiglieri Varone, Cigolini, Ingold e l’assessore Minera, hanno preparato le mascherine e le hanno distribuite personalmente. Secondo Anci non si possono usare fondi pubblici per le mascherine, la raccolta fondi era l’unica alternativa possibile, utilissima». E sulla funzionalità della mascherina: «La prima regola è il distanziamento sociale, la mascherina serve per evitare che gocce di saliva possano essere dannose, nella stessa ordinanza si precisava che andava bene anche l’uso di un foulard o una sciarpa. Io capisco che il lavoro della minoranza sia questo, l’ho fatto anche io, ma se oltre alle lamentele ci fossero suggerimenti concreti io sarei ben felice, per me stesso e per la comunità. Se un’idea fosse utile la attuerei in un istante, il problema qui è a monte, non arrivano idee giuste o sbagliate, non ne arrivano proprio».

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