«Ci siamo rivolti all’amministrazione due volte con due lettere, abbiamo chiesto commissioni per poter discutere insieme per il bene della comunità. Non abbiamo ricevuto risposte e ci sono stati soltanto due incontri informali, uno convocato dal sindaco e uno richiesto da me». Sono le parole del consigliere di minoranza Giancarlo Miranda, capogruppo di “Oleggio Grande”, espresse durante una conferenza stampa a distanza martedì 12 maggio.
«Oltre a essere un gruppo politico siamo un’associazione e da tale ci siamo dati da fare in queste lunghe settimane con diverse attività di volontariato. Con questa leggera ripresa, pur non essendo conclusa l’emergenza, abbiamo cominciato a chiederci che cosa avremmo potuto fare ancora, quali proposte avremmo potuto avanzare e così ci siamo documentati, abbiamo guardato protocolli, piani della protezione civile, normative. Abbiamo scritto due lettere senza mai ricevere risposta, – ha continuato Miranda – auspichiamo che vengano convocate di nuovo le commissioni, strumenti utili per discutere insieme, hanno un ruolo costruttivo nelle minoranze stesse. Avevamo depositato mozioni poi ritirate proprio perché crediamo nel valore delle commissioni».
Una prima lettera è data 31 marzo, la seconda 27 aprile. Tantissime le tematiche affrontate: nella prima lettera Oleggio Grande ha parlato di Protezione civile, di istituzione del Coc, il comitato comunale per l’emergenza, da gestire di concerto con gli enti del terzo settore, con il Cisas, con le realtà rivolte al sostegno delle persone non solo in quarantena, ma anche fragili.
Nella seconda lettera si è pensato ancora di più al “dopo”, «un’attenzione ai bisogni della fase più recente dell’emergenza». Tra i temi la violenza domestica, come sostegno sia alle vittime, sia ai bambini o giovani che assistono a queste scene; possibilità di aprire giardini delle scuole e cortili a ragazzi e adulti fragili; contattare di frequente le persone anziane; pensare a Villa Calini come punto di svago con il suo giardino; sostegno alle famiglie, insomma attenzione a tutti i cittadini.
«Abbiamo voluto immaginare una Oleggio dopo l’emergenza: sarà una città forse più povera, ma capace di essere comunità ed essere solidale. Oleggio avrà bisogno di tante risorse e nuove idee. 75 anni fa siamo riusciti a risorgere: evitiamo di passare da una crisi epidemica a una crisi umanitaria».