Il museo di Oleggio ha riaperto: numerose le donazioni di oggetti antichi dei cittadini

Tante donazioni. Sì, sono tante le donazioni che sono arrivate al museo Fanchini di Oleggio nei primi dieci giorni di apertura dopo il lockdown. Questi mesi a casa che hanno consentito alle persone di sistemare e mettere ordine, hanno dato l’opportunità di mettere da parte oggetti particolari e antichi da donare per continuare la memoria storia. «Abbiamo ricevuto quadri, oggetti del ‘700, utensileria da cucina che magari in casa utilizzava la nonna, abbiamo ricevuti tanti oggetti per noi preziosi, – dice Jacopo Colombo, il direttore del museo – è stato bello, soprattutto pensare che abbiano pensato a noi e questo ha ricreato quei contatti che sono tanto mancati».

 

Al momento il museo è aperto per visite su prenotazione e al sabato pomeriggio: «Il primo sabato di apertura qualcuno è venuto e questo è stato un altro bel segnale, – dice Jacopo – abbiamo anche ricevuto qualche telefonata per avere informazioni. Io e i collaboratori siamo molto contenti, è stato difficile lavorare a distanza, si sentiva proprio la necessità di un confronto diretto».

 

Non solo, il museo sta anche lavorando a un progetto importante: raccogliere memoria storica di questo Covid-19, che ha segnato in generale la vita di tutti. «Nell’archivio ho trovato documentazione relativa al colera e si racconta che il museo era stato il lazzaretto di Oleggio, ora la situazione non è la stessa, ma è sicuramente storia e soprattutto si affianca la stessa mentalità e così stiamo raccogliendo articoli, immagini, fotografie, anche mascherine autoprodotte».

Quando il museo tornerà ad accogliere giovani, famiglie e scolaresche?«Le regole, necessarie, limitano molto le attività, in questi due mesi abbiamo perso parecchi visitatori, teniamo la situazione monitorata, ma speriamo di poter tornare presto alla normalità».

Museo chiuso, ma mai assente: Jacopo insieme ai collaboratori ha lavorato per far arrivare il museo direttamente nelle case, nel modo giusto, senza eccessi, con alcuni pillole.

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Elena Mittino

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  1. Un museo oltremodo interessante, grazie all’amore del suo direttore Jacopo Colombo. Da visitare assolutamente.

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Il museo di Oleggio ha riaperto: numerose le donazioni di oggetti antichi dei cittadini

Tante donazioni. Sì, sono tante le donazioni che sono arrivate al museo Fanchini di Oleggio nei primi dieci giorni di apertura dopo il lockdown. Questi mesi a casa che hanno consentito alle persone di sistemare e mettere ordine, hanno dato l’opportunità di mettere da parte oggetti particolari e antichi da donare per continuare la memoria storia. «Abbiamo ricevuto quadri, oggetti del ‘700, utensileria da cucina che magari in casa utilizzava la nonna, abbiamo ricevuti tanti oggetti per noi preziosi, - dice Jacopo Colombo, il direttore del museo – è stato bello, soprattutto pensare che abbiano pensato a noi e questo ha ricreato quei contatti che sono tanto mancati».   Al momento il museo è aperto per visite su prenotazione e al sabato pomeriggio: «Il primo sabato di apertura qualcuno è venuto e questo è stato un altro bel segnale, - dice Jacopo – abbiamo anche ricevuto qualche telefonata per avere informazioni. Io e i collaboratori siamo molto contenti, è stato difficile lavorare a distanza, si sentiva proprio la necessità di un confronto diretto».   Non solo, il museo sta anche lavorando a un progetto importante: raccogliere memoria storica di questo Covid-19, che ha segnato in generale la vita di tutti. «Nell’archivio ho trovato documentazione relativa al colera e si racconta che il museo era stato il lazzaretto di Oleggio, ora la situazione non è la stessa, ma è sicuramente storia e soprattutto si affianca la stessa mentalità e così stiamo raccogliendo articoli, immagini, fotografie, anche mascherine autoprodotte». Quando il museo tornerà ad accogliere giovani, famiglie e scolaresche?«Le regole, necessarie, limitano molto le attività, in questi due mesi abbiamo perso parecchi visitatori, teniamo la situazione monitorata, ma speriamo di poter tornare presto alla normalità». Museo chiuso, ma mai assente: Jacopo insieme ai collaboratori ha lavorato per far arrivare il museo direttamente nelle case, nel modo giusto, senza eccessi, con alcuni pillole.

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