«Minacce? Mai fatte. Dimissioni? Certo, quelle le ho chieste e sono ancora dello stesso parere». Risponde così il sindaco Fabio Sponghini di fronte alle parole spese da presidente e vice del consiglio di amministrazione della Fondazione Demedici a pochi giorni dalla notizia sul cambio di gestione della scuola materna. I due membri del Cda hanno fatto una cronistoria per raccontare come secondo loro si sono svolti i fatti. E in questa cronistoria si parla di forme di minaccia, unita ad arroganza e comportamento anomalo. «Ripeto volentieri ciò che ho detto finora. Presidente e vice si sono completamente disinteressati della situazione della scuola, ricoprendo il loro ruolo di persone coinvolte politicamente. Hanno reso politico qualcosa che di politico di non era, visto che era era necessario salvare la scuola per tutti i bambini che la frequentano. Dal momento che presidente e vice hanno tenuto nascosto l’incontro avvenuto a gennaio fra loro, le sorelle e la precedente amministrazione a noi attuale amministrazione e al Cda della Fondazione, ho chiesto loro le dimissioni, che non sono mai arrivate. Abbiamo saputo di questo problema solo tramite la scuola che ci ha contattato in modo diretto per chiedere un aiuto. E anche in questo caso i due membri del Cda hanno avuto lo stesso comportamento, agendo in modo isolato senza interpellare nessuno. Se siamo arrivati a una conclusione positiva è grazie alla Curia, che abbiamo informato noi e non sapeva nulla, in modo particolare nella figura di don Fausto Cossalter e alle istituzioni, ma non il Cda, che non sappiamo che cosa abbia fatto finora. Io, – dice il primo cittadino – ho chiesto loro le dimissioni per fatti a nostro parere gravi, è stata una mancanza di rispetto e professionalità, si sono presi a cuore l’aspetto puramente politico».
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E conclude: «Parlano anche di eccessivo allarmismo da parte nostra, va bene: ma che cosa sarebbe successo a giugno se non ci fossimo attivati? Il nostro non è stato allarmismo, ma affrontare un problema grave. Fortunatamente è una situazione che potrà risolversi da sola visto che fra pochi mesi il presidente terminerà a termine il suo mandato».
La posizione di presidente e vicepresidente
Tutto è nato dalla volontà di Moreno Brusati e Paolo Miglio di raccontare ciò che secondo loro è realmente accaduto. «Il Cda aveva dato la comunicazione a novembre e già informato insegnanti e rappresentanti di classe, mentre la richiesta di incontro da parte del Vicario ci è arrivata solamente a dicembre 2019», dicono. I due partono dal 9 gennaio 2019 quando suo Rosa convoca a scuola un incontro cui partecipano l’ex sindaco Giovanni Delconti e gli amministratori Roberta Miglio e Manuela Bovio, presidente e vice del Cda. «Suor Rosa comunica la difficoltà delle suore di Sant’Anna a rimanere in struttura. Dopo un importante chiarimento sul ruolo delle suore e sull’impegno dell’amministrazione comunale e del Cda per la struttura, sindaco e presidente offrono la disponibilità ad andare a Piacenza e Roma per definire con la Madre Superiora il rinnovo della presenza. Suor Rosa chiude l’incontro salutando e dicendo: “Vi terrò informati”.
Trascorrono diversi mesi, – dicono i due – senza nessuna comunicazione scritta da parte di quest’ultima. Alla fine di luglio, in maniera abbastanza anomala, veniamo convocati in comune dal neo eletto sindaco Sponghini che, dopo averci lanciato diverse accuse , ci comunica di aver ricevuto una lettera da suor Rosa. Molto arrabbiato (senza alcun diritto e motivo) pretende che entrambi rassegniamo le dimissioni minacciandoci di dire tutto ai giornali. A questo incontro sono presenti gli assessori Claudia Miglio e Chiara Bovio.
Alla nostra richiesta del perché suor Rosa non avesse scritto all’asilo ma al sindaco, Miglio risponde: “Suor Rosa forse non vi ha ritenuto all’altezza della comunicazione inviata”. Sorpresi da tanta maleducazione e stupiti da questa arroganza, educatamente rifiutiamo di dimetterci e continuiamo il lavoro di sondaggio presso diversi ordini religiosi iniziato a l termine dell’anno scolastico».
Alla fine di agosto Sponghini, in consiglio comunale, «inaspettatamente crea eccessivo allarmismo, scaricando la colpa dell’eventuale abbandono delle suore su presidente e vice, – continuano i due – a metà ottobre riceviamo dal sindaco una lettera con la quale ci intima di fornire copia dei verbali del Cda, il bilancio e spiegazioni su come avevamo speso i soldi del contributo comunale. Da questo momento fino al consiglio del 16 gennaio 2020, né presidente, né vice, né tutto il Cda è mai stato interpellato da sindaco e assessori per capire come andasse la situazione.
Abbiamo contattato 8 ordini religiosi. 4/5 di questi sono interessati; uno addirittura ci invita a Motta Visconti a visitare la struttura e conoscere le suore che verrebbero a Bellinzago e dà disponibilità totale».
La lettera di ufficialità di suor Rosa sarebbe arrivata il 7 ottobre 2019 e poi con raccomandata del 21 comunica definitivamente la conferma del ritiro dopo aver lasciato intendere, durante la festa per il 140°, di “lasciare aperta una porta”.
Il 27 dicembre 2019 presidente, vice, consigliere Raffaella Bovio e Don Pierangelo incontrano a Novara le suore proposte da Don Fausto (Ordine di Gesù Eterno Sacerdote). «Proprio per rispetto dei ruoli abbiamo accettato le suore proposte dalla curia».