Si accende il confronto tra Comune e Parrocchia a Trecate. Al centro della questione, la richiesta di pagamento di Imu e Tasi per un importo complessivo che, secondo quanto comunicato dalla Parrocchia, si aggirerebbe attorno ai 436 mila euro. Un’accusa che il sindaco Federico Binatti respinge con decisione: «Quello che fa dispiacere è il fatto che la parrocchia abbia diffuso una notizia che non solo non corrisponde al vero, ma che attribuisce all’amministrazione un atteggiamento di chiusura che mai c’è stato e mai ci sarà da parte nostra».
Il primo cittadino replica così al parroco, don Ettore Maddalena, che nell’ultimo numero del Bollettino trecatese aveva reso nota la situazione. «La nostra parrocchia – scriveva il parroco – sopporta ogni anno una spesa superiore a 350 mila euro per le sole attività pastorali e per la manutenzione degli edifici religiosi» a fronte delle quali «stiamo purtroppo fronteggiando un periodo di forte riduzione delle entrate derivanti dalle offerte, tristemente proporzionale al calo delle presenze dei fedeli alle funzioni religiose».
«Il Comune ha avviato un confronto per verificare se gli immobili in questione possiedano i requisiti per beneficiare dell’esenzione. L’importo citato, infatti, non è definitivo e la situazione è tuttora in fase di valutazione» afferma il sindaco specificando che le verifiche sono iniziate la scorsa estate: «Il Comune ha inviato una richiesta di documentazione alla Parrocchia riguardante la verifica della posizione contributiva e del regolare adempimento degli obblighi di pagamento delle due imposte per verificare la sussistenza dei requisiti di ente non commerciale e, quindi, per procedere con il riconoscimento dell’esenzione. In agosto c’è stato un incontro con i rappresentanti della Parrocchia proprio per approfondire l’esenzione. Sono poi seguiti scambi di documentazione e successive integrazioni. A fine anno il Comune ha notificato un documento con due ipotesi di importi: il primo a sanzioni piene di 436.686 euro e il secondo a sanzioni ridotte di 273.798 euro. Si tratta, come detto, di un “invito al contraddittorio” e non di un avviso di accertamento esecutivo, come sostenuto dal parroco».
«La finalità di questo iter è instaurare un dialogo con il contribuente, dando la possibilità di presentare controdeduzioni che possano essere tenute in conto nell’adozione del provvedimento finale – dichiara Binatti -. Pertanto questo documento e il relativo importo non risultano definitivi: la Parrocchia ha infatti successivamente presentato le proprie memorie scritte e ci sarà un successivo incontro prima della notifica dell’atto finale. Un percorso conveniente e, soprattutto, di buon senso».
Binatti, infine, sottolinea che «c’è la piena consapevolezza di quanto l’istituzione religiosa faccia per il bene della nostra città. Proprio per questo, l’amministrazione ha sempre riconosciuto e valorizzato il ruolo sociale della parrocchia. Se don Ettore ha deciso di manifestare pubblicamente la propria amarezza, l’amministrazione e gli uffici non hanno mai chiuso alcuna porta e il nostro atteggiamento resta positivo e propositivo».