Un’associazione oleggese lancia la “spesa sospesa”

buoni spesa

“Spesa sospesa”. E’ questa la proposta che nasce fra i volontari dell’Asterisco, associazione oleggese impegnata nel sociale. Come si può immaginare, l’iniziativa riprende molto la filosofia del “caffè sospeso”: quando si ordina la spesa, si può aggiungere una somma al proprio conto, del valore minimo di un euro e indirizzarlo al Comune di appartenenza. Non si compra un prodotto nello specifico, ma sarà poi il Comune a organizzarsi con il negozio o il market per fare la spesa necessaria alle persone in difficoltà.

 

La proposta è stata inviata ad alcuni comuni del territorio novarese, ossia Oleggio, Trecate, Cameri, Galliate, Suno, Momo, Cavaglietto e Divignano, alle associazioni di categoria come Ascom e Coldiretti e alle associazioni del territorio.

«In questo particolare periodo della nostra epoca stiamo vivendo una situazione nuova e anomala, a causa della pandemia che sta colpendo l’intero Pianeta, e molti Comuni, con l’aiuto dei commercianti del territorio, si sono organizzati affinché la spesa possa essere fatta tramite ordinazione telefonica, oppure via web e/o social network, e i prodotti possano arrivare fino alle case dei richiedenti, onde evitare movimentazione di persone ed ulteriori rischi di contagio, – spiega Gabriella Tozzola, presidente dell’associazione – Purtroppo, non tutti hanno la possibilità di poter acquistare prodotti di prima necessità, e una percentuale della nostra popolazione si priva di determinati beni per oggettive difficoltà economiche. La “spesa sospesa” sarebbe un modo diretto per rendersi solidali con i propri concittadini più sfortunati, e al contempo supportare le varie attività commerciali territoriali, che in questi giorni così delicati si stanno facendo in quattro per portare avanti la propria attività, ed effettuare, per tempo, consegne a domicilio, aiutando a ridurre il rischio di contagi dovuto alla movimentazione di più persone. Con le modalità eventualmente stabilite dal Comune e con l’aiuto di Associazioni operanti nel terzo settore, verrebbero distribuiti i prodotti nelle abitazioni dei richiedenti della “spesa sospesa”. Con questa iniziativa ci sarebbero diversi benefici: morali, per chi compie il gesto, ovviamente i destinatari dei prodotti, ma anche i commercianti che potenzialmente vedrebbero un incremento delle proprie vendite». L’associazione è in attesa di risposte: «E’ normale che i comuni non abbiano dato ancora un riscontro, data la mole di lavoro che li riguarda ogni giorno, – aggiunge – altrove è un’esperienza già avviata e che sta avendo successo».

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Un’associazione oleggese lancia la “spesa sospesa”

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“Spesa sospesa”. E’ questa la proposta che nasce fra i volontari dell’Asterisco, associazione oleggese impegnata nel sociale. Come si può immaginare, l’iniziativa riprende molto la filosofia del “caffè sospeso”: quando si ordina la spesa, si può aggiungere una somma al proprio conto, del valore minimo di un euro e indirizzarlo al Comune di appartenenza. Non si compra un prodotto nello specifico, ma sarà poi il Comune a organizzarsi con il negozio o il market per fare la spesa necessaria alle persone in difficoltà.

 

La proposta è stata inviata ad alcuni comuni del territorio novarese, ossia Oleggio, Trecate, Cameri, Galliate, Suno, Momo, Cavaglietto e Divignano, alle associazioni di categoria come Ascom e Coldiretti e alle associazioni del territorio.

«In questo particolare periodo della nostra epoca stiamo vivendo una situazione nuova e anomala, a causa della pandemia che sta colpendo l’intero Pianeta, e molti Comuni, con l’aiuto dei commercianti del territorio, si sono organizzati affinché la spesa possa essere fatta tramite ordinazione telefonica, oppure via web e/o social network, e i prodotti possano arrivare fino alle case dei richiedenti, onde evitare movimentazione di persone ed ulteriori rischi di contagio, – spiega Gabriella Tozzola, presidente dell’associazione – Purtroppo, non tutti hanno la possibilità di poter acquistare prodotti di prima necessità, e una percentuale della nostra popolazione si priva di determinati beni per oggettive difficoltà economiche. La “spesa sospesa” sarebbe un modo diretto per rendersi solidali con i propri concittadini più sfortunati, e al contempo supportare le varie attività commerciali territoriali, che in questi giorni così delicati si stanno facendo in quattro per portare avanti la propria attività, ed effettuare, per tempo, consegne a domicilio, aiutando a ridurre il rischio di contagi dovuto alla movimentazione di più persone. Con le modalità eventualmente stabilite dal Comune e con l’aiuto di Associazioni operanti nel terzo settore, verrebbero distribuiti i prodotti nelle abitazioni dei richiedenti della “spesa sospesa”. Con questa iniziativa ci sarebbero diversi benefici: morali, per chi compie il gesto, ovviamente i destinatari dei prodotti, ma anche i commercianti che potenzialmente vedrebbero un incremento delle proprie vendite». L’associazione è in attesa di risposte: «E’ normale che i comuni non abbiano dato ancora un riscontro, data la mole di lavoro che li riguarda ogni giorno, – aggiunge – altrove è un’esperienza già avviata e che sta avendo successo».

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