«Usiamo il tempo per compiere gesti di bene verso gli altri»

La vita da oratorio, gli appuntamenti della Settimana santa che accompagna alla Pasqua. Essere distanti, in casa, ha portato a vivere questi momenti in poco diverso dal solito, senza la condivisione diretta, senza lo stare insieme. Ma non per questo diventano momenti meno importanti del solito, anzi. Anche sotto questo punto di vista si cercano nuove strade.

«Come si fa oratorio adesso? Direi cercando di mantenere il più possibile uno stile di prossimità con le persone, – dice don Fabrizio Fe’ di Cameri –  proprio in questo momento le persone sentono grande la nostalgia dei momenti di incontro. Naturalmente bisogna ingegnarsi con le possibilità che ci sono date: in questo i nuovi mezzi di comunicazione si stanno rivelando particolarmente preziosi. In questi giorni mando molti messaggi e cerco di chiamare per telefono i giovani dell’oratorio: è bello potersi accertare dello stato d’animo (oltre che della salute) delle persone, liberi una volta tanto dal dover organizzare cose e potendosi concentrare su un dialogo cordiale e su un concreto ascolto dell’altro».

A Cameri avete fatto qualche iniziativa particolare per bambini e ragazzi?

«All’inizio della quarantena ci siamo fatti promotori dell’iniziativa dei cartelloni con lo slogan “Andrà tutto bene”: i ragazzi hanno risposto con entusiasmo e in meno di due giorni sono arrivate ben 150 foto di queste piccole opere d’arte appese per il paese, immagini poi condivise sul sito dell’oratorio. Ogni domenica poi attraverso whatsapp i genitori ricevono alcuni contributi scritti e un video per organizzare, se lo desiderano, un breve momento di preghiera con i propri figli. Per i ragazzi un po’ più grandi e i giovani ogni giorno viene proposto un contenuto multimediale sugli spazi social dell’oratorio (Facebook e Instagram) così da poter aiutare il percorso spirituale legato alla Pasqua. Per i giovani delle superiori in particolare è in atto un percorso quotidiano sulla figura di un giovane convertito francese, Jacques Fresh che culminerà con un paio di momenti di incontro online su una piattaforma multimediale. Insomma, ci si sta attivando in una modalità inedita ma speriamo efficace per continuare a “fare oratorio”».

 

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E’ un momento molto importante, denso di appuntamenti, come viverli stando in casa, magari anche un po’ distratti proprio dalla situazione?

«Il mio suggerimento è di sfruttare il tempo “mutato” di questo periodo per coltivare buoni interessi e compiere gesti di bene verso chi ci sta vicino. In tutto questo un tempo per lo spirito può aiutare. Dalla risonanza al Rosario serale in streaming che sto proponendo da un mese a questa parte: avverto che la gente prega volentieri e sente il bisogno di rivolgersi a Dio, per chiedere aiuto e per trovare senso al tempo della prova. Le proposte, come ho cercato di scrivere non mancano: sia prodotte con semplicità a livello nostro parrocchiale sia a livello di grandi media (ad esempio la programmazione di Tv2000). L’importante è sapersi ritagliare un tempo, mettere da parte qualche inutile distrazione e gustarsi un tempo che – lo ripeto – faccia rileggere il quotidiano in modo diverso e più ricco di speranza».

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«Usiamo il tempo per compiere gesti di bene verso gli altri»

La vita da oratorio, gli appuntamenti della Settimana santa che accompagna alla Pasqua. Essere distanti, in casa, ha portato a vivere questi momenti in poco diverso dal solito, senza la condivisione diretta, senza lo stare insieme. Ma non per questo diventano momenti meno importanti del solito, anzi. Anche sotto questo punto di vista si cercano nuove strade.

«Come si fa oratorio adesso? Direi cercando di mantenere il più possibile uno stile di prossimità con le persone, – dice don Fabrizio Fe’ di Cameri –  proprio in questo momento le persone sentono grande la nostalgia dei momenti di incontro. Naturalmente bisogna ingegnarsi con le possibilità che ci sono date: in questo i nuovi mezzi di comunicazione si stanno rivelando particolarmente preziosi. In questi giorni mando molti messaggi e cerco di chiamare per telefono i giovani dell’oratorio: è bello potersi accertare dello stato d’animo (oltre che della salute) delle persone, liberi una volta tanto dal dover organizzare cose e potendosi concentrare su un dialogo cordiale e su un concreto ascolto dell’altro».

A Cameri avete fatto qualche iniziativa particolare per bambini e ragazzi?

«All’inizio della quarantena ci siamo fatti promotori dell’iniziativa dei cartelloni con lo slogan “Andrà tutto bene”: i ragazzi hanno risposto con entusiasmo e in meno di due giorni sono arrivate ben 150 foto di queste piccole opere d’arte appese per il paese, immagini poi condivise sul sito dell’oratorio. Ogni domenica poi attraverso whatsapp i genitori ricevono alcuni contributi scritti e un video per organizzare, se lo desiderano, un breve momento di preghiera con i propri figli. Per i ragazzi un po’ più grandi e i giovani ogni giorno viene proposto un contenuto multimediale sugli spazi social dell’oratorio (Facebook e Instagram) così da poter aiutare il percorso spirituale legato alla Pasqua. Per i giovani delle superiori in particolare è in atto un percorso quotidiano sulla figura di un giovane convertito francese, Jacques Fresh che culminerà con un paio di momenti di incontro online su una piattaforma multimediale. Insomma, ci si sta attivando in una modalità inedita ma speriamo efficace per continuare a “fare oratorio”».

 

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E’ un momento molto importante, denso di appuntamenti, come viverli stando in casa, magari anche un po’ distratti proprio dalla situazione?

«Il mio suggerimento è di sfruttare il tempo “mutato” di questo periodo per coltivare buoni interessi e compiere gesti di bene verso chi ci sta vicino. In tutto questo un tempo per lo spirito può aiutare. Dalla risonanza al Rosario serale in streaming che sto proponendo da un mese a questa parte: avverto che la gente prega volentieri e sente il bisogno di rivolgersi a Dio, per chiedere aiuto e per trovare senso al tempo della prova. Le proposte, come ho cercato di scrivere non mancano: sia prodotte con semplicità a livello nostro parrocchiale sia a livello di grandi media (ad esempio la programmazione di Tv2000). L’importante è sapersi ritagliare un tempo, mettere da parte qualche inutile distrazione e gustarsi un tempo che – lo ripeto – faccia rileggere il quotidiano in modo diverso e più ricco di speranza».

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