Di Carpignano Sesia, novarese, anche fisicamente fino ai 25, ha poi intrapreso un percorso che l’ha fatta viaggiare e ora abita con la famiglia a pochi km da Bologna, a San Giovanni in Persiceto. «Spero di poter tornare al più presto a fare quello che amo, ossia far divertire la gente» dice Chiara Maio Wanda, direttore artistico dei Wanda Circus, associazione teatrale e di promozione sociale, diventato sempre più noto con il passare degli anni, venti per la precisione.
«Il nostro teatro è rivolto a tutti, alla comunità, ai piccoli, ai grandi, a tutti senza alcuna distinzione, è un teatro dove non si parla, le risa sono suscitate da ciò che si vede in scena, – spiega Wanda e anche solo al telefono si percepisce un enorme entusiasmo – a noi piace fare divertire le persone che vanno in piazza, dove siamo noi con il nostro circo».
Lo si legge ovunque, l’arte in questo momento, e probabilmente ancora a lungo, è tra le realtà più in ginocchio: i luoghi d’arte sono chiusi, chissà quando si potrà tornare a viverli di nuovo, a fare in modo che quel meraviglioso assembramento che provoca non sia più un pericolo. «Noi abbiamo chiuso tutto il 23 febbraio e siamo stati fortunati, prima di tutto perché eravamo a pochi km da casa e abbiamo potuto portare tutti i materiali a casa senza ulteriori spese, poi perché il nostro Circo-Teatro si sarebbe trattenuto per due settimane, mattino e pomeriggio, sempre da tutto esaurito, e abbiamo lavorato almeno dal 14 al 23, per dieci giorni. Ma soprattutto nessuno di noi ha contratto il virus, mentre diversi colleghi a Bergamo hanno vissuto momenti tragici». Le prime due settimane sono state dolorose: «Era come se ci avessero reciso un’arteria femorale. Ora purtroppo siamo tutti a casa. Tutta la mia famiglia si occupa di spettacolo, di stare in mezzo alla gente, di averci a che fare. E’ stato un trauma vero. Con questa emergenza, il lavoro delle micro compagnie che reggono un’economia famigliare si è azzerato e non lo dico come critica, – continua Wanda – tutto è stato annullato giustamente, chi meglio di noi che stiamo in mezzo alla folla potrebbe capirlo».
Wanda ha deciso di non re-invetarsi: « Non posso pensare a nulla di diverso, se non fare il mestiere che amo. Sono e resto una persona che fa spettacolo, spettacoli dal vivo. Da trent’anni. Sono consapevole che l’attesa sarà lunga e che sarò fra gli ultimi a ripartire. E se per “re invertarsi” si intende fare un lavoro temporaneo durante l’attesa: certo! Ben venga! Anche raccogliere frutta. Fino a che il mio mestiere riaprirà».
I giorni della quarantena sono lunghi, ma Wanda, finiti i primi di assoluta tristezza, si è data da fare: «Della famiglia sono io la persona che si dedica alla spesa e così, avendo tolto l’assicurazione degli automezzi, ho recuperato un piccolo carretto dei nostri spettacoli e l’ho legato alla mia bici, facendo anche diversi km, – dice sorridendo – abbiamo dipinto la casa stanza per stanza, stirato, sistemato il fienile, potato alberi, zappato l’orto, allestito una piccola palestra». E naturalmente non ha messo da parte l’arte, quell’arte che presto potrà fare tante sorprese alle persone, alla comunità, a chi si diverte negli spettacoli del Wanda Circus.
«Sto realizzando a un gioco da tavolo grazie a Eleonora Albanese, pittrice e grande sostenitrice dell’arte del gioco e a Elena Bergamini che si occuperà dell’impaginazione. Al momento non posso svelare molto di più, ma è davvero bello! E poi ci stiamo dedicando a “Fiabe da lupi per tempi da lupi” che sarà una raccolta di 14 fiabe appunto presto online». E una fiaba la si può già ascoltare sulla pagina Santa Maria Maggiore Turismo, che ha chiesto a Wanda disponibilità. «Penso a quanto sarà bello, quando riapriranno i parchi, avere la possibilità di raccontare ai bambini, a distanza, in sicurezza, ma di tornare a vivere quella normalità che sto provando io stessa a riassaporare lavorando a questi progetti».