Epatite C: prosegue lo screening in Piemonte per la ricerca del virus

A oggi sono state testate in Piemonte 2.049 persone con un’età media di 44 anni

La Regione Piemonte ha avviato uno screening di popolazione per identificare le infezioni del fegato causate dal virus dell’Epatite C (HCV).

Questo tipo di infezione può guarire spontaneamente con l’eliminazione del virus in poche settimane, oppure può diventare cronica e provocare, se non trattata con una terapia specifica, seri problemi di salute. Il 20-30% dei pazienti con Epatite C cronica sviluppa, nell’arco di 10-20 anni, cirrosi e circa l’1-4% un successivo epatocarcinoma. Ad oggi non esiste un vaccino in grado di prevenire l’infezione da Epatite C, l’unica forma di protezione consiste nella riduzione del rischio di esposizione al virus.

«Lo screening – ha spiegato l’assessore regionale alla Sanità, Luigi Genesio Icardi – è volontario, gratuito ed è rivolto a tutte le persone nate tra il 1969 e il 1989, circa 1.160.000 piemontesi. Rientrano nei destinatari dello screening anche le persone seguite dai Servizi pubblici per le Dipendenze (SerD) e i detenuti in carcere, indipendentemente dal loro anno di nascita. E’ molto importante sottoporsi al test, perché la maggior parte delle persone affette da Epatite C non presenta alcun sintomo o soltanto sintomi generali, come stanchezza cronica e depressione. Lo screening risulta, dunque, l’unico modo per individuare la malattia».

Per aderire all’indagine occorre sottoporsi a un semplice prelievo di sangue (prelievo venoso o pungidito) per la ricerca degli anticorpi specifici contro il virus. In caso di positività al test di primo livello e al conseguente test di conferma Hcv-Rna, il soggetto interessato verrà preso in carico dal Centro specialistico di riferimento locale per concordare l’inizio della terapia antivirale.

Finora sono state testate in Piemonte 2.049 persone con un’età media di 44 anni. Degli 8 positivi dopo il primo test, 2 sono risultati positivi anche in seguito al test di conferma (ricerca dell’Rna virale) e inviati al Centro di cura specialistico di riferimento per ulteriori accertamenti.

Consulta le modalità di adesione allo screening attivate dalle ASL sul terriorio piemontese

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Epatite C: prosegue lo screening in Piemonte per la ricerca del virus

A oggi sono state testate in Piemonte 2.049 persone con un’età media di 44 anni

La Regione Piemonte ha avviato uno screening di popolazione per identificare le infezioni del fegato causate dal virus dell’Epatite C (HCV).

Questo tipo di infezione può guarire spontaneamente con l’eliminazione del virus in poche settimane, oppure può diventare cronica e provocare, se non trattata con una terapia specifica, seri problemi di salute. Il 20-30% dei pazienti con Epatite C cronica sviluppa, nell’arco di 10-20 anni, cirrosi e circa l’1-4% un successivo epatocarcinoma. Ad oggi non esiste un vaccino in grado di prevenire l’infezione da Epatite C, l’unica forma di protezione consiste nella riduzione del rischio di esposizione al virus.

«Lo screening – ha spiegato l’assessore regionale alla Sanità, Luigi Genesio Icardi – è volontario, gratuito ed è rivolto a tutte le persone nate tra il 1969 e il 1989, circa 1.160.000 piemontesi. Rientrano nei destinatari dello screening anche le persone seguite dai Servizi pubblici per le Dipendenze (SerD) e i detenuti in carcere, indipendentemente dal loro anno di nascita. E’ molto importante sottoporsi al test, perché la maggior parte delle persone affette da Epatite C non presenta alcun sintomo o soltanto sintomi generali, come stanchezza cronica e depressione. Lo screening risulta, dunque, l’unico modo per individuare la malattia».

Per aderire all’indagine occorre sottoporsi a un semplice prelievo di sangue (prelievo venoso o pungidito) per la ricerca degli anticorpi specifici contro il virus. In caso di positività al test di primo livello e al conseguente test di conferma Hcv-Rna, il soggetto interessato verrà preso in carico dal Centro specialistico di riferimento locale per concordare l’inizio della terapia antivirale.

Finora sono state testate in Piemonte 2.049 persone con un’età media di 44 anni. Degli 8 positivi dopo il primo test, 2 sono risultati positivi anche in seguito al test di conferma (ricerca dell’Rna virale) e inviati al Centro di cura specialistico di riferimento per ulteriori accertamenti.

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