Festival della Salute, nella piazza e nelle vie di Sant’Agabio la prevenzione per stare meglio

Il 23 settembre gazebo e sedi aperte. Una collaborazione tra Asl, istituzioni, associazioni di volontariato e comunità

Oltre trenta postazioni lungo le strade di Sant’Agabio per fare prevenzione e promozione della salute raggiungendo il maggior numero di cittadini per sensibilizzare ad una corretta alimentazione, alla pratica dell’attività fisica, ad uno stile di vita salutare, ad attività che aiutano il benessere fisico e mentale.

Tutto questo è il Festival della Salute che si svolgerà sabato 23 settembre nelle vie attorno alla piazza della chiesa e fino al campo dell’Olimpia, con una serie di gazebo, sedi di enti e associazioni e la struttura sportiva, proponendo punti informativi, prove di attività e numerosi laboratori per bambini, ad orari scadenzati lungo la giornata, tra le 10 e le 18. Ad organizzarla è l’Asl Novara nell’ambito del Piano locale della prevenzione, con la collaborazione dell’università Upo a Aou Maggiore, del Comune e del ricco mondo di associazioni del volontariato presenti a Sant’Agabio. Il Festival è anche inserito nella tre giorni di “Quartiere in festa” organizzato dalla parrocchia in occasione della patronale.ron

Tra le iniziative la prevenzione svolta dai medici della Lega Italiana Lotta ai Tumori, le cui dietiste cureranno anche incontri educativi rivolti ai bambini. Poi il laboratorio sulla gravidanza e l’allattamento a cura del Consultorio Dmi o, per l’attività fisica, micro lezioni di nordic walking, una camminata di 4 km, giri in bicicletta e la pratica del calcio camminato. Ancora: percorsi di prevenzione del gioco d’azzardo patologico, del contrasto del bullismo, dimostrazioni di primo soccorso, presentazione di servizi riabilitativi, laboratori sulla disabilità.

Un  ruolo primario sarà svolto dall’Università, che vede la sede della Upo Biobank Centro di ricerca traslazionale sulle malattie autoimmuni e allergiche in corso Trieste 15/A: al centro la banca biologica che, insieme al Novara Cohort Study, coinvolge attivamente la popolazione novarese in uno studio sull’invecchiamento e nell’occasione proporrà test funzionali semplici e divertenti per valutare l’età biologica e il proprio stile di vita con l’aderenza alla dieta mediterranea, considerata la più salubre. Verranno inoltre presentati il progetto Aging (sullo stile di vita utile a ridurre il peso delle malattie e disabilità con l’invecchiamento) e i progetti di ricerca inseriti nel Pnrr, accompagnati da una visita ai laboratori universitari. Infine il Dipartimento Scienze del farmaco dell’Upo e le farmacie del quartiere faranno informazione sul ruolo e la produzione di vaccini e medicinali.

«SANT’AGABIO, QUARTIERE IN CUI INVESTIRE»

«Il Festival interessa trasversalmente sanità territoriale e ospedaliera ed è occasione per un’ampia collaborazione con l’obiettivo di raggiungere in modo capillare tutte le persone» ha affermato Angelo Penna, direttore generale dell’Asl Novara, nel presentare l’appuntamento (nella foto sotto il titolo i partecipanti alla conferenza stampa di questo martedì). E ha sottolineato l’importanza del coinvolgimento individuale per contenere i rischi delle malattie.

Per il Comune di Novara l’assessore alle politiche sociali Teresa Armienti ha spiegato come il Sant’Agabio sia stato individuato perché «quartiere con popolazione mista, dove far passare il messaggio che la salute si incentra sullo stile di vita e su un ambiente pulito e sano». Ha sottolineato la presenza del Centro per le Famiglie e ha invitato a considerarlo «punto di riferimento per tutti».

Sulla tipologia di Sant’Agabio è intervenuto anche il rettore dell’università Gian Carlo Avanzi: «È un quartiere in cui investire molto, importante per gli studi epidemiologici, che rivelano come gli immigrati provenienti dal Nord Africa e Asia sono i più a rischio per il diabete e le malattie cardiovascolari, per abitudini di vita anche indotte dalla povertà». Il rettore, ordinario di medicina interna, ha poi ricordato la presenza della Upo Biobank con il Centro per le malattie autoimmuni di livello europeo, «con sede vicino all’ex 5° magazzino per il quale auspichiamo una trasformazione».

«La necessaria inclusione dell’immigrazione – è intervenuto il direttore generale del Maggiore, Gianfranco Zulian – parte dalla tutela della salute per creare un substrato culturale. Fare prevenzione è “mission” dell’ospedale, e se questa fosse ottimale la struttura ne beneficerebbe, oltre ad avere un benessere diffuso perché la salute non è solo assenza di malattia ma stare bene a livello psico-fisico-sociale».

Una annotazione anche dalle realtà coinvolte, non strettamente sanitarie. Don Massimo Volpati, da un anno e mezzo parroco di Sant’Agabio, ha affermato che «questa iniziativa è motivo d’orgoglio per il nostro quartiere, da fuori visto come problematico, mentre vivendoci si vede che è ricco di persone e di risorse che ci mettono l’anima e sanno lavorare bene insieme, in attività non sempre conosciute. E dunque ben venga questa bella iniziativa».

Quindi il presidente del Centro Servizi per il territorio, Daniele Giaime, ha portato il pensiero e il ringraziamento del modo del volontariato: «Puntiamo a raccontare quello che si fa sul territorio e che cosa il volontariato sa fare con le istituzioni e che qui i cittadini potranno toccare con mano. È un esempio vero di coprogettazione e ringrazio di cuore ogni volontario che vi parteciperà».

Patrizia Grossi, Maria Grazia Bresich e Roberta Grossi

Ad illustrare i contenuti del Festival, di cui hanno guidato per l’Asl Novara la realizzazione, sono intervenute Maria Grazia Bresich, responsabile del servizio sociale professionale, Patrizia Grossi, referente dell’area nutrizionale e malattie trasmesse dagli alimenti del Servizio Igiene (Sian) e Roberta Grossi, direttore dello Spresal e referente del Piano prevenzione.

«C’è soddisfazione per l’intersettorialità e la volontà di fare rete col territorio. Grazie alla collaborazione di tutti» ha affermato quest’ultima. E ha concluso: «Molte persone hanno un momento in cui sono predisposte a cambiare e il Festival della Salute vuole rappresentare un’opportunità da cogliere. Tutte le malattie si possono contrastare con uno stile di vita adeguato. Possiamo promuovere la nostra e l’altrui salute. Il cambiamento inizia da noi».

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Antonio Maio

Nato a Lecco il 26 febbraio 1957, vive a Novara dal 1966. Giornalista dal 1986 ha svolto la professione quasi esclusivamente ai settimanali della Diocesi di Novara fino a diventarne direttore.

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Festival della Salute, nella piazza e nelle vie di Sant’Agabio la prevenzione per stare meglio

Il 23 settembre gazebo e sedi aperte. Una collaborazione tra Asl, istituzioni, associazioni di volontariato e comunità

Oltre trenta postazioni lungo le strade di Sant’Agabio per fare prevenzione e promozione della salute raggiungendo il maggior numero di cittadini per sensibilizzare ad una corretta alimentazione, alla pratica dell’attività fisica, ad uno stile di vita salutare, ad attività che aiutano il benessere fisico e mentale.

Tutto questo è il Festival della Salute che si svolgerà sabato 23 settembre nelle vie attorno alla piazza della chiesa e fino al campo dell’Olimpia, con una serie di gazebo, sedi di enti e associazioni e la struttura sportiva, proponendo punti informativi, prove di attività e numerosi laboratori per bambini, ad orari scadenzati lungo la giornata, tra le 10 e le 18. Ad organizzarla è l’Asl Novara nell’ambito del Piano locale della prevenzione, con la collaborazione dell’università Upo a Aou Maggiore, del Comune e del ricco mondo di associazioni del volontariato presenti a Sant’Agabio. Il Festival è anche inserito nella tre giorni di “Quartiere in festa” organizzato dalla parrocchia in occasione della patronale.ron

Tra le iniziative la prevenzione svolta dai medici della Lega Italiana Lotta ai Tumori, le cui dietiste cureranno anche incontri educativi rivolti ai bambini. Poi il laboratorio sulla gravidanza e l’allattamento a cura del Consultorio Dmi o, per l’attività fisica, micro lezioni di nordic walking, una camminata di 4 km, giri in bicicletta e la pratica del calcio camminato. Ancora: percorsi di prevenzione del gioco d’azzardo patologico, del contrasto del bullismo, dimostrazioni di primo soccorso, presentazione di servizi riabilitativi, laboratori sulla disabilità.

Un  ruolo primario sarà svolto dall’Università, che vede la sede della Upo Biobank Centro di ricerca traslazionale sulle malattie autoimmuni e allergiche in corso Trieste 15/A: al centro la banca biologica che, insieme al Novara Cohort Study, coinvolge attivamente la popolazione novarese in uno studio sull’invecchiamento e nell’occasione proporrà test funzionali semplici e divertenti per valutare l’età biologica e il proprio stile di vita con l’aderenza alla dieta mediterranea, considerata la più salubre. Verranno inoltre presentati il progetto Aging (sullo stile di vita utile a ridurre il peso delle malattie e disabilità con l’invecchiamento) e i progetti di ricerca inseriti nel Pnrr, accompagnati da una visita ai laboratori universitari. Infine il Dipartimento Scienze del farmaco dell’Upo e le farmacie del quartiere faranno informazione sul ruolo e la produzione di vaccini e medicinali.

«SANT’AGABIO, QUARTIERE IN CUI INVESTIRE»

«Il Festival interessa trasversalmente sanità territoriale e ospedaliera ed è occasione per un’ampia collaborazione con l’obiettivo di raggiungere in modo capillare tutte le persone» ha affermato Angelo Penna, direttore generale dell’Asl Novara, nel presentare l’appuntamento (nella foto sotto il titolo i partecipanti alla conferenza stampa di questo martedì). E ha sottolineato l’importanza del coinvolgimento individuale per contenere i rischi delle malattie.

Per il Comune di Novara l’assessore alle politiche sociali Teresa Armienti ha spiegato come il Sant’Agabio sia stato individuato perché «quartiere con popolazione mista, dove far passare il messaggio che la salute si incentra sullo stile di vita e su un ambiente pulito e sano». Ha sottolineato la presenza del Centro per le Famiglie e ha invitato a considerarlo «punto di riferimento per tutti».

Sulla tipologia di Sant’Agabio è intervenuto anche il rettore dell’università Gian Carlo Avanzi: «È un quartiere in cui investire molto, importante per gli studi epidemiologici, che rivelano come gli immigrati provenienti dal Nord Africa e Asia sono i più a rischio per il diabete e le malattie cardiovascolari, per abitudini di vita anche indotte dalla povertà». Il rettore, ordinario di medicina interna, ha poi ricordato la presenza della Upo Biobank con il Centro per le malattie autoimmuni di livello europeo, «con sede vicino all’ex 5° magazzino per il quale auspichiamo una trasformazione».

«La necessaria inclusione dell’immigrazione – è intervenuto il direttore generale del Maggiore, Gianfranco Zulian – parte dalla tutela della salute per creare un substrato culturale. Fare prevenzione è “mission” dell’ospedale, e se questa fosse ottimale la struttura ne beneficerebbe, oltre ad avere un benessere diffuso perché la salute non è solo assenza di malattia ma stare bene a livello psico-fisico-sociale».

Una annotazione anche dalle realtà coinvolte, non strettamente sanitarie. Don Massimo Volpati, da un anno e mezzo parroco di Sant’Agabio, ha affermato che «questa iniziativa è motivo d’orgoglio per il nostro quartiere, da fuori visto come problematico, mentre vivendoci si vede che è ricco di persone e di risorse che ci mettono l’anima e sanno lavorare bene insieme, in attività non sempre conosciute. E dunque ben venga questa bella iniziativa».

Quindi il presidente del Centro Servizi per il territorio, Daniele Giaime, ha portato il pensiero e il ringraziamento del modo del volontariato: «Puntiamo a raccontare quello che si fa sul territorio e che cosa il volontariato sa fare con le istituzioni e che qui i cittadini potranno toccare con mano. È un esempio vero di coprogettazione e ringrazio di cuore ogni volontario che vi parteciperà».

Patrizia Grossi, Maria Grazia Bresich e Roberta Grossi

Ad illustrare i contenuti del Festival, di cui hanno guidato per l’Asl Novara la realizzazione, sono intervenute Maria Grazia Bresich, responsabile del servizio sociale professionale, Patrizia Grossi, referente dell’area nutrizionale e malattie trasmesse dagli alimenti del Servizio Igiene (Sian) e Roberta Grossi, direttore dello Spresal e referente del Piano prevenzione.

«C’è soddisfazione per l’intersettorialità e la volontà di fare rete col territorio. Grazie alla collaborazione di tutti» ha affermato quest’ultima. E ha concluso: «Molte persone hanno un momento in cui sono predisposte a cambiare e il Festival della Salute vuole rappresentare un’opportunità da cogliere. Tutte le malattie si possono contrastare con uno stile di vita adeguato. Possiamo promuovere la nostra e l’altrui salute. Il cambiamento inizia da noi».

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Antonio Maio

Nato a Lecco il 26 febbraio 1957, vive a Novara dal 1966. Giornalista dal 1986 ha svolto la professione quasi esclusivamente ai settimanali della Diocesi di Novara fino a diventarne direttore.