Landless: studenti dell’Omar dietro e davanti la macchina da presa

Il progetto ha portato alla creazione di un lungometraggio e di due corti e sarà presentato lunedì 25 ottobre al Faraggiana

Landless: studenti dell’Omar dietro e davanti la macchina da presa. Il progetto, ispirato agli obiettivi dell’Agenda 2030 Onu, che ha portato alla creazione di un lungometraggio e di due corti, sarà presentato lunedì 25 ottobre al Faraggiana con una proiezione che prenderà il via alle 20,45. L’ingresso è libero e ci sono ancora una ventina di posti disponibili. A questo link il modulo per la prenotazione obbligatoria.

La docu-fiction Dall’altra parte, regia di Marco Paracchini, racconta il viaggio di Said, interpretato da Mohammed Khalfadir, un giovane marocchino in cerca di Khadija interpretata da Amina Rbiji, il suo amore perduto, migrato in Italia anni prima. L’unica traccia della fanciulla è una foto sgualcita di lei su una misteriosa “torre”. Nel contempo Khadija vive la sua adolescenza e affronta le problematiche della sua età nella cornice della vita scolastica, rappresentata come luogo di integrazione sociale, uguaglianza e inclusione. Nel lungometraggio viene anche preso in esame il particolare contesto urbano del quartiere Sant’Agabio. Le riprese si sono svolte in tre città oltre che a Novara: Genova, Pisa e Torino.

Di Landless è stata creato sia un corto sia un docu-larp, curato da Andrea Capone e da Gabriele Giannini, ovvero la restituzione dell’esperienza di Educational Live Action Role – Playing Game messo in scena dalla società milanese HUP, che ha visto coinvolti cinquantuno studenti, i quali, immaginando un futuro distopico, hanno interpretato un gruppo di profughi in fuga dall’Italia a causa della guerra civile scatenatasi in seguito alla pandemia di Covid-23.

Il corto, invece, è stato realizzato dai ragazzi, sotto la regia di Gabriele Giannini. La sceneggiatura filtra la storia attraverso il punto di vista di quattro personaggi. In seguito alla caduta dell’ultimo governo regolare e allo scoppio della guerra civile, Fiorenza (Fiorenza Baratti), Jacopo (Jacopo Spunton), Nikita (Nikita Avanasjev), Stefano (Stefano Masala), si sono rifugiati all’interno del vecchio museo della scuola che frequentavano. Apprendono da una vecchia radio la notizia che le bande armate stanno per raggiungere la città. Decidono quindi di mettersi in marcia per raggiungere la Svizzera e lasciare definitivamente l’Italia alla ricerca di un futuro migliore.

«Landless rappresenta un punto di svolta per l’educazione in Italia – afferma Giacomo Sommella, CEO di HUP Milano – Il primo passo verso un insegnamento partecipato e innovativo. Non riguarda solo date e avvenimenti, ma parla di persone ed emozioni, portando con sé una rivoluzione sia nella scuola che nei cuori di chi lo ha vissuto. Landless è un progetto audace, innovativo, fresco. Una sfida per chi non teme di sporcarsi le mani, un nuovo modo per appassionarci alle vicende umane».

«Da diversi anni, l’Iti Omar – commenta il dirigente scolastico Francesco Ticozzi – sviluppa progetti legati all’espansione dell’offerta formativa che possano coinvolgere in prima persona gli studenti e le studentesse con l’obiettivo di favorire maggiormente una didattica esperienziale e attiva. Uno sforzo necessario per promuovere un rinnovamento di metodi e paradigmi didattici, che si trovano a far fronte a un contesto sociale, culturale e politico in costante cambiamento».

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Landless: studenti dell’Omar dietro e davanti la macchina da presa

Il progetto ha portato alla creazione di un lungometraggio e di due corti e sarà presentato lunedì 25 ottobre al Faraggiana

Landless: studenti dell’Omar dietro e davanti la macchina da presa. Il progetto, ispirato agli obiettivi dell’Agenda 2030 Onu, che ha portato alla creazione di un lungometraggio e di due corti, sarà presentato lunedì 25 ottobre al Faraggiana con una proiezione che prenderà il via alle 20,45. L’ingresso è libero e ci sono ancora una ventina di posti disponibili. A questo link il modulo per la prenotazione obbligatoria.

La docu-fiction Dall’altra parte, regia di Marco Paracchini, racconta il viaggio di Said, interpretato da Mohammed Khalfadir, un giovane marocchino in cerca di Khadija interpretata da Amina Rbiji, il suo amore perduto, migrato in Italia anni prima. L’unica traccia della fanciulla è una foto sgualcita di lei su una misteriosa “torre”. Nel contempo Khadija vive la sua adolescenza e affronta le problematiche della sua età nella cornice della vita scolastica, rappresentata come luogo di integrazione sociale, uguaglianza e inclusione. Nel lungometraggio viene anche preso in esame il particolare contesto urbano del quartiere Sant’Agabio. Le riprese si sono svolte in tre città oltre che a Novara: Genova, Pisa e Torino.

Di Landless è stata creato sia un corto sia un docu-larp, curato da Andrea Capone e da Gabriele Giannini, ovvero la restituzione dell’esperienza di Educational Live Action Role – Playing Game messo in scena dalla società milanese HUP, che ha visto coinvolti cinquantuno studenti, i quali, immaginando un futuro distopico, hanno interpretato un gruppo di profughi in fuga dall’Italia a causa della guerra civile scatenatasi in seguito alla pandemia di Covid-23.

Il corto, invece, è stato realizzato dai ragazzi, sotto la regia di Gabriele Giannini. La sceneggiatura filtra la storia attraverso il punto di vista di quattro personaggi. In seguito alla caduta dell’ultimo governo regolare e allo scoppio della guerra civile, Fiorenza (Fiorenza Baratti), Jacopo (Jacopo Spunton), Nikita (Nikita Avanasjev), Stefano (Stefano Masala), si sono rifugiati all’interno del vecchio museo della scuola che frequentavano. Apprendono da una vecchia radio la notizia che le bande armate stanno per raggiungere la città. Decidono quindi di mettersi in marcia per raggiungere la Svizzera e lasciare definitivamente l’Italia alla ricerca di un futuro migliore.

«Landless rappresenta un punto di svolta per l’educazione in Italia – afferma Giacomo Sommella, CEO di HUP Milano – Il primo passo verso un insegnamento partecipato e innovativo. Non riguarda solo date e avvenimenti, ma parla di persone ed emozioni, portando con sé una rivoluzione sia nella scuola che nei cuori di chi lo ha vissuto. Landless è un progetto audace, innovativo, fresco. Una sfida per chi non teme di sporcarsi le mani, un nuovo modo per appassionarci alle vicende umane».

«Da diversi anni, l’Iti Omar – commenta il dirigente scolastico Francesco Ticozzi – sviluppa progetti legati all’espansione dell’offerta formativa che possano coinvolgere in prima persona gli studenti e le studentesse con l’obiettivo di favorire maggiormente una didattica esperienziale e attiva. Uno sforzo necessario per promuovere un rinnovamento di metodi e paradigmi didattici, che si trovano a far fronte a un contesto sociale, culturale e politico in costante cambiamento».

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