Anche i tifosi novaresi firmano l’appello: stop al calcio fino a fine emergenza

Fra le centinaia di tifoserie organizzate di Italia e anche all’estero che chiedono lo stop del calcio europeo fino a fine emergenza c’è anche il gruppo Nuares, la tifoseria organizzata del Novara Calcio.

La lettera che i tifosi hanno sottoscritto è molto chiara: l’intenzione è quella di tornare allo stadio presto, ma quando la situazione di emergenza sarà venuta meno, quando «affollare gli stadi tornerà a essere un’abitudine priva di rischi per la salute collettiva».

 

 

I tifosi hanno riconosciuta saggia la decisione di fermare tutto il movimento pensando alla salute pubblica: «chi gestisce il calcio europeo ha però come unico obiettivo quello di ripartire, – si legge ancora nella lettera – siamo fermamente convinti che a scendere in campo sarebbero solo ed esclusivamente gli interessi economici e questo viene confermato dal fatto che il campionato dovrebbe ripartire a porte chiuse, senza il cuore pulsante di questo sport popolare: i tifosi. Ci è più lecito pensare che ancora una volta la supremazia del denaro vada a calpestare così il valore della vita umana. Un sistema basato solo su business e interessi, se non sarà ridimensionato quanto prima, porterà a un solo e unico fine: la morte del calcio stesso».

 

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Anche i tifosi novaresi firmano l’appello: stop al calcio fino a fine emergenza

Fra le centinaia di tifoserie organizzate di Italia e anche all’estero che chiedono lo stop del calcio europeo fino a fine emergenza c’è anche il gruppo Nuares, la tifoseria organizzata del Novara Calcio.

La lettera che i tifosi hanno sottoscritto è molto chiara: l’intenzione è quella di tornare allo stadio presto, ma quando la situazione di emergenza sarà venuta meno, quando «affollare gli stadi tornerà a essere un’abitudine priva di rischi per la salute collettiva».

 

 

I tifosi hanno riconosciuta saggia la decisione di fermare tutto il movimento pensando alla salute pubblica: «chi gestisce il calcio europeo ha però come unico obiettivo quello di ripartire, – si legge ancora nella lettera – siamo fermamente convinti che a scendere in campo sarebbero solo ed esclusivamente gli interessi economici e questo viene confermato dal fatto che il campionato dovrebbe ripartire a porte chiuse, senza il cuore pulsante di questo sport popolare: i tifosi. Ci è più lecito pensare che ancora una volta la supremazia del denaro vada a calpestare così il valore della vita umana. Un sistema basato solo su business e interessi, se non sarà ridimensionato quanto prima, porterà a un solo e unico fine: la morte del calcio stesso».

 

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