Calcio serie C verso il “final countdown”

Dopo due mesi di speranze, puntualmente disilluse, e ipotesi, per la serie C di calcio sembrerebbe si sia arrivati al “final countdown”. Lunedì 4 maggio, con la prima (e molto parziale) riapertura voluta dal governo, potrebbe arrivare – di contro – la definitiva chiusura del campionato. I protocolli proposti dalle parti in causa per ipotizzare (perché, è giusto ricordarlo, siamo sempre e solo nel campo delle ipotesi…) un ritorno in campo sono troppo stringenti e penalizzanti, dal punto di vista economico e organizzativo, per i club afferenti al terzo campionato italiano. Ritiri permanenti per squadra, staff e dirigenti, zero contatti con l’esterno per almeno due mesi (il tempo necessario a finire…), tamponi di controllo costanti, varie ed eventuali. Troppo per società che spesso e volentieri sono ancora più vicine all’universo del dilettantismo o del semiprofessionismo. Un fronte che rappresenta la maggioranza, cui si contrappongono poche società strutturate (tra le quali il Novara) e qualche nobile decaduta (Monza, Bari, Reggina…) che pure farebbero parecchia fatica ad adattarsi.

 

 

Così il presidente della Lega Pro Ghirelli già da qualche settimana ha scelto di “smarcarsi” dalla Lega Serie A e dalla Lega Serie B, arrivando a prospettare lo scenario che lunedì sarà messo ai voti dalle 60 società coinvolte: stop definitivo al campionato, stop alle retrocessioni e promozioni in serie B in base alla classifica al momento dell’interruzione. Una posizione che potrebbe essere legittimata anche dalle decisioni prese dal governo francese riguardo i campionati di calcio: di oggi l’annuncio che esclude la possibilità di terminarli sul campo. Tornando all’Italia e alla serie C, sui “verdetti” sorge il primo ostacolo: in teoria dalla C alla B le promozioni sarebbero 4: le tre vincenti dei rispettivi gironi più una squadra in arrivo dai Playoff.

Così, Monza (girone A), Vicenza (girone B) e Reggina (girone C) vedrebbero la serie cadetta… ma a chi toccherebbe il quarto posto? L’ipotesi al limite della provocazione di affidarsi a un sorteggio tra le formazioni qualificate ai Playoff è stata prontamente criticata e scartata. Quella di rinunciare al posto nella categoria superiore non viene presa in considerazione. Ogni altra ipotesi si porterebbe appresso strascichi scontati fatti di ricorsi e lotte in tribunale. Al riguardo non si esclude qualche sorpresa dell’ultima ora. Di certo, molto dipenderà anche dalle decisioni della serie B riguardo il ritorno o meno in campo.

L’unica cosa che pare scontata, al momento, è l’esito della votazione: è assolutamente lecito attendersi che un’ampia maggioranza di club voti per lo stop definitivo. Sicuramente chi rischiava la retrocessione (che verrebbe così annullata) e chi nulla più aveva da chiedere alla stagione… ma anche qualche club dei quartieri alti, tra la prospettiva remota di una promozione in B e quella concreta di un aggravio pesantissimo dei costi (e un contestuale appesantimento della macchina organizzativa) senza un ritorno potenzialmente congruo è plausibile che in molti preferiscano lo stop. Ancora pochi giorni e un nuovo atto di questa vicenda sarà ufficiale. Con ogni probabilità, sarà anche l’ultimo.

 

 

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Calcio serie C verso il “final countdown”

Dopo due mesi di speranze, puntualmente disilluse, e ipotesi, per la serie C di calcio sembrerebbe si sia arrivati al “final countdown”. Lunedì 4 maggio, con la prima (e molto parziale) riapertura voluta dal governo, potrebbe arrivare – di contro – la definitiva chiusura del campionato. I protocolli proposti dalle parti in causa per ipotizzare (perché, è giusto ricordarlo, siamo sempre e solo nel campo delle ipotesi…) un ritorno in campo sono troppo stringenti e penalizzanti, dal punto di vista economico e organizzativo, per i club afferenti al terzo campionato italiano. Ritiri permanenti per squadra, staff e dirigenti, zero contatti con l’esterno per almeno due mesi (il tempo necessario a finire…), tamponi di controllo costanti, varie ed eventuali. Troppo per società che spesso e volentieri sono ancora più vicine all’universo del dilettantismo o del semiprofessionismo. Un fronte che rappresenta la maggioranza, cui si contrappongono poche società strutturate (tra le quali il Novara) e qualche nobile decaduta (Monza, Bari, Reggina…) che pure farebbero parecchia fatica ad adattarsi.

 

 

Così il presidente della Lega Pro Ghirelli già da qualche settimana ha scelto di “smarcarsi” dalla Lega Serie A e dalla Lega Serie B, arrivando a prospettare lo scenario che lunedì sarà messo ai voti dalle 60 società coinvolte: stop definitivo al campionato, stop alle retrocessioni e promozioni in serie B in base alla classifica al momento dell’interruzione. Una posizione che potrebbe essere legittimata anche dalle decisioni prese dal governo francese riguardo i campionati di calcio: di oggi l’annuncio che esclude la possibilità di terminarli sul campo. Tornando all’Italia e alla serie C, sui “verdetti” sorge il primo ostacolo: in teoria dalla C alla B le promozioni sarebbero 4: le tre vincenti dei rispettivi gironi più una squadra in arrivo dai Playoff.

Così, Monza (girone A), Vicenza (girone B) e Reggina (girone C) vedrebbero la serie cadetta… ma a chi toccherebbe il quarto posto? L’ipotesi al limite della provocazione di affidarsi a un sorteggio tra le formazioni qualificate ai Playoff è stata prontamente criticata e scartata. Quella di rinunciare al posto nella categoria superiore non viene presa in considerazione. Ogni altra ipotesi si porterebbe appresso strascichi scontati fatti di ricorsi e lotte in tribunale. Al riguardo non si esclude qualche sorpresa dell’ultima ora. Di certo, molto dipenderà anche dalle decisioni della serie B riguardo il ritorno o meno in campo.

L’unica cosa che pare scontata, al momento, è l’esito della votazione: è assolutamente lecito attendersi che un’ampia maggioranza di club voti per lo stop definitivo. Sicuramente chi rischiava la retrocessione (che verrebbe così annullata) e chi nulla più aveva da chiedere alla stagione… ma anche qualche club dei quartieri alti, tra la prospettiva remota di una promozione in B e quella concreta di un aggravio pesantissimo dei costi (e un contestuale appesantimento della macchina organizzativa) senza un ritorno potenzialmente congruo è plausibile che in molti preferiscano lo stop. Ancora pochi giorni e un nuovo atto di questa vicenda sarà ufficiale. Con ogni probabilità, sarà anche l’ultimo.

 

 

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