Cordoglio fra i tifosi azzurri per la scomparsa di Giancarlo Guidetti

Originario di Gozzano, aveva giocato con la maglia del Novara a cavallo degli anni '70 e '80. Si è spento a soli 68 anni dopo un malore mentre alla guida della sua autovettura stava rientrando nel Casertano, dove viveva

Profondo cordoglio fra i tifosi azzurri ha suscitato la notizia della scomparsa, avvenuta in circostanze drammatiche, di Giancarlo Guidetti, calciatore del Novara per diverse stagioni a cavallo fra gli anni ’70 e ’80.

Originario di Gozzano, dove era nato 68 anni fa, Guidetti si era da tempo stabilito a Castel Volturno, località del litorale casertano. Con il calcio “attivo”, se non nelle vesti di tifoso, aveva finito di occuparsi da tempo. Nel Meridione aveva concluso la carriera e lì aveva scelto di vivere, senza rinunciare a qualche viaggio lungo la penisola. Proprio mentre era alla guida della sua autovettura, mentre stava rientrando in Campania, è stato colto da un malore. Il tempo di cedere il volante, per poi accasciarsi privo di vita.


Calcisticamente parlando Giacarlo Guidetti, centrocampista di potenza, era cresciuto nella società rossoblù, per poi passare ai cugini dell’Omegna, all’epoca in serie D. Nel club dell’Alto Cusio il presidente del Novara Santino Tarantola e il suo braccio destro Peppino Molina lo “pescarono” nell’estate del 1975, per lasciarlo ancora una stagione in maglia rossonera. All’ombra della Cupola arrivò dunque nel luglio dell’anno seguente, con gli azzurri reduci dalla mancata promozione in serie A dopo il fattaccio di Catanzaro.


Quella del 1976-’77 fu una stagione tormentata per il Novara, conclusasi con un’amara retrocessione in serie C. Una delle poche soddisfazioni per i tifosi in quel campionato arrivò in dicembre, un 1-0 sull’Atalanta nell’allora Comunale di viale Kennedy, proprio grazie a una “sassata” di Guidetti da fuori area. Per molto tempo fu l’ultima vittoria della squadra prima di una lunga (oltre venti partite) astinenza con i due punti, che decretò un’anticipata discesa in terza serie.


Chiamato dai tifosi “cavallo pazzo” per il fisico possente ma anche per una decisa anarchia tattica sul terreno di gioco, Guidetti rimase a Novara ancora tre anni a Novara prima di passare al Fano. Con i granata, proprio del campionato di C1 1980-’81, andò a segno contro gli azzurri. Fu infatti autore di uno dei quattro gol del clamoroso 0-4 colto dai marchigiani in viale Kennedy.


Tornato a Novara in occasione della prima stagione in C2, la sua carriera proseguì poi al Sud, tra Nocerina, Turris e Catania, dove appese le scarpette al chiodo nel 1988, intraprendendo poi per qualche stagione quella di allenatore nelle categorie minori.


Guidetti lascia la moglie Rosa, dalla quale viveva da tempo separato, e due figlie.

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Luca Mattioli

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Cordoglio fra i tifosi azzurri per la scomparsa di Giancarlo Guidetti

Originario di Gozzano, aveva giocato con la maglia del Novara a cavallo degli anni ’70 e ’80. Si è spento a soli 68 anni dopo un malore mentre alla guida della sua autovettura stava rientrando nel Casertano, dove viveva

Profondo cordoglio fra i tifosi azzurri ha suscitato la notizia della scomparsa, avvenuta in circostanze drammatiche, di Giancarlo Guidetti, calciatore del Novara per diverse stagioni a cavallo fra gli anni ’70 e ’80.

Originario di Gozzano, dove era nato 68 anni fa, Guidetti si era da tempo stabilito a Castel Volturno, località del litorale casertano. Con il calcio “attivo”, se non nelle vesti di tifoso, aveva finito di occuparsi da tempo. Nel Meridione aveva concluso la carriera e lì aveva scelto di vivere, senza rinunciare a qualche viaggio lungo la penisola. Proprio mentre era alla guida della sua autovettura, mentre stava rientrando in Campania, è stato colto da un malore. Il tempo di cedere il volante, per poi accasciarsi privo di vita.


Calcisticamente parlando Giacarlo Guidetti, centrocampista di potenza, era cresciuto nella società rossoblù, per poi passare ai cugini dell’Omegna, all’epoca in serie D. Nel club dell’Alto Cusio il presidente del Novara Santino Tarantola e il suo braccio destro Peppino Molina lo “pescarono” nell’estate del 1975, per lasciarlo ancora una stagione in maglia rossonera. All’ombra della Cupola arrivò dunque nel luglio dell’anno seguente, con gli azzurri reduci dalla mancata promozione in serie A dopo il fattaccio di Catanzaro.


Quella del 1976-’77 fu una stagione tormentata per il Novara, conclusasi con un’amara retrocessione in serie C. Una delle poche soddisfazioni per i tifosi in quel campionato arrivò in dicembre, un 1-0 sull’Atalanta nell’allora Comunale di viale Kennedy, proprio grazie a una “sassata” di Guidetti da fuori area. Per molto tempo fu l’ultima vittoria della squadra prima di una lunga (oltre venti partite) astinenza con i due punti, che decretò un’anticipata discesa in terza serie.


Chiamato dai tifosi “cavallo pazzo” per il fisico possente ma anche per una decisa anarchia tattica sul terreno di gioco, Guidetti rimase a Novara ancora tre anni a Novara prima di passare al Fano. Con i granata, proprio del campionato di C1 1980-’81, andò a segno contro gli azzurri. Fu infatti autore di uno dei quattro gol del clamoroso 0-4 colto dai marchigiani in viale Kennedy.


Tornato a Novara in occasione della prima stagione in C2, la sua carriera proseguì poi al Sud, tra Nocerina, Turris e Catania, dove appese le scarpette al chiodo nel 1988, intraprendendo poi per qualche stagione quella di allenatore nelle categorie minori.


Guidetti lascia la moglie Rosa, dalla quale viveva da tempo separato, e due figlie.

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