Da Helsinki a Novara nel segno del volley

Indimenticata pallavolista dell’Agil e dell’Asystel prima, della Igor dopo (in quella che fu la prima stagione in assoluto per l’attuale società novarese, culminata con il successo nel campionato di A2 e la conquista della promozione nella massima serie) Virginie De Carne la sua “quarantena” dalla Finlandia.

Belga della regione delle Fiandre (è nata a Roeselare nel 1977), De Carne da alcuni anni vive alle porte di Helsinki, la capitale, dove svolge il ruolo di istruttrice e allenatrice di volley. Un’attività che, come tanti del settore, ha dovuto interrompere in queste settimane per il blocco deciso dal governo locale. Al di là di questa situazione continua a mantenere i contatti e le amicizie strette all’ombra della Cupola, tanto di augurarsi di poter al più presto incontrare i tanti amici novaresi.

«Anche qui è tutto fermo – racconta -. L’attività sportiva è bloccata, ci si può allenare da casa attraverso la visione di alcuni video, ma non è la stessa cosa». Ma come la stanno vivendo questa situazione gli abitanti? «Bisogna prima di tutto dire che la Finlandia, seppure poco più grande dell’Italia, ha solo 5 milioni e mezzo di abitanti. Pochi sono i centri abitati e immense le foreste. La gente è sotto certi aspetti già abituata a socializzare poco, ma soprattutto è molto disciplinata. Quasi non c’è bisogno che il governo imponga delle regole: basta un indirizzo, un suggerimento e tutti si adeguano».

Per il resto la situazione è simile a quella italiana: «Le grandi attività sono state fermate e sono stati predisposti dei sussidi per i disoccupati. I locali sono stati chiusi e si cerca di acquistare i beni di prima necessità il meno possibile, rispettando le regole».

Una filosofia tutta nordica che non sembra essere stata scalfita neppure in una circostanza come questa: «Un po’ di preoccupazione c’è, anche se i numeri non sono quelli di Italia e Spagna. La speranza è che vada tutto bene, perché la voglia di tornare alla normalità è tanta, così come quella di poter viaggiare e rivedere tanti amici, inclusi i novaresi».

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Da Helsinki a Novara nel segno del volley

Indimenticata pallavolista dell’Agil e dell’Asystel prima, della Igor dopo (in quella che fu la prima stagione in assoluto per l’attuale società novarese, culminata con il successo nel campionato di A2 e la conquista della promozione nella massima serie) Virginie De Carne la sua “quarantena” dalla Finlandia.

Belga della regione delle Fiandre (è nata a Roeselare nel 1977), De Carne da alcuni anni vive alle porte di Helsinki, la capitale, dove svolge il ruolo di istruttrice e allenatrice di volley. Un’attività che, come tanti del settore, ha dovuto interrompere in queste settimane per il blocco deciso dal governo locale. Al di là di questa situazione continua a mantenere i contatti e le amicizie strette all’ombra della Cupola, tanto di augurarsi di poter al più presto incontrare i tanti amici novaresi.

«Anche qui è tutto fermo – racconta -. L’attività sportiva è bloccata, ci si può allenare da casa attraverso la visione di alcuni video, ma non è la stessa cosa». Ma come la stanno vivendo questa situazione gli abitanti? «Bisogna prima di tutto dire che la Finlandia, seppure poco più grande dell’Italia, ha solo 5 milioni e mezzo di abitanti. Pochi sono i centri abitati e immense le foreste. La gente è sotto certi aspetti già abituata a socializzare poco, ma soprattutto è molto disciplinata. Quasi non c’è bisogno che il governo imponga delle regole: basta un indirizzo, un suggerimento e tutti si adeguano».

Per il resto la situazione è simile a quella italiana: «Le grandi attività sono state fermate e sono stati predisposti dei sussidi per i disoccupati. I locali sono stati chiusi e si cerca di acquistare i beni di prima necessità il meno possibile, rispettando le regole».

Una filosofia tutta nordica che non sembra essere stata scalfita neppure in una circostanza come questa: «Un po’ di preoccupazione c’è, anche se i numeri non sono quelli di Italia e Spagna. La speranza è che vada tutto bene, perché la voglia di tornare alla normalità è tanta, così come quella di poter viaggiare e rivedere tanti amici, inclusi i novaresi».

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