La Federazione Italiana Pallacanestro ha deciso: “Conclusa la stagione sportiva 2019/2020 per ogni attività (minibasket, giovanile, senior, femminile, maschile) organizzata dai Comitati regionali”. La pallacanestro regionale si ferma in modo definitivo, tutti gli addetti ai lavori da ieri sera, giovedì 26 marzo, hanno salutato prima del solito una stagione agonistica con il grande desiderio di ripartire presto.
La comunicazione è arrivata dal presidente della Federazione Italiana Pallacanestro Giovanni Petrucci, che ancora non si è espresso sui tre campionati nazionali.
«L’aspetto fondamentale è la tutela della salute di tutti i nostri atleti e proprio per questo motivo ci siamo mossi subito non appena scoppiata l’emergenza, – dice il presidente Fip Piemonte Gianpaolo Mastromarco – si doveva arrivare a una decisione del genere, anche pensando, in modo molto ottimista, di tornare alla normalità nel mese di maggio, non ci sarebbe stato fisicamente il tempo materiale per concludere i campionati. Cosa penso a livello nazionale? Che sarebbe opportuno trovare una soluzione che vada a chiudere tutto, anche la Nba sta adottando lo stesso metodo. Siamo in una situazione che coinvolge non solo l’Europa, ma tutto il mondo, lo sport si deve fermare, deve terminare. Forse il presidente Petrucci è partito proprio dalle richieste di numerose società di serie B di chiudere tutto e in un secondo momento potrebbe arrivare lo stop definitivo».
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Com’è chiudere una stagione così?
«Ribadisco il mio e il nostro essere d’accordo, è normale che ieri sera il magone sia venuto un po’ a tutti coloro che vivono sui campi da basket, è normale. E’ triste rendersi conto che sia davvero tutto finito, ma anche in questi casi cogliamo il lato positivo, pensiamo al futuro, a una programmazione ancora migliore».
Cosa bisogna dire ai ragazzi?
«Dobbiamo aspettare il giorno in cui ci diranno “Potete riaprire le palestre”. Riprenderemo a praticare il nostro sport, la nuova stagione non è così lontana. Si chiudono i campionati, non la possibilità di tornare in palestra, quando appunto ci sarà il via libera. Che bello sarebbe riprendere con openday, con momenti di incontro, concentramenti, per rivivere insieme la bellezza della gara ufficiale. Festeggeremo tutti insieme. Vedere l’agenda vuota è desolante, speriamo di essere presto operativi».
Anche nel mondo del basket c’è chi sta giocando una “partita” più dura, qualcuno purtroppo l’ha persa…
«Ognuno di noi ha famigliari, amici, conoscenti che stanno lottando. Purtroppo qualcuno di noi ha vissuto un lutto e speriamo non se ne aggiungano altri. Noi dobbiamo pensare anche a loro, a chi lotta, a chi non c’è più, quando torneremo in campo lo faremo anche per loro, perché se il nostro movimento procede lo si deve a chi ne fa parte e lavora per il bene dei ragazzi. La vita è un bene essenziale, dobbiamo rendercene conto tutti».