Giro d’Italia, all’insegna della tradizione un nuovo transito nel Novarese

L’arrivo della tappa del Giro d’Italia a Novara è ormai solo un ricordo da riporre negli archivi della memoria della manifestazione. Oggi, venerdì 28 maggio, in occasione della terzultima frazione dell’edizione 2021, la “carovana rosa” transiterà nuovamente nei nostri territori prima di dirigersi all’Alpe Mera, dove è fissato lo striscione del traguardo.

Un passaggio veloce ancora lungo le strade del capoluogo e di alcune località della provincia – Momo, Borgomanero, il lago d’Orta – come accaduto tanta volte in passato, l’ultima volta due anni fa. Si trattava della quindicesima tappa, la Ivrea – Como corsa il 26 maggio 2019, quando i corridori partiti dalla città canavesana arrivarono a Fara Novarese provenienti da Arborio. Da lì, passando per Momo e Oleggio, presero la direzione della Lombardia. Per la cronaca la frazione conclusasi in riva al Lario venne vinta in volata da Dario Cataldo, che precedette un altro italiano, Mattia Cattaneo, e il britannico Simon Yates.

Percorso quasi simile due anni prima, in occasione della centesima edizione del “Giro”, quando i corridori provenienti da Valdengo e diretti a Bergamo (era il 21 maggio 2017, anche in quella circostanza tappa numero 15) passarono da Fara, Agnellengo e Oleggio prima di superare il ponte sul Ticino.

I “transiti” nella nostra provincia, abbiamo già avuto modo di ricordarlo, sono del resto stati tanti nella ultracentenaria storia del “Giro”. A cominciare dalla pionieristica prima edizione del 1909, quando proprio in occasione dell’ultima tappa – quella che sarebbe poi diventata una “classica”, da Torino a Milano sulla distanza di poco più di 200 chilometri – il leader della classifica e futuro vincitore Luigi Ganna fu protagonista di una foratura mentre si trovava all’altezza di Borgomanero. Incidenti di questo genere possono sempre verificarsi, ma all’epoca erano quasi scontati, viste le condizioni delle strade e dei mezzi. Le scarne cronache dell’epoca, a parte segnalare altri episodi curiosi come il fatto che tutti i corridori venissero fotografati alla partenza per scongiurare dubbi sulla loro identità e che le notizie relative alla corsa erano diffuse attraverso dispacci telegrafici, ci raccontano che Ganna venne superato dai tutti i suoi principali rivali, che furono in grado di guadagnare oltre 4′. La sorte volle che un passaggio a livello chiuso a Rho “fermasse” i vari Galetti, Rossignoli, Oriani, Canepari, Beni e Azzolini, permettendo a Ganna di recuperare e di presentarsi alla volata volata finale dove il suo terzo posto alle spalle di Beni e di Galetti fu sufficiente per aggiudicarsi il “Giro”. Storie davvero di altri tempi. O no?

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Giro d’Italia, all’insegna della tradizione un nuovo transito nel Novarese

L’arrivo della tappa del Giro d’Italia a Novara è ormai solo un ricordo da riporre negli archivi della memoria della manifestazione. Oggi, venerdì 28 maggio, in occasione della terzultima frazione dell’edizione 2021, la “carovana rosa” transiterà nuovamente nei nostri territori prima di dirigersi all’Alpe Mera, dove è fissato lo striscione del traguardo.

Un passaggio veloce ancora lungo le strade del capoluogo e di alcune località della provincia – Momo, Borgomanero, il lago d’Orta – come accaduto tanta volte in passato, l’ultima volta due anni fa. Si trattava della quindicesima tappa, la Ivrea – Como corsa il 26 maggio 2019, quando i corridori partiti dalla città canavesana arrivarono a Fara Novarese provenienti da Arborio. Da lì, passando per Momo e Oleggio, presero la direzione della Lombardia. Per la cronaca la frazione conclusasi in riva al Lario venne vinta in volata da Dario Cataldo, che precedette un altro italiano, Mattia Cattaneo, e il britannico Simon Yates.

Percorso quasi simile due anni prima, in occasione della centesima edizione del “Giro”, quando i corridori provenienti da Valdengo e diretti a Bergamo (era il 21 maggio 2017, anche in quella circostanza tappa numero 15) passarono da Fara, Agnellengo e Oleggio prima di superare il ponte sul Ticino.

I “transiti” nella nostra provincia, abbiamo già avuto modo di ricordarlo, sono del resto stati tanti nella ultracentenaria storia del “Giro”. A cominciare dalla pionieristica prima edizione del 1909, quando proprio in occasione dell’ultima tappa – quella che sarebbe poi diventata una “classica”, da Torino a Milano sulla distanza di poco più di 200 chilometri – il leader della classifica e futuro vincitore Luigi Ganna fu protagonista di una foratura mentre si trovava all’altezza di Borgomanero. Incidenti di questo genere possono sempre verificarsi, ma all’epoca erano quasi scontati, viste le condizioni delle strade e dei mezzi. Le scarne cronache dell’epoca, a parte segnalare altri episodi curiosi come il fatto che tutti i corridori venissero fotografati alla partenza per scongiurare dubbi sulla loro identità e che le notizie relative alla corsa erano diffuse attraverso dispacci telegrafici, ci raccontano che Ganna venne superato dai tutti i suoi principali rivali, che furono in grado di guadagnare oltre 4′. La sorte volle che un passaggio a livello chiuso a Rho “fermasse” i vari Galetti, Rossignoli, Oriani, Canepari, Beni e Azzolini, permettendo a Ganna di recuperare e di presentarsi alla volata volata finale dove il suo terzo posto alle spalle di Beni e di Galetti fu sufficiente per aggiudicarsi il “Giro”. Storie davvero di altri tempi. O no?

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