«Ho tanto da dare a Novara, orgogliosa di far parte della famiglia San Giacomo»

«Novara mi ha dato tanto, da 16 anni vivo in provincia, è ormai casa mia e voglio dare il mio contributo. Poterlo fare in una realtà come San Giacomo mi entusiasma ancora di più». Novarese da giocatrice, novarese oggi con un altro ruolo: è il nuovo direttore tecnico e sportivo della Polisportiva San Giacomo Anna Vania Mello. Mello, in società già due anni fa per guidare i gruppi del minivolley, ha accettato la proposta del patron Sergio Ferrarotti: «Per me è un ruolo nuovo, sono felice, curiosa, carica per scoprire qualcosa di diverso anche se si tratta sempre di pallavolo, – dice al telefono e l’entusiasmo si coglie già dalla voce – San Giacomo è una bellissimo ambiente, mi piace l’idea che ci sono tanti giovani, mi piace il contato con il sociale e sono felice di conoscere persone all’interno anche a livello personale. E’ una polisportiva che sul territorio fa tanto per bel rumore e mi piace».

 

 

Al suo fianco, già presente in società lo scorso anno, Luciano Pedullà: «E’ una garanzia, abbiamo in mente tanto di bello da fare, le intenzioni sono positive, l’entusiasmo è a mille, stiamo progettando ma nel frattempo siamo cauti perché non vogliamo illudere nessuno, vogliamo riprendere nel pieno rispetto delle regole. Siamo a lavoro per formare una squadra di allenatori e dirigenti con tanti progetti da sviluppare. In questa situazione è tutto nuovo, tutto difficile e tutto stimolante e dobbiamo ricordarci che abbiamo a che fare con i bambini, che sono sensibili e stanno già vivendo adesso completamente straniati. Siamo a lavoro per loro».

Sempre volley ma questa volta non sei tu l’atleta, che sensazione si prova?
«Strana! – dice sorridendo – quando vedo bambine e ragazzine rivedo me bambina, poi me giocatrice, poi realizzo che ora sono dall’altra parte. Sono contenta, il Dna da giocatrice c’è, quello non si cancellerà mai, è qualcosa dentro che ti porti per tutta la vita, ma è importante rendersi conto che ci sono fasi varie nella vita e devi renderti conto quando dover cambiare. Da dare ho tanto, non più da giocatrice, ma sto vicino alle piccole che crescono. Ho capito che donare è molto più bello che ricevere».

Novara è nelle pagine della tua carriera sportiva, due stagioni, la 2003/2004 e 2007/2008, una Supercoppa italiana e una Coppa nazionale. Cosa porti con te?
«Un bagaglio ricchissimo. Novara ha fatto parte di me e ciò che provi sul campo non si cancella mai. Sono sempre stata non bene, di più. Sono stata coccolata da staff, società, tifosi, sponsor. Mi ritengo fortunata perché ovunque sono andata sono sempre stata bene. A Novara ho tanto da dare».

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«Ho tanto da dare a Novara, orgogliosa di far parte della famiglia San Giacomo»

«Novara mi ha dato tanto, da 16 anni vivo in provincia, è ormai casa mia e voglio dare il mio contributo. Poterlo fare in una realtà come San Giacomo mi entusiasma ancora di più». Novarese da giocatrice, novarese oggi con un altro ruolo: è il nuovo direttore tecnico e sportivo della Polisportiva San Giacomo Anna Vania Mello. Mello, in società già due anni fa per guidare i gruppi del minivolley, ha accettato la proposta del patron Sergio Ferrarotti: «Per me è un ruolo nuovo, sono felice, curiosa, carica per scoprire qualcosa di diverso anche se si tratta sempre di pallavolo, – dice al telefono e l’entusiasmo si coglie già dalla voce – San Giacomo è una bellissimo ambiente, mi piace l’idea che ci sono tanti giovani, mi piace il contato con il sociale e sono felice di conoscere persone all’interno anche a livello personale. E’ una polisportiva che sul territorio fa tanto per bel rumore e mi piace».

 

 

Al suo fianco, già presente in società lo scorso anno, Luciano Pedullà: «E’ una garanzia, abbiamo in mente tanto di bello da fare, le intenzioni sono positive, l’entusiasmo è a mille, stiamo progettando ma nel frattempo siamo cauti perché non vogliamo illudere nessuno, vogliamo riprendere nel pieno rispetto delle regole. Siamo a lavoro per formare una squadra di allenatori e dirigenti con tanti progetti da sviluppare. In questa situazione è tutto nuovo, tutto difficile e tutto stimolante e dobbiamo ricordarci che abbiamo a che fare con i bambini, che sono sensibili e stanno già vivendo adesso completamente straniati. Siamo a lavoro per loro».

Sempre volley ma questa volta non sei tu l’atleta, che sensazione si prova?
«Strana! – dice sorridendo – quando vedo bambine e ragazzine rivedo me bambina, poi me giocatrice, poi realizzo che ora sono dall’altra parte. Sono contenta, il Dna da giocatrice c’è, quello non si cancellerà mai, è qualcosa dentro che ti porti per tutta la vita, ma è importante rendersi conto che ci sono fasi varie nella vita e devi renderti conto quando dover cambiare. Da dare ho tanto, non più da giocatrice, ma sto vicino alle piccole che crescono. Ho capito che donare è molto più bello che ricevere».

Novara è nelle pagine della tua carriera sportiva, due stagioni, la 2003/2004 e 2007/2008, una Supercoppa italiana e una Coppa nazionale. Cosa porti con te?
«Un bagaglio ricchissimo. Novara ha fatto parte di me e ciò che provi sul campo non si cancella mai. Sono sempre stata non bene, di più. Sono stata coccolata da staff, società, tifosi, sponsor. Mi ritengo fortunata perché ovunque sono andata sono sempre stata bene. A Novara ho tanto da dare».

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