Il calcio si prepara alla rivoluzione: Novara in B?

Il calcio si prepara alla rivoluzione: Novara in B? Settimane cruciali per il futuro del Novara e, in generale, del calcio italiano. In due atti si deciderà la sorte del club azzurro, che potrebbe trovarsi, clamorosamente, in serie cadetta. Andando con ordine, giovedì l’assemblea di Lega Pro dovrebbe decretare ad ampia maggioranza lo stop definitivo alla stagione agonistica, con la chiusura anticipata del campionato di serie C.

Nelle prossime settimane, poi, potrebbe arrivare una riforma strutturale dei campionati che avrebbe effetti anche sulle sorti del Novara. Il progetto prevede, di fatto, la “cancellazione” della attuale terza serie del calcio italiano, che verrebbe riassorbita per un terzo in serie B e per due terzi nel campionato interregionale, ovvero al di fuori delle maglie del “professionismo”, con tutti i vincoli che questo comporta. La riforma, in realtà, così come pare possa andare in porto è sul tavolo di discussione dei club già da diversi mesi e il discorso andrebbe solo ripreso dopo la pausa fisiologica imposta dall’emergenza Covid-19 e che ha portato le autorità del pallone a concentrarsi sulla stretta attualità. Bloccando le retrocessioni dalla B e promuovendo 20 squadre dalla serie C, ci si ritroverebbe con una serie cadetta divisa in due gironi (A e B, nord e sud) mentre le rimanenti 40 squadre di serie C verrebbero riassorbite in tre gironi di serie D elite, semiprofessionistica, assieme ai club che guidano i 9 gironi dell’attuale serie D, che tornerebbe a essere quello che era una volta, ovvero il “campionato interregionale”, prima serie del calcio dilettantistico e quarta nazionale.

Questo scenario consentirebbe di premiare, a cascata, tutte le “prime della classe” delle varie categorie, evitando così che il Covid-19 e una sempre più probabile sospensione definitiva dei campionati vanifichino mesi di partite giocate.

 

 

Attenzione merita la situazione del Novara: la prospettiva, infatti, qualora questo scenario si concretizzasse, sarebbe di mandare nella nuova serie B le prime 6 di ciascun girone di serie C, traguardo che premierebbe anche gli azzurri (sesti nel girone A); a completare le 40 (20 dell’attuale serie B, più 18 in arrivo dai tre gironi di Lega Pro), due ripescaggi legati a meriti sportivi e blasone.

Tra le pretendenti, tante nobili decadute (Piacenza, Como, Modena, Cesena, Catania e Avellino, solo per citare quelle con un più recente passato in serie B o addirittura in serie A). Per il calcio italiano, insomma, sembra essere il momento della svolta: che il Covid-19 si trasformi da emergenza e potenziale “detonatore” di un sistema sull’orlo dell’implosione a grande opportunità per rilanciare un settore che è, oggi, la terza industria del nostro Paese? Per scoprirlo basterà attendere pochi giorni (o settimane) ancora.

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Il calcio si prepara alla rivoluzione: Novara in B? Settimane cruciali per il futuro del Novara e, in generale, del calcio italiano. In due atti si deciderà la sorte del club azzurro, che potrebbe trovarsi, clamorosamente, in serie cadetta. Andando con ordine, giovedì l’assemblea di Lega Pro dovrebbe decretare ad ampia maggioranza lo stop definitivo alla stagione agonistica, con la chiusura anticipata del campionato di serie C. Nelle prossime settimane, poi, potrebbe arrivare una riforma strutturale dei campionati che avrebbe effetti anche sulle sorti del Novara. Il progetto prevede, di fatto, la “cancellazione” della attuale terza serie del calcio italiano, che verrebbe riassorbita per un terzo in serie B e per due terzi nel campionato interregionale, ovvero al di fuori delle maglie del “professionismo”, con tutti i vincoli che questo comporta. La riforma, in realtà, così come pare possa andare in porto è sul tavolo di discussione dei club già da diversi mesi e il discorso andrebbe solo ripreso dopo la pausa fisiologica imposta dall’emergenza Covid-19 e che ha portato le autorità del pallone a concentrarsi sulla stretta attualità. Bloccando le retrocessioni dalla B e promuovendo 20 squadre dalla serie C, ci si ritroverebbe con una serie cadetta divisa in due gironi (A e B, nord e sud) mentre le rimanenti 40 squadre di serie C verrebbero riassorbite in tre gironi di serie D elite, semiprofessionistica, assieme ai club che guidano i 9 gironi dell’attuale serie D, che tornerebbe a essere quello che era una volta, ovvero il “campionato interregionale”, prima serie del calcio dilettantistico e quarta nazionale. Questo scenario consentirebbe di premiare, a cascata, tutte le “prime della classe” delle varie categorie, evitando così che il Covid-19 e una sempre più probabile sospensione definitiva dei campionati vanifichino mesi di partite giocate.     Attenzione merita la situazione del Novara: la prospettiva, infatti, qualora questo scenario si concretizzasse, sarebbe di mandare nella nuova serie B le prime 6 di ciascun girone di serie C, traguardo che premierebbe anche gli azzurri (sesti nel girone A); a completare le 40 (20 dell’attuale serie B, più 18 in arrivo dai tre gironi di Lega Pro), due ripescaggi legati a meriti sportivi e blasone. Tra le pretendenti, tante nobili decadute (Piacenza, Como, Modena, Cesena, Catania e Avellino, solo per citare quelle con un più recente passato in serie B o addirittura in serie A). Per il calcio italiano, insomma, sembra essere il momento della svolta: che il Covid-19 si trasformi da emergenza e potenziale “detonatore” di un sistema sull’orlo dell’implosione a grande opportunità per rilanciare un settore che è, oggi, la terza industria del nostro Paese? Per scoprirlo basterà attendere pochi giorni (o settimane) ancora.

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