«Vendo il Novara Calcio entro il mese. La città mi ha deluso». Era il 5 febbraio di quest’anno quando, per la prima vola, in un’intervista rilasciata a La Voce, il patron del Novara Calcio Maurizio Rullo affermava pubblicamente la volontà di cedere la società azzurra. Le cose non sono andate secondo i tempi previsti: un tira e molla durato quasi quattro mesi, ipotesi e offerte: la cordata di imprenditori campani del mondo della moda (rappresentata dall’avvocato Roberto Cota) o l’imprenditore Alex Oliva, entrambi ricevuti, e forse anche auspicati, dal sindaco Alessandro Canelli; l’acciaieria svizzero tedesca pronta a mettersi in società con la maggioranza; l’annunciata cordata di sette società di Parma; il gruppo rappresentato dall’imprenditore torinese Enea Benedetto.
Ma nessuna, a detta di Rullo, valida e concreta. Tranne quella dell’imprenditore milanese Leonardo Pavanati, a capo dell’omonimo studio di consulenza alle imprese nel settore immobiliare, moda e tecnologia e presidente dell’A&G Real Estate, che è stato anche il primo a farsi avanti a febbraio.
L’accordo prevede che la società di Pavanati acquisti tutte le quote di Rullo, l’80%, a costo zero, ma accollandosi tutti i debiti, anche quelli pregressi, per un totale di 6 milioni e mezzo di euro. Massimo De Salvo continuerà con il suo 20%.
Per la famiglia Rullo un investimento che avrebbe voluto includere anche la partecipazione alla costruzione della nuova Cittadella dello sport e che, invece, è andato in fumo in poco meno di un anno e mezzo. Così come il rapporto tra club e città che non è mai stato idilliaco, tanto che lo stesso Rullo ha affermato più volte di «non essere gradito», di «essere deluso», di «essere stato lasciato solo» e che «ora che me ne vado i novaresi non avranno più niente da dire». Sta di fatto che Rullo se ne va senza una penalizzazione o altri atti ufficiali che ne attestino le difficoltà economiche o la mancata solidità che, in questi mesi, gli è stata rimproverata in diverse occasioni.
E se, in questa fase, Pavanati si limita a dire «preferirei parlare dopo la firma dal notaio» (peraltro prevista già in questa settimana) nei prossimi giorni dovrà rispondere a numerose domanda a cominciare da quanto la situazione pregressa possa essere determinante per il futuro del Novara. Per il momento sembra che Pavanati abbia intenzione di introdurre, forse nel ruolo di presidente, Fabrizio Lisi, generale di Brigata della Guardia di Finanza, probabilmente nel tentativo dare un’immagine “pulita” della società da consegnare alla città.
Da non dimenticare, infine, che con la nuova proprietà (Pavanati lavora nel settore immobiliare) potrebbe riaprirsi il progetto della Cittadella dello sport, nonostante le dichiarazioni di dieci giorni fa dell’assessore Marina Chiarelli: «Se questi interventi (la riqualificazione degli impianti sportivi di viale Kennedy, ndr) potranno davvero essere portati avanti con il Recovery, al momento non è dato saperlo; sicuramente l’idea è quella di cercare contributi statati. Se mai un giorno dovesse riaprirsi l’ipotesi della partnership pubblico privato, gli interlocutori del Comune saranno gli enti, certamente non i singoli imprenditori».
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