Il Novara procede… a passo di gambero

Se in classifica il Novara procede a passo di tartaruga, dal punto di vista societario e di pianificazione il club riesce a fare addirittura peggio, procedendo… a passo di gambero. Continua, cioè, a vivere di passi indietro. Così, dopo aver richiamato Banchieri – il cui esonero era stato terribilmente sbagliato, tanto nei modi quanto nei termini – e aver esonerato il d.s. Orlando Urbano – ma l’errore fu quello di non dare continuità all’ottimo lavoro di Moreno Zebi un anno fa – ecco che in pochi giorni sono arrivati altri due “dietrofront”. Prima Zanetti, voluto in estate proprio dalla nuova proprietà, ha lasciato la panchina della formazione Berretti, “ammiraglia” di un vivaio che negli ultimi anni si è imposto tra i migliori di categoria e non solo; poi, il club ha richiamato Mauro Borghetti, “epurato” pochi mesi fa nonostante l’ottimo lavoro svolto da coordinatore del settore giovanile, per affidargli la delicatissima carica di direttore sportivo, lasciata vacante dopo l’esonero di Urbano. Un ruolo che ben si addice alle capacità di Borghetti di gestire il gruppo-squadra (capacità messe in mostra anche in un altro momento delicato, la parte finale della stagione 2018-2019, quando subentrò al dimissionario Ludi nella medesima carica) e che potrebbe regalare qualche prospettiva nuova al mercato azzurro. A patto, ovviamente, che il nuovo direttore sportivo sia lasciato libero di lavorare in maniera autonoma sebbene nella doverosa e positiva concertazione di obiettivi tipica del calciomercato.

 

 

Al di là dunque del giudizio su Borghetti – che per quanto fatto e dimostrato negli anni a Novara, non può che essere estremamente positivo – quello che colpisce è, come detto, l’ennesimo dietrofront della proprietà, che dopo essere entrata “a gamba tesa” in tanti settori, continua l’opera di “restaurazione”. Un’opera portata avanti forse nella speranza di ritrovare quegli equilibri che avevano fatto vivere alla piazza un’ottima annata 2019-2020, per quanto funestata dal Covid, e anche un più che positivo avvio di 2020-2021.

Il dato di fatto, per quanto scontato possa essere ribadirlo, è che tutto ciò non può bastare se non verrà accompagnato da interventi mirati sul mercato. Negli occhi di tutti, infatti, non possono non esserci le tante occasioni sciupate dall’attacco azzurro, come i momenti di blackout e di “debito di ossigeno” che si verificano puntualmente in alcuni settori del campo. Il recupero di alcuni elementi dagli infortuni che ne hanno minato fortemente fin qui l’esperienza azzurra, può aiutare. Il resto, però, dovrà farlo forzatamente la società, rinforzando la rosa. Basti pensare che con qualche ricambio a centrocampo e 5-6 occasioni da gol concretizzate in più (pesa, in tal senso, la stagione fin qui fallimentare del duo Zigoni – Lanini), con ogni probabilità oggi il Novara si troverebbe in zona Playoff o comunque in posizione serena. Ma tra “potenza” e “atto” nel calcio la differenza è abissale: per il Novara non capirlo in tempo e non agire di conseguenza potrebbe significare andare dritti verso il baratro. E una retrocessione in D, oltre che sul piano tecnico, potrebbe comportare pesantissime ripercussioni anche dal punto di vista economico-finanziario.

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Il Novara procede… a passo di gambero

Se in classifica il Novara procede a passo di tartaruga, dal punto di vista societario e di pianificazione il club riesce a fare addirittura peggio, procedendo… a passo di gambero. Continua, cioè, a vivere di passi indietro. Così, dopo aver richiamato Banchieri – il cui esonero era stato terribilmente sbagliato, tanto nei modi quanto nei termini – e aver esonerato il d.s. Orlando Urbano – ma l’errore fu quello di non dare continuità all’ottimo lavoro di Moreno Zebi un anno fa – ecco che in pochi giorni sono arrivati altri due “dietrofront”. Prima Zanetti, voluto in estate proprio dalla nuova proprietà, ha lasciato la panchina della formazione Berretti, “ammiraglia” di un vivaio che negli ultimi anni si è imposto tra i migliori di categoria e non solo; poi, il club ha richiamato Mauro Borghetti, “epurato” pochi mesi fa nonostante l’ottimo lavoro svolto da coordinatore del settore giovanile, per affidargli la delicatissima carica di direttore sportivo, lasciata vacante dopo l’esonero di Urbano. Un ruolo che ben si addice alle capacità di Borghetti di gestire il gruppo-squadra (capacità messe in mostra anche in un altro momento delicato, la parte finale della stagione 2018-2019, quando subentrò al dimissionario Ludi nella medesima carica) e che potrebbe regalare qualche prospettiva nuova al mercato azzurro. A patto, ovviamente, che il nuovo direttore sportivo sia lasciato libero di lavorare in maniera autonoma sebbene nella doverosa e positiva concertazione di obiettivi tipica del calciomercato.     Al di là dunque del giudizio su Borghetti – che per quanto fatto e dimostrato negli anni a Novara, non può che essere estremamente positivo – quello che colpisce è, come detto, l’ennesimo dietrofront della proprietà, che dopo essere entrata “a gamba tesa” in tanti settori, continua l’opera di “restaurazione”. Un’opera portata avanti forse nella speranza di ritrovare quegli equilibri che avevano fatto vivere alla piazza un’ottima annata 2019-2020, per quanto funestata dal Covid, e anche un più che positivo avvio di 2020-2021. Il dato di fatto, per quanto scontato possa essere ribadirlo, è che tutto ciò non può bastare se non verrà accompagnato da interventi mirati sul mercato. Negli occhi di tutti, infatti, non possono non esserci le tante occasioni sciupate dall’attacco azzurro, come i momenti di blackout e di “debito di ossigeno” che si verificano puntualmente in alcuni settori del campo. Il recupero di alcuni elementi dagli infortuni che ne hanno minato fortemente fin qui l’esperienza azzurra, può aiutare. Il resto, però, dovrà farlo forzatamente la società, rinforzando la rosa. Basti pensare che con qualche ricambio a centrocampo e 5-6 occasioni da gol concretizzate in più (pesa, in tal senso, la stagione fin qui fallimentare del duo Zigoni – Lanini), con ogni probabilità oggi il Novara si troverebbe in zona Playoff o comunque in posizione serena. Ma tra “potenza” e “atto” nel calcio la differenza è abissale: per il Novara non capirlo in tempo e non agire di conseguenza potrebbe significare andare dritti verso il baratro. E una retrocessione in D, oltre che sul piano tecnico, potrebbe comportare pesantissime ripercussioni anche dal punto di vista economico-finanziario.

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