In vista del centenario rinasce il glorioso Hockey Novara. E con un Amato in più

Nel 1924, 97 anni fa, un gruppo di novaresi dopo aver visto praticare a Milano questo gioco a squadre di matrice britannica praticato con bastoni ricurvi all’estremità e muovendosi su pattini a rotelle decise a sua volta di costituire una società anche all’ombra della Cupola. Nacque così l’Hockey Club Vittoria (dal nome del locale situato nel sotterraneo del cinema Vittoria), che pochi mesi dopo divenne Hockey Club Novara.

Era nata quella società sportiva destinata a passare alla storia, non solo nell’ambito di questa disciplina sportiva, ma per essere stata a lungo tempo la più “scudettata” d’Italia, con 32 titoli ai quali si aggiungono 20 Coppe Italia e diverse affermazioni internazionali.

Considerata la squadra più famosa di hockey su pista in tutta la Penisola, dopo alterne vicende visse i suoi ultimi momenti di gloria negli anni ’70 e poi ancora a cavallo fra gli ’80 e ’90 del secolo scorso con le presidenze di Santino Tarantola e Luciano Ubezio. Al termine della stagione 2008-’09 la Federazione dispose però la retrocessione a tavolino del club per il mancato svolgimento dell’attività giovanile. Un duro colpo per l’immagine di un squadra che aveva contribuito a mantenere alto il nome dello sport novarese nei periodi di crisi del calcio e quando il volley femminile era ancora un qualcosa di semisconosciuto al grande pubblico.

Pur mantenendo l’affiliazione alla Fihp (Federazione italiana hockey e pattinaggio, divenuta poi nel 2017 Fisr, Federazione italiana sport rotellistici) l’Hockey Novara non svolse più nessuna attività, sospendendo di fatto la sua vita agonistica, ma non giuridica.

In questi mesi, mentre dal punto di vista sportivo si sta assistendo ai grandi sacrifici – ingigantiti inoltre dalla pesante situazione legata alla pandemia – compiuti dall’Azzurra Hockey Novara in un campionato di A2 rivelatosi più duro del previsto e che si concluderà molto probabilmente con una retrocessione nella categoria inferiore, qualcosa sembra si stia concretamente muovendo. E’ notizia che alla fine dello scorso mese di gennaio l’Hockey Novara («Quello vero, quello dei 32 scudetti», come sostengono alcuni sportivi) ha riottenuto l’affiliazione alla Federazione con il suo storico codice numero 4 e tanto di documento con firma, sigillo e ratifica da parte del presidente federale Sabatino Aracu.

L’obiettivo neanche poi tanto celato è quello di ripresentare agli sportivi una squadra in pista al più presto, in modo da salutare degnamente il centenario nel 2024. Un progetto, stando al si dice, che sta muovendo i suoi passi su basi solide e che ha visto l’adesione – con un incarico di tecnico e di supervisore allo sviluppo del settore giovanile – di Franco Amato, il cannoniere pugliese che, giunto a Novara appena maggiorenne nel 1986, ha poi legato il suo nome ai maggiori successi della squadra azzurra.

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In vista del centenario rinasce il glorioso Hockey Novara. E con un Amato in più

Nel 1924, 97 anni fa, un gruppo di novaresi dopo aver visto praticare a Milano questo gioco a squadre di matrice britannica praticato con bastoni ricurvi all’estremità e muovendosi su pattini a rotelle decise a sua volta di costituire una società anche all’ombra della Cupola. Nacque così l’Hockey Club Vittoria (dal nome del locale situato nel sotterraneo del cinema Vittoria), che pochi mesi dopo divenne Hockey Club Novara.

Era nata quella società sportiva destinata a passare alla storia, non solo nell’ambito di questa disciplina sportiva, ma per essere stata a lungo tempo la più “scudettata” d’Italia, con 32 titoli ai quali si aggiungono 20 Coppe Italia e diverse affermazioni internazionali.

Considerata la squadra più famosa di hockey su pista in tutta la Penisola, dopo alterne vicende visse i suoi ultimi momenti di gloria negli anni ’70 e poi ancora a cavallo fra gli ’80 e ’90 del secolo scorso con le presidenze di Santino Tarantola e Luciano Ubezio. Al termine della stagione 2008-’09 la Federazione dispose però la retrocessione a tavolino del club per il mancato svolgimento dell’attività giovanile. Un duro colpo per l’immagine di un squadra che aveva contribuito a mantenere alto il nome dello sport novarese nei periodi di crisi del calcio e quando il volley femminile era ancora un qualcosa di semisconosciuto al grande pubblico.

Pur mantenendo l’affiliazione alla Fihp (Federazione italiana hockey e pattinaggio, divenuta poi nel 2017 Fisr, Federazione italiana sport rotellistici) l’Hockey Novara non svolse più nessuna attività, sospendendo di fatto la sua vita agonistica, ma non giuridica.

In questi mesi, mentre dal punto di vista sportivo si sta assistendo ai grandi sacrifici – ingigantiti inoltre dalla pesante situazione legata alla pandemia – compiuti dall’Azzurra Hockey Novara in un campionato di A2 rivelatosi più duro del previsto e che si concluderà molto probabilmente con una retrocessione nella categoria inferiore, qualcosa sembra si stia concretamente muovendo. E’ notizia che alla fine dello scorso mese di gennaio l’Hockey Novara («Quello vero, quello dei 32 scudetti», come sostengono alcuni sportivi) ha riottenuto l’affiliazione alla Federazione con il suo storico codice numero 4 e tanto di documento con firma, sigillo e ratifica da parte del presidente federale Sabatino Aracu.

L’obiettivo neanche poi tanto celato è quello di ripresentare agli sportivi una squadra in pista al più presto, in modo da salutare degnamente il centenario nel 2024. Un progetto, stando al si dice, che sta muovendo i suoi passi su basi solide e che ha visto l’adesione – con un incarico di tecnico e di supervisore allo sviluppo del settore giovanile – di Franco Amato, il cannoniere pugliese che, giunto a Novara appena maggiorenne nel 1986, ha poi legato il suo nome ai maggiori successi della squadra azzurra.

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