Marchioni (Igor): «Giusto fermare il volley»

Il giorno dopo l’assemblea della Lega Pallavolo Serie A Femminile, il direttore generale della Igor Volley Enrico Marchioni fa il punto, chiarendo anche la posizione del club azzurro. Una posizione che, a dire il vero, è chiara e coerente fin dall’inizio: Novara è tra i club che si sono dati da fare fino alla fine per scendere in campo, tanto – per quanto riguarda gli impegni europei – da accettare di giocare i quarti di finale, poi rinviati, di Champions League in campo neutro. Però, di fronte all’impossibilità di garantire sicurezza alle atlete e agli addetti ai lavori a causa dell’emergenza Covid-19, il club è stato tra i primi a fare un passo oltre compiendo una rinuncia riguardo la stagione in corso anche e soprattutto per evitare di danneggiare la prossima, già “schiacciata” tra tante competizioni internazionali.

 

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«Riteniamo che il campionato – afferma il dirigente azzurro – in queste condizioni non possa riprendere e, sebbene a malincuore, è stata presa la scelta giusta determinando la conclusione della stagione. Non credo ci fossero alternative perché la situazione, sebbene tutti ci auguriamo diversamente, non sembra destinata a risolversi a breve. Il lungo stop e le partenze di molte atlete straniere, poi, hanno irrimediabilmente “falsato” la stagione. Per questo abbiamo dato la nostra disponibilità, qualora se ne verificheranno le condizioni, a disputare un torneo di post-season assieme ad altre cinque formazioni ma a patto che sia un torneo a scopo puramente promozionale. Non credo si possa assegnare un trofeo dopo uno stop così lungo e, soprattutto, senza che a partecipare siano tutte le squadre che ne avrebbero conquistato il diritto sul campo».

Insomma, un playoff che assegni uno Scudetto o un altro titolo, senza che partecipino, solo per citarne alcune, la seconda, la quarta e la sesta classificata al momento dell’interruzione del campionato, non sarebbe corretto e per questo Novara non vi prenderebbe parte. Una posizione cristallina e condivisibile, cui fa da contraltare quella di chi vorrebbe assegnare lo Scudetto a Conegliano: la formazione veneta ha dimostrato sì sul campo di essere la più forte, perdendo una sola partita, ma quale senso avrebbe assegnare un titolo senza la disputa dei Playoff e, soprattutto, senza che nemmeno sia arrivata a conclusione la regular season? Solo a guardare gli ultimi cinque campionati, per ben tre volte (quindi nel 60% dei casi) a vincere il campionato non è stato chi ha vinto la regular season, talvolta anche dominandola. Assegnare il titolo, a Conegliano o a chiunque altro, vorrebbe dire svilirlo: davvero il volley ha bisogno di questo?

Tornando alle vicende di casa Igor, Marchioni aggiunge: “Questa mattina sono partite anche altre due straniere, dopo le due americane: Iza Mlakar e Zuzanna Gorecka. Nella tarda serata di ieri, anche alla luce degli ultimi sviluppi, ci hanno comunicato che, sotto propria responsabilità, avrebbero fatto ritorno nei paesi di origine. Anche loro, come le due americane, hanno dato ovviamente disponibilità, salvo restrizioni contrarie, a far ritorno a Novara qualora ci fossero nuovi impegni sportivi per il club. A tal proposito, siamo in attesa anche di una decisione della CEV riguardo il proseguimento, o meno, della Champions League. Una prospettiva che oggi reputiamo remota, anche in virtù della situazione degli altri Paesi coinvolti, su tutti USA, Turchia e Germania, che non sembra essere migliore della nostra ma forse, addirittura, in ritardo in termini cronologici».

In effetti, se viene difficile anche solo immaginare una partita di volley disputata in Italia, tra squadre italiane, pensare a spostamenti internazionali (inclusi quelli delle atlete che dovrebbero tornare alle rispettive squadre per tempo) oggi sembra superare anche il confine ideale tra speranza e utopia.

 

 

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Marchioni (Igor): «Giusto fermare il volley»

Il giorno dopo l’assemblea della Lega Pallavolo Serie A Femminile, il direttore generale della Igor Volley Enrico Marchioni fa il punto, chiarendo anche la posizione del club azzurro. Una posizione che, a dire il vero, è chiara e coerente fin dall’inizio: Novara è tra i club che si sono dati da fare fino alla fine per scendere in campo, tanto – per quanto riguarda gli impegni europei – da accettare di giocare i quarti di finale, poi rinviati, di Champions League in campo neutro. Però, di fronte all’impossibilità di garantire sicurezza alle atlete e agli addetti ai lavori a causa dell’emergenza Covid-19, il club è stato tra i primi a fare un passo oltre compiendo una rinuncia riguardo la stagione in corso anche e soprattutto per evitare di danneggiare la prossima, già “schiacciata” tra tante competizioni internazionali.

 

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«Riteniamo che il campionato – afferma il dirigente azzurro – in queste condizioni non possa riprendere e, sebbene a malincuore, è stata presa la scelta giusta determinando la conclusione della stagione. Non credo ci fossero alternative perché la situazione, sebbene tutti ci auguriamo diversamente, non sembra destinata a risolversi a breve. Il lungo stop e le partenze di molte atlete straniere, poi, hanno irrimediabilmente “falsato” la stagione. Per questo abbiamo dato la nostra disponibilità, qualora se ne verificheranno le condizioni, a disputare un torneo di post-season assieme ad altre cinque formazioni ma a patto che sia un torneo a scopo puramente promozionale. Non credo si possa assegnare un trofeo dopo uno stop così lungo e, soprattutto, senza che a partecipare siano tutte le squadre che ne avrebbero conquistato il diritto sul campo».

Insomma, un playoff che assegni uno Scudetto o un altro titolo, senza che partecipino, solo per citarne alcune, la seconda, la quarta e la sesta classificata al momento dell’interruzione del campionato, non sarebbe corretto e per questo Novara non vi prenderebbe parte. Una posizione cristallina e condivisibile, cui fa da contraltare quella di chi vorrebbe assegnare lo Scudetto a Conegliano: la formazione veneta ha dimostrato sì sul campo di essere la più forte, perdendo una sola partita, ma quale senso avrebbe assegnare un titolo senza la disputa dei Playoff e, soprattutto, senza che nemmeno sia arrivata a conclusione la regular season? Solo a guardare gli ultimi cinque campionati, per ben tre volte (quindi nel 60% dei casi) a vincere il campionato non è stato chi ha vinto la regular season, talvolta anche dominandola. Assegnare il titolo, a Conegliano o a chiunque altro, vorrebbe dire svilirlo: davvero il volley ha bisogno di questo?

Tornando alle vicende di casa Igor, Marchioni aggiunge: “Questa mattina sono partite anche altre due straniere, dopo le due americane: Iza Mlakar e Zuzanna Gorecka. Nella tarda serata di ieri, anche alla luce degli ultimi sviluppi, ci hanno comunicato che, sotto propria responsabilità, avrebbero fatto ritorno nei paesi di origine. Anche loro, come le due americane, hanno dato ovviamente disponibilità, salvo restrizioni contrarie, a far ritorno a Novara qualora ci fossero nuovi impegni sportivi per il club. A tal proposito, siamo in attesa anche di una decisione della CEV riguardo il proseguimento, o meno, della Champions League. Una prospettiva che oggi reputiamo remota, anche in virtù della situazione degli altri Paesi coinvolti, su tutti USA, Turchia e Germania, che non sembra essere migliore della nostra ma forse, addirittura, in ritardo in termini cronologici».

In effetti, se viene difficile anche solo immaginare una partita di volley disputata in Italia, tra squadre italiane, pensare a spostamenti internazionali (inclusi quelli delle atlete che dovrebbero tornare alle rispettive squadre per tempo) oggi sembra superare anche il confine ideale tra speranza e utopia.

 

 

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